Scartine

DA “SCARTINE”  - POESIE
- Edizione in proprio - Palma Campania 1983
	
"Quello che il mare inghiotte
Torna sempre a galla,
è solo questione di spiagge..."
                       (Erika Jong)


                                                               
                                                Ai miei genitori: 
                                             poveri, stanchi eroi
                                                    di una guerra
                                              che li ha sfiancati
                                                giorno per giorno.
                                                            

                                                     Mauro Romano


				Pag. - 5 - 

Fortuna

	Cala a sera tra spazi
	di nuvole bianche.
	Ha la forma di sogni
	venuti in un’alba di luce.
	Sa portare favole a spasso
	per gioie di bimbi
	come neve in carezze discrete
	ad improvvisi silenzi.

	Conta le stelle senza svegliarle.
	Ad agosto promette copiosi raccolti.
	Dicono che ‘fortuna’ è il suo nome
	- capace di musica nel frastuono
	di un cuore.


... E quì corre la vita

	Se a ingrate fontane non trovo sorsi
        a fiumi in piena chiedo acerbo cammino.
	Lascio al lago sogni infranti
	- scelte malate di vaga tristezza
	portata qua e là.

	... E qui corre la vita!

	Portata qua e là a mari stupiti
	da vicini tramonti.
	- Sorpresi un po’ pallidi
	Al preludio di un atto d’amore.
	

				Pag. - 6 - 

Preghiera

	C’è una via in quell’angolo
	oscuro nascosto allo sguardo
	dove sostano lucciole in viaggio
	per lidi d’incanto. Un filo di voce
	s’innalza con fare discreto
	tra cantilene vaganti fino
	a tetti di nuvole.

	Vestita a festa - come uscita da favola -
	Sale in alto leggera ...
	Puoi scaldarla in un palmo socchiuso
	al suono di campane.
	... E quando a sera mani unite
	dissolveranno le tue pene
	sarà certezza che un bambino
	non può mentire.


				Pag. - 7 - 

L’estate

	L’estate è sciocca
	sono incerti i suoi fumetti.
	Si presenta un film d’autore
	ma in estate chi ci crede?

	So che estate è gelosia
	o amore in fantasia
	- se l’estate è finita
	e il mio vigliacco scrive a festa.

	In fondo rido estate
	ma se piango estate resta ...
	Tra le mani anche sesso
	ma estate amore perso.
	

				Pag. - 8 - 

Estasi (2)

	Raggi di luna rubati alla notte
	Posano su un letto di perle
	Per ritrovati amanti.
	Sirene gelose
	Al rifugio di specchi
	Cullano giochi di luce
	Per passioni imponenti.

	Un attimo mi riapre la vita
	Tra sponde schiumose...
	Ascolto ...fioche le voci	
	Di un crescente battito.

	Chinerò ricordi altèri
	Nel malvagio oblìo
	Come quando - bambino - 
	Involavo aquiloni.


				Pag. - 9 - 

L’estate non ha voglia

	L’estate non ha voglia;
	io e te lo specchio.
	Ti leggo negli occhi brividi
	- briciole di un’intesa...
	Eri diversa un tempo
	O forse ero diverso io?

	Un quadro senza colori
	- Emozioni alla finestra -
	Oltre il nostro quadro
	Forse c’è un altro sogno.
	Una finestra di luce
	Al di là di un piccolo amore.


Mattino di sole

	Mattino di sole. E sui noci
	Il colore si fa più chiaro.
	Qualche uccello di passaggio
	Non lesina parole di assenso.
	Un rumore lontano è ammorbidito
	Da vaghi pensieri...

	In fondo credo di non saper
	Chiamare per nome un mattino così.

	E così - tra note sparse di motivi
	In voga in radio ‘libere’ -
	Quasi per caso mi sono trovato
	A scrivere l’ultima poesia
	Di un noto clichet.


