Scartine
DA “SCARTINE” - POESIE - Edizione in proprio - Palma Campania 1983 "Quello che il mare inghiotte Torna sempre a galla, è solo questione di spiagge..." (Erika Jong) Ai miei genitori: poveri, stanchi eroi di una guerra che li ha sfiancati giorno per giorno. Mauro Romano Pag. - 5 - Fortuna Cala a sera tra spazi di nuvole bianche. Ha la forma di sogni venuti in un’alba di luce. Sa portare favole a spasso per gioie di bimbi come neve in carezze discrete ad improvvisi silenzi. Conta le stelle senza svegliarle. Ad agosto promette copiosi raccolti. Dicono che ‘fortuna’ è il suo nome - capace di musica nel frastuono di un cuore. ... E quì corre la vita Se a ingrate fontane non trovo sorsi a fiumi in piena chiedo acerbo cammino. Lascio al lago sogni infranti - scelte malate di vaga tristezza portata qua e là. ... E qui corre la vita! Portata qua e là a mari stupiti da vicini tramonti. - Sorpresi un po’ pallidi Al preludio di un atto d’amore. Pag. - 6 - Preghiera C’è una via in quell’angolo oscuro nascosto allo sguardo dove sostano lucciole in viaggio per lidi d’incanto. Un filo di voce s’innalza con fare discreto tra cantilene vaganti fino a tetti di nuvole. Vestita a festa - come uscita da favola - Sale in alto leggera ... Puoi scaldarla in un palmo socchiuso al suono di campane. ... E quando a sera mani unite dissolveranno le tue pene sarà certezza che un bambino non può mentire. Pag. - 7 - L’estate L’estate è sciocca sono incerti i suoi fumetti. Si presenta un film d’autore ma in estate chi ci crede? So che estate è gelosia o amore in fantasia - se l’estate è finita e il mio vigliacco scrive a festa. In fondo rido estate ma se piango estate resta ... Tra le mani anche sesso ma estate amore perso. Pag. - 8 - Estasi (2) Raggi di luna rubati alla notte Posano su un letto di perle Per ritrovati amanti. Sirene gelose Al rifugio di specchi Cullano giochi di luce Per passioni imponenti. Un attimo mi riapre la vita Tra sponde schiumose... Ascolto ...fioche le voci Di un crescente battito. Chinerò ricordi altèri Nel malvagio oblìo Come quando - bambino - Involavo aquiloni. Pag. - 9 - L’estate non ha voglia L’estate non ha voglia; io e te lo specchio. Ti leggo negli occhi brividi - briciole di un’intesa... Eri diversa un tempo O forse ero diverso io? Un quadro senza colori - Emozioni alla finestra - Oltre il nostro quadro Forse c’è un altro sogno. Una finestra di luce Al di là di un piccolo amore. Mattino di sole Mattino di sole. E sui noci Il colore si fa più chiaro. Qualche uccello di passaggio Non lesina parole di assenso. Un rumore lontano è ammorbidito Da vaghi pensieri... In fondo credo di non saper Chiamare per nome un mattino così. E così - tra note sparse di motivi In voga in radio ‘libere’ - Quasi per caso mi sono trovato A scrivere l’ultima poesia Di un noto clichet. Pag. - 10 - La sera La sera - quando passeggio Con Biancaneve a sinistra E a destra una puttana - La sera la gente mi guarda strano. Ma io - io non so proprio Vergognarmi per quest’amore Mai nascosto al mattino ... Perché è un amore Amato davvero - perfino dal cuore ... Pag. - 11 - Tic Tic Snervante tic - tic Della macchina da scrivere Che non conosce variazioni. Avanzo l’articolo sull’incontro Di recupero per il giornale locale. Dicono che giorni come questi Sono restìi a venire - forse presi Da un carillon di sole. Certamente non darei dieci lire Per sapere chi inventa Baggianate del genere. 