				Pag. - 10 - 

La sera

	La sera - quando passeggio
	Con Biancaneve a sinistra
	E a destra una puttana -
	La sera la gente mi guarda strano.

	Ma io - io non so proprio
	Vergognarmi per quest’amore
	Mai nascosto al mattino ...
	Perché è un amore
	Amato davvero - perfino dal cuore ...


				Pag. - 11 - 

Tic Tic

	Snervante tic -  tic
	Della macchina da scrivere
	Che non conosce variazioni.
	Avanzo l’articolo sull’incontro
	Di recupero per il giornale locale.

	Dicono che giorni come questi
	Sono restìi a venire - forse presi
	Da un carillon di sole.
	Certamente non darei dieci lire
	Per sapere chi inventa
	Baggianate del genere.

16 aprile ‘76

	Metto una firma ai cantieri disoccupati
	Poi una corsa in ospedale - per nonna.
	Sfoglio ‘Paese Sera’. Gioco la ‘tris’
	Senza favoriti pensando all’esame
	Di giovedì.
	Tra due giorni è Pasqua.
	Andrò allo stadio per Napoli - Juventus.


				Pag. - 12 - 

Semmai

	Gli oceani sono asciutti
	Il grande salto è rimandato
	Tutte le istruzioni hanno
	Sapore di falso...

	La regina non è contenta
	Rimprovera i suoi sudditi.
	La luna le è sfuggita
	Le resta solo un regno.


				Pag. - 13 -

Morte nel cuore

	Bussa la tua porta più volte
	- di vecchie sembianze e giovani -
	Veste a festa giorni di pioggia
	Senza spine ti punge dentro ...

	La sua carezza di labbra lascia
	Un segno agrodolce al tocco.
	Non hanno fretta i suoi colori
	Velano quadri d’autore!	

	Non importa che tu la chiami.
	Poco importa se la deridi.
	Al momento giusto le basta
	Scendere pochi gradini con te.
	Un passo oggi uno domani
	E ti porta via il giocattolo.

Tristezza

	Inverno malato
	Tristezza nella tristezza.
	Per foglie vissute un tenero
	Sguardo non basta.
	Scendono con voglia gocce
	Confuse mentre ritorno a casa.

	Anche l’Amore spesso è tristezza!


				Pag. - 14 -

Il giorno va

	Il giorno và. Porto in giro poeti
	Intonati ai miei passi.
	L’erba è cresciuta alta
	Fin dopo la piccola stalla
	come se il suo colore bastasse
	- affidata al capriccio.

	Il tempo.
	Mi dicevo - l’altro giorno -
	Che il tempo non basta mai.
	Così ho pensato a morire.

Angoli di vita

	Il vento oltre la finestra
	Imbarca sogni scalzi di logica
	E tu - pescatore improvvisato
	Lasci cadere le reti...

	Le curve spalle di un vecchio
	Mi parlano di passato e futuro
	Mentre volto pagina 107
	Della raccolta in versi
	Di Eugenio Montale.


				Pag. - 15 -

Solitudine

	Il fiore non basta - muore -
	Piccola speranza di ieri.
	Semi in terra arida - scalzo
	Raccogli capricci di dei...

	Se preghi non importa
	Se implori è lo stesso.
	Le tue mani - mani dure
	Per solo una carezza.

Carnevale

	Una pazza radio parlava di stragi
	e morti - di banditismo politico...
	di gente che - scesa in piazza -
	chiedeva giustizia e lavoro.

	Ragazzi per strada con bastoni alzati
	Minacciavano guerre di farina...
	Ma brucia agli occhi la farina nera.

	CARNEVALE!

	Io so che passerà questo assurdo
	Carnevale - io so che
	domani sarà solo un ricordo storpio.

	Ma per adesso stiamo al gioco
	- Anche se è un gioco da matti -
	A carnevale si sa ‘ogni scherzo vale!’.