16 aprile ‘76 Metto una firma ai cantieri disoccupati Poi una corsa in ospedale - per nonna. Sfoglio ‘Paese Sera’. Gioco la ‘tris’ Senza favoriti pensando all’esame Di giovedì. Tra due giorni è Pasqua. Andrò allo stadio per Napoli - Juventus. Pag. - 12 - Semmai Gli oceani sono asciutti Il grande salto è rimandato Tutte le istruzioni hanno Sapore di falso... La regina non è contenta Rimprovera i suoi sudditi. La luna le è sfuggita Le resta solo un regno. Pag. - 13 - Morte nel cuore Bussa la tua porta più volte - di vecchie sembianze e giovani - Veste a festa giorni di pioggia Senza spine ti punge dentro ... La sua carezza di labbra lascia Un segno agrodolce al tocco. Non hanno fretta i suoi colori Velano quadri d’autore! Non importa che tu la chiami. Poco importa se la deridi. Al momento giusto le basta Scendere pochi gradini con te. Un passo oggi uno domani E ti porta via il giocattolo. Tristezza Inverno malato Tristezza nella tristezza. Per foglie vissute un tenero Sguardo non basta. Scendono con voglia gocce Confuse mentre ritorno a casa. Anche l’Amore spesso è tristezza! Pag. - 14 - Il giorno va Il giorno và. Porto in giro poeti Intonati ai miei passi. L’erba è cresciuta alta Fin dopo la piccola stalla come se il suo colore bastasse - affidata al capriccio. Il tempo. Mi dicevo - l’altro giorno - Che il tempo non basta mai. Così ho pensato a morire. Angoli di vita Il vento oltre la finestra Imbarca sogni scalzi di logica E tu - pescatore improvvisato Lasci cadere le reti... Le curve spalle di un vecchio Mi parlano di passato e futuro Mentre volto pagina 107 Della raccolta in versi Di Eugenio Montale. Pag. - 15 - Solitudine Il fiore non basta - muore - Piccola speranza di ieri. Semi in terra arida - scalzo Raccogli capricci di dei... Se preghi non importa Se implori è lo stesso. Le tue mani - mani dure Per solo una carezza. Carnevale Una pazza radio parlava di stragi e morti - di banditismo politico... di gente che - scesa in piazza - chiedeva giustizia e lavoro. Ragazzi per strada con bastoni alzati Minacciavano guerre di farina... Ma brucia agli occhi la farina nera. CARNEVALE! Io so che passerà questo assurdo Carnevale - io so che domani sarà solo un ricordo storpio. Ma per adesso stiamo al gioco - Anche se è un gioco da matti - A carnevale si sa ‘ogni scherzo vale!’. Pag. - 16 - Passerà Passerà. I giardini verdano. Un sole che gioca... gioca... Stanchi indugi di nuvole Che non sanno... Poi mia Sorella ed il suo gatto a rompere... Passerà! Come sono passati tre anni Senza te... Vuol fermare l'età Cerca un gioco tra l’erba Vuol fermare l’età! Ma il suo cane abbaia Come all’infido ladro. Lei sfugge lo specchio. Il maquillage non basta più. Vuol fermare l’età! Le mani tremano come all’ubriaco che mi dava un consiglio. Lui conosceva altri mali della vita. Pag. - 17 - Vorrei dire Vorrei dire come si sta male Se quell’insignificante statuina Sul mobile scolorito tante volte Salvata dal tonfo... cade giù! Di certo il mio vecchio cane Farebbe lo stesso effetto. Oggi è toccato a mia nonna! Pag. - 18 - Importante Importante come sei per me Ti lascio lì. Ad acque chete Ti lascio lì nell’angolo dei desideri. Un po’ ti amo - tu traduci ma Non è mai lo stesso. Un po’ ti parlo - tu traduci come Parlo a me stesso di te... A somme tratte sei bella - ti vedo E non ti vedo. A somme tratte sei Un numero che gioco e non gioco Sulla mia ruota. Pag. - 19 - Non è successo niente Già sento suoni strani nell’aria - già mi violentano grida in un giorno di festa. Il ricordo di te è un lusso Che non posso permettermi e poi Non sono mai stato tanto bravo Ad un amore finito. Forse basterebbe il numero Alla ragazza di scorta o evitare Di pensarci su - dedicarsi ad altro. Magari a passo di lenta scelta Col limite a portata di mano. Tranne due corpi infuocati In momenti distinti Come posso giurare che dentro Non è successo niente? Accarezzo... Accarezzo le dita sulla macchina Da scrivere ora usata da te. Scopro la scena portata Spontanea in brutta copia. Come non è essere scelta Veleno amaro - spogliarti Cede a quel filo di rossore antico. Pag. - 20 - Attento!!! Attento all’ispirazione Poeta dei miei stivali. Le cose passano In balìa di un vento a tradire E la tua penna cosa fa? Raccogli la penna Poeta dei miei stivali! Se non hai voglia di restare Nascosto dietro la siepe del mondo. Ad un poeta (1 - Eugenio Montale) Dicono molti: “sono vecchio!” Il problema per te non esiste, poiché, volata la giovinezza restano intatti i tuoi ardori; la tua penna non indugia,, non vibrano le parole. L’ora della resa si avvicina, si deve dar conto dei propri errori un capitolo di ricordi si chiude con qualche illusione per l’altra vita. Tu non temi nessun giudizio. Le spine, i serpi, sono stati sconfitti, non cingono d’assedio il tuo cuore; ti sei scoperto uomo giusto che ha vissuto per qualcosa. Pag. - 21 - Ad un poeta (2 - Eugenio Montale) Il recinto non ostacola più La fila ormai non regge Son passati gli anni leggeri Togliendo alle ombre ogni tirannia. Lassù non arriva lo sguardo, Eppure tu sai cosa si nasconde. Quelle nuvole mentre giocavano Hanno lasciato passare un sogno. Ad un poeta (3 - Eugenio Montale) Deluso da amanti lontane Non batti ciglio al tradimento del tempo: normale per ogni uomo, lo stesso anche per te. Sassolini non si trovano più, l’ultimo cerchio nell’acqua scompare: voglia di piangere per tante cose, poi sorridere per altre. La più cara amica non c’è più, ma ti aiuta a scrivere ancora; di lei ricordi ogni primavera, le sere infinite, i risvegli del cuore... Non è giusto? E’ giusto? Ho qualche dubbio, ormai; forse meritavi qualche cosa di più. Ma rassegnato alla sorte comune Aspetti il grande amore Che non finirà più. Pag. - 22 - Etermo amore (A mia madre) Sei lì; tra un piatto e l’altro Sospiri un po’ di stanchezza. Non so muovermi dalla poltrona. - Neanche tu vuoi. Le mani segnate dal duro lavoro Che t’investe giorno per giorno; la voce incerte che l’età ha fiaccato un po’. Se tardo a sera Tra cupi pensieri aspetti - magari assopita alla tivù. Se sbaglio qualche volta Abbassi lo sguardo, sai che poi capisco ... Del sorriso ne fai un’arma Per vincere i miei sbalzi; celi il mondo in quella mano posata sulla mia testa: Quando ti lascio un po’ Suggerisci prudenza, ogni volta. ...E quando sarai tu a lasciarmi per sempre, ho promesso non piangerò! - Porterò mani ai capelli E sproloqui al cielo, senza riuscirci. Forse ti parlerò di una barca alla deriva senza credere ad un dispetto. Avrò forza del tuo perdono Per averti dato poco... E forse solo così Non appassiranno i miei giorni. Pag. - 23 - Passano i giorni Quasi dormiente Al turbine di vaghe scintille Più non seguo passi di veloci battiti Al tempo. Passano i giorni... Il cavalluccio di pezza Portava la Befana, o il tamburino; m’era sospetto, ancora una volta, di un bimbo non tanto buono. Con scarpe lucide si andava in Chiesa Di domenica - e brillantina ai capelli. Passano i giorni... I vecchi giocano a bocce In attesa di sera, poi una mano a