				Pag. - 16 -

Passerà

	Passerà. I giardini verdano.
	Un sole che gioca... gioca...
	Stanchi indugi di nuvole
	Che non sanno... Poi mia
	Sorella ed il suo gatto a rompere...
	Passerà!
	Come sono passati tre anni
	Senza te...

Vuol fermare l'età

	Cerca un gioco tra l’erba
	Vuol fermare l’età!
	Ma il suo cane abbaia
	Come all’infido ladro.

	Lei sfugge lo specchio.
	Il maquillage non basta più.
	Vuol fermare l’età!

	Le mani tremano come all’ubriaco
	che mi dava un consiglio.
	Lui conosceva altri mali della vita.


				Pag. - 17 -

Vorrei dire

	Vorrei dire come si sta male
	Se quell’insignificante statuina
	Sul mobile scolorito tante volte
	Salvata dal tonfo... cade giù!

	Di certo il mio vecchio cane
	Farebbe lo stesso effetto.
	Oggi è toccato a mia nonna!

				Pag. - 18 -

Importante

	Importante come sei per me
	Ti lascio lì. Ad acque chete
	Ti lascio lì nell’angolo dei desideri.

	Un po’ ti amo - tu traduci ma
	Non è mai lo stesso.
	Un po’ ti parlo - tu traduci come
	Parlo a me stesso di te...

	A somme tratte sei bella - ti vedo
	E non ti vedo. A somme tratte sei
	Un numero che gioco e non gioco
	Sulla mia ruota.


				Pag. - 19 -

Non è successo niente

	Già sento suoni strani nell’aria
	- già mi violentano grida
	in un giorno di festa.
	Il ricordo di te è un lusso
	Che non posso permettermi e poi
	Non sono mai stato tanto bravo
	Ad un amore finito.

	Forse basterebbe il numero
	Alla ragazza di scorta o evitare
	Di pensarci su - dedicarsi ad altro.
	Magari a passo di lenta scelta
	Col limite a portata di mano.

	Tranne due corpi infuocati
	In momenti distinti
	Come posso giurare che dentro
	Non è successo niente?

Accarezzo...

	Accarezzo le dita sulla macchina
	Da scrivere ora usata da te.
	Scopro la scena portata
	Spontanea in brutta copia.

	Come non è essere scelta
	Veleno amaro - spogliarti
	Cede a quel filo di rossore antico.


				Pag. - 20 -

Attento!!!

	Attento all’ispirazione
	Poeta dei miei stivali.
	Le cose passano
	In balìa di un vento a tradire
	E la tua penna cosa fa?

	Raccogli la penna
	Poeta dei miei stivali!
	Se non hai voglia di restare
	Nascosto dietro la siepe del mondo.

Ad un poeta (1 - Eugenio Montale)

	Dicono molti: “sono vecchio!”
	Il problema per te non esiste,
	poiché, volata la giovinezza
	restano intatti i tuoi ardori;
	la tua penna non indugia,,
	non vibrano le parole.
	L’ora della resa si avvicina,
	si deve dar conto dei propri errori
	un capitolo di ricordi si chiude
	con qualche illusione per l’altra vita.

	Tu non temi nessun giudizio.
	Le spine, i serpi, sono stati sconfitti,
	non cingono d’assedio il tuo cuore;
	ti sei scoperto uomo giusto
	che ha vissuto per qualcosa.


				Pag. - 21 -

Ad un poeta (2 - Eugenio Montale)

	Il recinto non ostacola più
	La fila ormai non regge
	Son passati gli anni leggeri
	Togliendo alle ombre ogni tirannia.

	Lassù non arriva lo sguardo,
	Eppure tu sai cosa si nasconde.
	Quelle nuvole mentre giocavano
	Hanno lasciato passare un sogno.

Ad un poeta (3 - Eugenio Montale)

	Deluso da amanti lontane
	Non batti ciglio al tradimento del tempo:
	normale per ogni uomo,
	lo stesso anche per te.
	Sassolini non si trovano più,
	l’ultimo cerchio nell’acqua scompare:
	voglia di piangere per tante cose,
	poi sorridere per altre.