tressette... chiude qui il paese. ...E quando mia madre sfornava pane era festa per tutti; una gioia che non capivo ma che vorrei adesso. ...Adesso che di strade vecchie ricalco polveroni infausti - dove spesso trovavo tramonti Dopo i libri di scuola. Ora che rincorro tra i prati di casa Speranze deposte nei cassetti Aperti della mia infanzia. Passano i giorni... ed io qui - tra silenzi di boschi e rumori di ricordi a cercare quel dolore che Adesso può sfuggirmi di mano. ...Ed era vita per me. Pag. - 24 - Altri tempi Altri tempi un bambino ... Altri sogni; sono ricordi, ora. Raccoglievo legna prima di sera E mio padre, vicino al camino, aveva sempre un episodio nuovo della guerra del ’40. Brontolava per le scarpe bucate E del voto scadente in matematica, rimproverando prima il principe, poi il cow-boy che erano in me. Ripassavo il film, sotto le coperte, visto in tivù dallo zio accanto. E inventavo orizzonti d’album Con tinte in prestito d’arcobaleno. Con vaghi desideri ricordo, colmavo distanze di stelle... poi dormivo fino alle sette e trequarti mai in tempo per un’alba vera! Altri tempi, un bambino... Al risveglio sono certezze, ora. Ora, nella foto di gruppo In quinta elementare Un pò stento a conoscerli tutti. Ho dubbi anche per me. Da quei vicoli stretti Che chiamavo vita, son cambiate le rotte per agognate spiagge. Dicono di me, di querce, lunghi viali e mani certe: ma nel cuore mancano gli errori ed un po’ d’incoscienza per crederci. Pag. - 25 - Mentre Parigi Dorme (guardando il film) Il bimbo che dorme, l’uomo che sogna; la veglia la gatto del vicino cattivo. Inventare una storia è normale Ma che si realizzi, poi... Come è bello il tuo viso! Un po’ triste ma bello. Volli incontrarti per forza tra i rottami Del boulevard nativo e il ricordo Del viaggio in Polinesia. Come me anche tu Conoscevi l’’isola della felicità... Peccato che pochi si fermano Ad incidervi il nome sulla roccia. Ricordo che ero triste quel giorno. Per non abbracciare la disperazione Ripensai alla mia infanzia. E la musica Mi chiamò, ad un tratto - note stonate Di un carillon malandato. Ti dissi “Fuggiamo insieme!” “Sta zitto! Raccogli il silenzio...” “Prova a zittire il treno ... “Inutile che spieghi, non capiresti... “Ma il treno non avvisa... il treno... - E ballai la prima volta con te. Malù, ci credi adesso? Ne valeva la pena, Malù? ...E mentre Parigi dorme ed il destino va a spasso, che buffo ritrovarsi sul molo a raccontarsi il destino, per caso... pag - 26 - Felicità Di felicità conosco più di una faccia. L’ho vista al cinema, sul volto di un bimbo, incisa su un disco, in poesie capricciose, a colazione nel panino a prosciutto, masticata più volte col cewing.gum. L’ho vista su un albero stuzzicare un uccello, nei fuochi devoti dell’8 dicembre, sul carro trainato da un’asino, nell’acqua piovana, nello specchio dei tuoi vent’anni. Sul camino l’ho vista stuzzicare la fiamma, aggrapparsi alla tua vestaglia di seta, coperta d’insulti, violentata in un harem, figlia, amante e madre nei giorni feriali. L’ho vista nei pressi del distributore tamoil In vacanza in un mare di guai, nella gita scolastica, alla fermata del tram, suonare insistente alla porta d’ingresso. L’ho vista, l’ho vista, accidenti se l’ho vista! Solo che, rare volte, l’ho toccata con mano. Pag. - 27 - Solo con... me Solo, tra le stanze di un sogno Ed il ricordo di un volo, bevo Pioggia scrosciante e ricalco Miniature d’anima. Ben distribuite in un parco d’immagini D’incontrollato