	La più cara amica non c’è più,
	ma ti aiuta a scrivere ancora;
	di lei ricordi ogni primavera,
	le sere infinite, i risvegli del cuore...

	Non è giusto? E’ giusto?
	Ho qualche dubbio, ormai;
	forse meritavi qualche cosa di più.
	Ma rassegnato alla sorte comune
	Aspetti il grande amore
	Che non finirà più.


				Pag. - 22 -

Etermo amore (A mia madre)

	Sei lì; tra un piatto e l’altro
	Sospiri un po’ di stanchezza.
	Non so muovermi dalla poltrona.
	- Neanche tu vuoi.
	Le mani segnate dal duro lavoro
	Che t’investe giorno per giorno;
	la voce incerte
	che l’età ha fiaccato un po’.

	Se tardo a sera
	Tra cupi pensieri aspetti
	- magari assopita alla tivù.
	Se sbaglio qualche volta
	Abbassi lo sguardo,
	sai che poi capisco ...
	Del sorriso ne fai un’arma
	Per vincere i miei sbalzi;
	celi il mondo in quella mano
	posata sulla mia testa:
	Quando ti lascio un po’
	Suggerisci prudenza, ogni volta.

	...E quando sarai tu a lasciarmi
	per sempre, ho promesso non piangerò!
	- Porterò mani ai capelli
	E sproloqui al cielo, senza riuscirci.
	Forse ti parlerò
	di una barca alla deriva
	senza credere ad un dispetto.
	Avrò forza del tuo perdono
	Per averti dato poco...
	E forse solo così
	Non appassiranno i miei giorni.


			Pag. - 23 -

Passano i giorni

	Quasi dormiente
	Al turbine di vaghe scintille
	Più non seguo passi di veloci battiti
	Al tempo. Passano i giorni...

	Il cavalluccio di pezza
	Portava la Befana, o il tamburino;
	m’era sospetto, ancora una volta,
	di un bimbo non tanto buono.
	Con scarpe lucide si andava in Chiesa
	Di domenica - e brillantina ai capelli.
	Passano i giorni...
	I vecchi giocano a bocce
	In attesa di sera,
	poi una mano a tressette...
	chiude qui il paese.
	...E quando mia madre sfornava pane
	era festa per tutti; una gioia
	che non capivo ma che vorrei adesso.

	...Adesso che di strade vecchie
	ricalco polveroni infausti
	- dove spesso trovavo tramonti
	Dopo i libri di scuola.
	Ora che rincorro tra i prati di casa
	Speranze deposte nei cassetti
	Aperti della mia infanzia.

	Passano i giorni... ed io qui
	- tra silenzi di boschi e rumori
	di ricordi a cercare quel dolore che
	Adesso può sfuggirmi di mano.
	...Ed era vita per me.


				Pag. - 24 -

Altri tempi

	Altri tempi un bambino ...
	Altri sogni; sono ricordi, ora.

	Raccoglievo legna prima di sera
	E mio padre, vicino al camino,
	aveva sempre un episodio nuovo
	della guerra del ’40.
	Brontolava per le scarpe bucate
	E del voto scadente in matematica,
	rimproverando prima il principe,
	poi il cow-boy che erano in me.
	Ripassavo il film, sotto le coperte,
	visto in tivù dallo zio accanto.
	E inventavo orizzonti d’album
	Con tinte in prestito d’arcobaleno.
	Con vaghi desideri ricordo,
	colmavo distanze di stelle...
	poi dormivo fino alle sette e trequarti
	mai in tempo per un’alba vera!

	Altri tempi, un bambino...
	Al risveglio sono certezze, ora.

	Ora, nella foto di gruppo
	In quinta elementare
	Un pò stento a conoscerli tutti.
	Ho dubbi anche per me.
	Da quei vicoli stretti
	Che chiamavo vita,
	son cambiate le rotte
	per agognate spiagge.

	Dicono di me, di querce, lunghi viali
	e mani certe: ma nel cuore mancano gli errori
	ed un po’ d’incoscienza per crederci.


				Pag. - 25 -

Mentre Parigi Dorme (guardando il film)
	
	Il bimbo che dorme, l’uomo che sogna;
	la veglia la gatto del vicino cattivo.
	Inventare una storia è normale
	Ma che si realizzi, poi...

	Come è bello il tuo viso!
	Un po’ triste ma bello.
	Volli incontrarti per forza tra i rottami
	Del boulevard nativo e il ricordo
	Del viaggio in Polinesia. Come me anche tu
	Conoscevi l’’isola della felicità...
	Peccato che pochi si fermano
	Ad incidervi il nome sulla roccia.

	Ricordo che ero triste quel giorno.
	Per non abbracciare la disperazione
	Ripensai alla mia infanzia. E la musica
	Mi chiamò, ad un tratto - note stonate
	Di un carillon malandato. Ti dissi
	“Fuggiamo insieme!”
	“Sta zitto! Raccogli il silenzio...”
	“Prova a zittire il treno ...
	“Inutile che spieghi, non capiresti...
	“Ma il treno non avvisa... il treno...
	- E ballai la prima volta con te.

	Malù, ci credi adesso?
	Ne valeva la pena, Malù?

	...E mentre Parigi dorme
	ed il destino va a spasso, che buffo
	ritrovarsi sul molo a raccontarsi
	il destino, per caso...


				pag - 26 -

Felicità

	Di felicità conosco più di una faccia.
	L’ho vista al cinema, sul volto di un bimbo,
	incisa su un disco, in poesie capricciose,
	a colazione nel panino a prosciutto,
	masticata più volte col cewing.gum.

	L’ho vista su un albero stuzzicare un uccello,
	nei fuochi devoti dell’8 dicembre,
	sul carro trainato da un’asino, nell’acqua piovana,
	nello specchio dei tuoi vent’anni.

	Sul camino l’ho vista stuzzicare la fiamma,
	aggrapparsi alla tua vestaglia di seta,
	coperta d’insulti, violentata in un harem,
	figlia, amante e madre nei giorni feriali.

	L’ho vista nei pressi del distributore tamoil
	In vacanza in un mare di guai,
	nella gita scolastica, alla fermata del tram,
	suonare insistente alla porta d’ingresso.

	L’ho vista, l’ho vista, accidenti se l’ho vista!
	Solo che, rare volte, l’ho toccata con mano.


				Pag. - 27 -

Solo con... me

	Solo, tra le stanze di un sogno
	Ed il ricordo di un volo, bevo
	Pioggia scrosciante e ricalco
	Miniature d’anima.
	Ben distribuite in un parco d’immagini
	D’incontrollato dominio, sfuocate
	Passioni mi ruotano intorno. Ruotano
	intorno candide spiagge baciate
	da pomeriggi di sole - e dubbi antichi
	avanzati al mio ingenuo mi violentano il cuore.

	Ben altre distrazioni conosco per fingermi
	Di passaggio al deserto. Ben chiare
	Le note di spente carezze affollate
	In luoghi oscuri dell’ “IO”.
	Ne saprò poco di errori e bravure
	- come al solito bluff-
	Ne avrò fin le tempie nei prossimi giorni
	E forse anche più in là ...

	Ma io resto qui con... me.
	Io, solo nei vicoli spersi
	D’inutile fantasia vagante.
	Io, con forza incapace
	Su orme di sviati sentimenti spiccioli.


				Pag. - 28 -

Ritorno

	Sei qui.
	Seduta al fresco, nel nocelleto
	Sui ceppi di pioppo,
	Ancora non so se chiamarti miraggio
	O preghiera esaudita.