dominio, sfuocate Passioni mi ruotano intorno. Ruotano intorno candide spiagge baciate da pomeriggi di sole - e dubbi antichi avanzati al mio ingenuo mi violentano il cuore. Ben altre distrazioni conosco per fingermi Di passaggio al deserto. Ben chiare Le note di spente carezze affollate In luoghi oscuri dell’ “IO”. Ne saprò poco di errori e bravure - come al solito bluff- Ne avrò fin le tempie nei prossimi giorni E forse anche più in là ... Ma io resto qui con... me. Io, solo nei vicoli spersi D’inutile fantasia vagante. Io, con forza incapace Su orme di sviati sentimenti spiccioli. Pag. - 28 - Ritorno Sei qui. Seduta al fresco, nel nocelleto Sui ceppi di pioppo, Ancora non so se chiamarti miraggio O preghiera esaudita. Capelli slegati per le mie mani Una lacrima al tocco di labbra, son regali che non desti a quell’incontro di atroce delitto. (... E spiagge deserte fino all’angoscia, fischi di treni per rotte scontate, speranze alla porta, e foglie tremanti in balìa ... Quel vento scalzo che Agitava il destino dei passeri.) Bagnavi i piedi nell’onda E guardavi lontano il sipario del cielo. Frettoloso lasciarsi senza tempo, quasi ragione di abissi aperti. ...E fu così - al cuore infranto - Solitaria m’indicasti una rondine; E fu facile - io lo sapevo - Seguirne la scia per te. Ed ora sei ancora qui. Seduta al fresco, nel nocelleto, Sui ceppi di pioppo... Pag. - 29 - Due dita di ... Due dita di fortuna. Simile al raggio che filtra Al dicembre infecondo - Verdi oasi sulle nomadi strade O rifugio al turbine. Ma non credere a facili introiti, a peccati assolti in fretta! Se semini briciole sciolte Solo vento di marzo, al raccolto. Se macini il chicco nel mucchio Migrare non saprai nella giusta stagione. Maledirai la sorte meschina Additando chi profitta del nulla. Vedi, due dita bastano Per alzare la testa all’uscio di... vita. Basta niente - al rimbocco di maniche - Vestire a festa il tuo nuovo germoglio. Al gioco di bimbi - ancora semina tua - Braccerai dieci speranze. Saprai - capace alla scelta - Diversi sapori di frutta. Guarderai negli occhi Chi aspetta a casa Ad allungarti la mano Con sorriso misto a sudore... Per due dita di... felicità. Pag. - 30 - Ora che non ci sei Che di stormi audaci mi parli, non legano giostre. - Stagioni in fiore tacciono. Che gite per desiate vie, prometti, ferite non chiudi. Sei giacigli di nuvole Per sogni velati A rinviate partenze. - sinfonie vaganti di grilli in concerto per speranze sprecate in embrione. Non baci rinvia il marinaio infedele A occasioni perdute: sono sempre Promesse agli occhi di luce Nel misero porto di nebbie. Senza maschera - seppur tremante - Sarai culla d’ingannevoli specchi. (Ora che non ci sei). Colta in flagrante in rime sicure Coi capelli sciolti Per l’incerta mano. Pag. - 31 - Momenti particolari Sul cuscino la sposa Ha lasciato una lacrima. Dietro l’angolo un vecchio Chiede triste moneta. Un bimbo rincorre speranze tra il verde Nella notte un passo Scandisce i pensieri. Aiutami Tu! Io non ricordo. Aiutami a credere Che ho scelto bene La mia strada. Dammi un minuto, un attimo solo per un cenno, una parola... Frammenti di un sogno In carezze al mattino. Spiragli di luce Perduti nel nulla. Le mani si cercano Come fosse un incanto Un filo di voce Raggiunge il Tuo cielo. Aiutami Tu! Pag. - 32 - Casa mia Avvertendo il passo deciso, scodinzolando si avvicina ‘Byg’: gli lancio un sasso lontano prima abbocca, poi torna ai miei piedi. C’è bisogno di cura alle rose, ai limoni posti più in là, ma il sospiro di pane sfornato poggia in attesa i miei semi. Tra poco ci sarà vendemmia: e’ ora di pensare ai tini. Qui è casa mia. Il tratteggio noioso di frasche Rivela funghi in semiombra, ma la rotta di passeri è chiara. Dai tetti a contare le stelle - Con luna calata nel pozzo... Adagio, per non svegliarle. Quel peccato che ormai conosco Porterà passi nudi tra zolle Nella notte legata da lucciole. La voce di stagioni amanti, Con agosto di mostra - ed il contrario - Cullerà favole sperse. Alla frangia in disordine A sguardi di nuvole Presterò neve in cornice - Con colori per l’alba nuova In cerchi di raggi per casa mia. Pag. - 33 - Per Viver di Vita Oggi sto giù. Appena sveglio già tanto giù! Guardo finestre e soffitto senza vederli. Inseguo strati di nuvole troppo distanti Per la mia mano. Vorrei dare la spinta latente Proporre ai mercanti di sogni di andare via ...con l’invito al prossimo aprile perché anche dentro sia più chiaro. Così, ci staresti bene tu Fin dove arriva la mano. Sono certo, ti saprebbe cercare, poi cercare e...trovarti al tocco. Non basterebbe, lo so, ma tu non hai mai detto “NO!” ...E la finestra darebbe luce. ...Ed il cielo a sfiorarmi le dita... Anche tu sapresti trovarmi Con te, per te, da te... in te. - in quei gesti convenzionali per vivere ancora di vita, ancora... Dieci in... amore poi una Ci sono capre che vanno a fermarsi Sulla biscia nell’erba, e godono a farsi succhiare Le ragazze anche godono a farsi toccare. (Cesare Pavese) pag. - 37 - Solo te A volte penso A volte parlo A volte scrivo A volte gioco A volte chiedo A volte muoio A volte canto A volte leggo A volte viaggio A volte odio A volte fuggo A volte amo Però ogni volta... Penso, parlo, scrivo te... Gioco, chiedo, muoio te... Canto, leggo, viaggio te... Odio, fuggo, amo te... Vorrei dire: “A volte te” Ma è solo e sempre Solo te. Pag. - 38 - Per una lei che va... Il solitario non viene; byg si arrabbia, ma io sto sognando una donna e un’altra per farci l’amore. - fine di un lento suicidio: giocare a testa o croce. Straniera la mia regina; Vende i suoi occhi ed altro Per un prezzo da niente... Quanto darei di più! Io darei di più Alla donna che sto sognando... E all’altra per farci l’amore. ...E forse resterebbe poco, Quasi niente per te, r e g i n a scesa dal mio trono. Dedicato all’amore A chi gesticola O inventa giochi di unghie Nei momenti di fragile cuore. A chi guarda all’alba di un sogno - Un po’ di mare, un po’ di lei, Quando dentro è paradiso ed inferno. A chi si spoglia con guance rosse... A chi crede che non è peccato... per quel pezzo di cuore dedicato all’Amore... pag. - 39 - Inno ad un Atto D’Amore Eccoci. Ti parlo del mondo Ti spiego cos’è Quel manifesto alla parete E un po’ ti chiedo il perché Dei capelli così... Sbirci tra le mie cose. Cambi posto ai dischi E mandi i tuoi occhi a zonzo. I miei versi ti illuminano Un po’ mi conosci, ci trovi tanto di te e di me... Non so se la buffa teoria Ti ha portata qui con mani colme... Solo, capisco perché siamo insieme, senza voglia di aspettare ancora... Pag. - 40 - Improvvisato Sul letto improvvisato, un prato, scambiano pareri sull’amore. - Esperienza più, esperienza meno, dopo una gara di parole. Lui non sa trovare un posto per le mani; Lei ha un po’ paura di sbagliare. “Cosi!” senza saper come suggerisce dettagli di un sogno, ma sulla tela di un pittore non c’è più di sedici anni... diciotto... E’ finito tutto - da un minuto Forse da un’ora - lui confessa Per primo: “Ho inventato i miei amori...” Lei accenna un sorriso: “Ho letto tanto Di Messalina...”