	Capelli slegati per le mie mani
	Una lacrima al tocco di labbra,
	son regali che non desti
	a quell’incontro di atroce delitto.
	(... E spiagge deserte fino all’angoscia,
	fischi di treni per rotte scontate,
	speranze alla porta,
	e foglie tremanti in balìa ...
	Quel vento scalzo che
	Agitava il destino dei passeri.)

	Bagnavi i piedi nell’onda
	E guardavi lontano il sipario del cielo.
	Frettoloso lasciarsi senza tempo,
	quasi ragione di abissi aperti.
	...E fu così - al cuore infranto -
	Solitaria m’indicasti una rondine;
	E fu facile - io lo sapevo -
	Seguirne la scia per te.

	Ed ora sei ancora qui.
	Seduta al fresco, nel nocelleto,
	Sui ceppi di pioppo...	


				Pag. - 29 -

Due dita di ...
	
	Due dita di fortuna.
	Simile al raggio che filtra
	Al dicembre infecondo
	- Verdi oasi sulle nomadi strade
	O rifugio al turbine.
	Ma non credere a facili introiti,
	a peccati assolti in fretta!

	Se semini briciole sciolte
	Solo vento di marzo, al raccolto.
	Se macini il chicco nel mucchio
	Migrare non saprai nella giusta stagione.
	Maledirai la sorte meschina
	Additando chi profitta del nulla.

	Vedi, due dita bastano
	Per alzare la testa all’uscio di... vita.
	Basta niente - al rimbocco di maniche - 
	Vestire a festa il tuo nuovo germoglio.

	Al gioco di bimbi - ancora semina tua - 
	Braccerai dieci speranze.
	Saprai - capace alla scelta - 
	Diversi sapori di frutta.
	Guarderai negli occhi
	Chi aspetta a casa
	Ad allungarti la mano
	Con sorriso misto a sudore...
	Per due dita di... felicità.


				Pag. - 30 -

Ora che non ci sei

	Che di stormi audaci mi parli,
	non legano giostre.
	- Stagioni in fiore tacciono.
	Che gite per desiate vie, prometti,
	ferite non chiudi.
	Sei giacigli di nuvole
	Per sogni velati
	A rinviate partenze.
	- sinfonie vaganti di grilli in concerto
	per speranze sprecate in embrione.

	Non baci rinvia il marinaio infedele
	A occasioni perdute: sono sempre
	Promesse agli occhi di luce
	Nel misero porto di nebbie.

	Senza maschera - seppur tremante - 
	Sarai culla d’ingannevoli specchi.
	(Ora che non ci sei).
	Colta in flagrante in rime sicure
	Coi capelli sciolti
	Per l’incerta mano.


				Pag. - 31 -

Momenti particolari

	Sul cuscino la sposa
	Ha lasciato una lacrima.
	Dietro l’angolo un vecchio
	Chiede triste moneta.
	Un bimbo rincorre speranze tra il verde
	Nella notte un passo
	Scandisce i pensieri.

	Aiutami Tu!
	Io non ricordo.
	Aiutami a credere
	Che ho scelto bene
	La mia strada.
	Dammi un minuto,
	un attimo solo
	per un cenno,
	una parola...

	Frammenti di un sogno
	In carezze al mattino.
	Spiragli di luce
	Perduti nel nulla.
	Le mani si cercano
	Come fosse un incanto
	Un filo di voce
	Raggiunge il Tuo cielo.

	Aiutami Tu!


				Pag. - 32 -

Casa mia

	Avvertendo il passo deciso,
	scodinzolando si avvicina ‘Byg’:
	gli lancio un sasso lontano
	prima abbocca, poi torna ai miei piedi.
	C’è bisogno di cura alle rose,
	ai limoni posti più in là,
	ma il sospiro di pane sfornato
	poggia in attesa i miei semi.
	Tra poco ci sarà vendemmia:
	e’ ora di pensare ai tini.

	Qui è casa mia.

	Il tratteggio noioso di frasche
	Rivela funghi in semiombra,
	ma la rotta di passeri è chiara.
	Dai tetti a contare le stelle
	- Con luna calata nel pozzo...
	Adagio, per non svegliarle.

	Quel peccato che ormai conosco
	Porterà passi nudi tra zolle
	Nella notte legata da lucciole.
	La voce di stagioni amanti,
	Con agosto di mostra - ed il contrario - 
	Cullerà favole sperse.
	Alla frangia in disordine
	A sguardi di nuvole
	Presterò neve in cornice
	- Con colori per l’alba nuova
	In cerchi di raggi per casa mia.


				Pag. - 33 -

Per Viver di Vita

	Oggi sto giù.
	Appena sveglio  già tanto giù!

	Guardo finestre e soffitto senza vederli.
	Inseguo strati di nuvole troppo distanti
	Per la mia mano.
	Vorrei dare la spinta latente
	Proporre ai mercanti di sogni di andare via
	...con l’invito al prossimo aprile
	perché anche dentro sia più chiaro.

	Così, ci staresti bene tu
	Fin dove arriva la mano.
	Sono certo, ti saprebbe cercare,
	poi cercare e...trovarti al tocco.
	Non basterebbe, lo so,
	ma tu non hai mai detto “NO!”

	...E la finestra darebbe luce.
	...Ed il cielo a sfiorarmi le dita...
	Anche tu sapresti trovarmi
	Con te, per te, da te... in te.
	- in quei gesti convenzionali
	per vivere ancora
	di vita, ancora...

Dieci in... amore poi una

	Ci sono capre che vanno a fermarsi
	Sulla biscia nell’erba, e godono a farsi succhiare
	Le ragazze anche godono a farsi toccare.

	(Cesare Pavese)


				pag. - 37 -

Solo te

	A volte penso
	A volte parlo
	A volte scrivo

	A volte gioco
	A volte chiedo
	A volte muoio

	A volte canto
	A volte leggo
	A volte viaggio	

	A volte odio
	A volte fuggo
	A volte amo	

	Però ogni volta...
	Penso, parlo, scrivo te...
	Gioco, chiedo, muoio te...
	Canto, leggo, viaggio te...
	Odio, fuggo, amo te...

	Vorrei dire: “A volte te”
	Ma è solo e sempre
	Solo te.


				Pag. - 38 -

	Per una lei che va...

	Il solitario non viene;
	byg si arrabbia, ma io
	sto sognando una donna
	e un’altra per farci l’amore.
	- fine di un lento suicidio:
	giocare a testa o croce.

	Straniera la mia regina;
	Vende i suoi occhi ed altro
	Per un prezzo da niente...
	Quanto darei di più!

	Io darei di più
	Alla donna che sto sognando...
	E all’altra per farci l’amore.
	...E forse resterebbe poco,
	Quasi niente per te,
	r e g i n a     scesa dal mio trono.

	Dedicato all’amore

	A chi gesticola
	O inventa giochi di unghie
	Nei momenti di fragile cuore.

	A chi guarda all’alba di un sogno
	- Un po’ di mare, un po’ di lei,
	Quando dentro è paradiso ed inferno.
	
	A chi si spoglia con guance rosse...
	A chi crede che non è peccato...
	per quel pezzo di cuore
	dedicato all’Amore...


				pag. - 39 -

Inno ad un Atto D’Amore

	Eccoci.
	Ti parlo del mondo
	Ti spiego cos’è
	Quel manifesto alla parete
	E un po’ ti chiedo il perché
	Dei capelli così...

	Sbirci tra le mie cose.
	Cambi posto ai dischi
	E mandi i tuoi occhi a zonzo.
	I miei versi ti illuminano
	Un po’ mi conosci,
	ci trovi tanto di te e di me...

	Non so se la buffa teoria
	Ti ha portata qui con mani colme...
	Solo, capisco perché siamo insieme,
	senza voglia di aspettare ancora...