. Pag. - 41 - L’Amore dei poveri Cara, stasera usciamo. Ti porterò In giro per la nostra città. Poi Ti farò scegliere tra la pizza o un film... Magari tutt’e due le cose. Cara, non pensare a scherzi e neppure Che sia matto. Aspetteremo una stella Cadente prima di entrare in casa, perché dovrò dirti cose che questa vita calpesta... Cara, voglio darti un bacio. Ma sciocca, perché piangi? E’ il tuo uomo - uomo con te - Il tuo uomo Che ritorna bambino e che ti amerà, stanotte, solo perché ti ama. Pag. - 42 - Tutto il resto Sei come l’acqua, forse come il niente Sei quasi... quasi... immensa. Ti giri intorno, ma a diciottenni Piangi o ridi sei sempre bella. Sei l’amante, forse il desiderio, segni la tabellina del ‘sei’. Poi quei capelli, il tuo trasparente, non mi prende il voluto ingenuo. Era zona calda il tuo corpo acerbo Centellinato da mani, bocca e resto... Aria di mare a stagione chiusa, non ti volevo in quel dicembre a stenti. Così eccomi a pensarti ancora. Se cambi il passo ai miei momenti Non ti sgrido per questo. Sono teorie quelle sull’amore, tutto il resto sa di me e te. Pag. - 43 - Adesso che sei qui Ti ho aspettata tanto che... Adesso che se qui si calma un po’ la voglia. Ti ha parlata tanto che ... Adesso che sei qui, non so cosa dirti. Volevo tanto questo incontr E non solo per portarti a letto. Volevo guardarti tutta Al di là dell’imbarazzo... E adesso che sei qui non so ... Per te ho scritto tanto che ... Adesso che sei qui Non so scegliere un verso. Per te ho viaggiato tanto che ... Adesso che sei qui Non so muovere un passo. Volevo tanto questo amore E non solo al gioco di tempo. Volevo tanto chiamarti Per sfiorarti la voce. ... E adesso che sei qui... non so. Davvero non so! Pag - 44 - La Scema La scema: eccola che torna! Appare all’ingresso col sorriso a metà. Qualcuno dietro le vorrebbe parlare. E’ bella la scema, e si gira un po’ Col suo sorriso a metà. Poi mi è vicina, si ferma ... Sul suo volto una luce. Non è amore, ci giuro, ma qualcosa di più, di meno ... da dare, da avere, da lasciare sulla spiaggia per il calpestìo di ricordi bisestili. Cosa dire adesso per non cadere Nella noia di un verso già ripetuto? Ha già parlato tanto la mia mano Le mie labbra su di te... Che ora non saprei proprio in modo diverso ... Perciò, perdonami, scema, se sto qui a ringraziarti, se sto a dirti di volerlo ancora prima di andare, tu, io, chissà dove, chissà con chi... pag. - 45 - Signora Non si sa mai l’ora, poi Mi raccomandi tanto. Dicono che è sbagliato Ma io sogno molto. Già, fuori c’è il sole, devi essere diversa, c’è gente, tanta gente, e tu sei solo una ‘Signora’. Forse un capriccio, il tuo, qualcosa di nuovo per me e dolcemente crudele ci nascondiamo dietro un dito. Io ti aspetterò seduto, dove tu, signora, lontano da occhi indiscreti sarai la ‘mia’ signora... E guiderò la danza. Come terra feconda (lei mi darà un bambino) Lavoro da tempo una terra fertile: Inondo campi come fosse il mio unico... Estirpo gramigne giorno per giorno Non lascerò rami secchi, uva persa ... E’ la mia donna che cede I suoi frutti in sapiente mani. Crede ogni volta ai sogni ... Veri che le racconto. ...E come terra feconda mi darà Un raccolto al ricordo di annali... Scriverò il suo nome con un filo di sangue Per sentirlo ancora un po’ più mio.
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