				Pag. - 40 -

	Improvvisato

	Sul letto improvvisato, un prato,
	scambiano pareri sull’amore.
	- Esperienza più, esperienza meno,
	dopo una gara di parole.

	Lui non sa trovare un posto per le mani;
	Lei ha un po’ paura di sbagliare.
	“Cosi!” senza saper come
	suggerisce dettagli di un sogno,
	ma sulla tela di un pittore non c’è
	più di sedici anni... diciotto...

	E’ finito tutto - da un minuto
	Forse da un’ora - lui confessa
	Per primo: “Ho inventato i miei amori...”
	Lei accenna un sorriso: “Ho letto tanto
	Di Messalina...”.


				Pag. - 41 -

L’Amore dei poveri

	Cara, stasera usciamo. Ti porterò
	In giro per la nostra città. Poi
	Ti farò scegliere tra la pizza o un film...	
	Magari tutt’e due le cose.

	Cara, non pensare a scherzi e neppure
	Che sia matto. Aspetteremo una stella
	Cadente prima di entrare in casa,
	perché dovrò dirti cose che questa vita
	calpesta...

	Cara, voglio darti un bacio. Ma sciocca,
	perché piangi? E’ il tuo uomo
	- uomo con te - Il tuo uomo
	Che ritorna bambino e che ti amerà,
	stanotte, solo perché ti ama.


				Pag. - 42 -

Tutto il resto

	Sei come l’acqua, forse come il niente
	Sei quasi... quasi... immensa.
	Ti giri intorno, ma a diciottenni
	Piangi o ridi sei sempre bella.
	Sei l’amante, forse il desiderio,
	segni la tabellina del ‘sei’.
	Poi quei capelli, il tuo trasparente,
	non mi prende il voluto ingenuo.

	Era zona calda il tuo corpo acerbo
	Centellinato da mani, bocca e resto...
	Aria di mare a stagione chiusa,
	non ti volevo in quel dicembre a stenti.
	Così eccomi a pensarti ancora.
	Se cambi il passo ai miei momenti
	Non ti sgrido per questo.
	Sono teorie quelle sull’amore,
	tutto il resto sa di me e te.


				Pag. - 43 -

Adesso che sei qui

	Ti ho aspettata tanto che...
	Adesso che se qui si calma un po’ la voglia.
	Ti ha parlata tanto che ...
	Adesso che sei qui, non so cosa dirti.

	Volevo tanto questo incontr
	E non solo per portarti a letto.
	Volevo guardarti tutta
	Al di là dell’imbarazzo...
	E adesso che sei qui non so ...

	Per te ho scritto tanto che ...
	Adesso che sei qui
	Non so scegliere un verso.
	Per te ho viaggiato tanto che ...
	Adesso che sei qui
	Non so muovere un passo.

	Volevo tanto questo amore
	E non solo al gioco di tempo.
	Volevo tanto chiamarti
	Per sfiorarti la voce.
	... E adesso che sei qui...
	non so. Davvero non so!


				Pag - 44 -

La Scema

	La scema: eccola che torna!
	Appare all’ingresso col sorriso a metà.
	Qualcuno dietro le vorrebbe parlare.
	E’ bella la scema, e si gira un po’
	Col suo sorriso a metà.

	Poi mi è vicina, si ferma ...
	Sul suo volto una luce.
	Non è amore, ci giuro,
	ma qualcosa di più, di meno ...
	da dare, da avere, da lasciare sulla spiaggia
	per il calpestìo di ricordi bisestili.

	Cosa dire adesso per non cadere
	Nella noia di un verso già ripetuto?
	Ha già parlato tanto la mia mano
	Le mie labbra su di te...
	Che ora non saprei proprio in modo diverso ...
	Perciò, perdonami, scema,
	se sto qui a ringraziarti,
	se sto a dirti di volerlo ancora
	prima di andare, tu, io,
	chissà dove, chissà con chi...


				pag. - 45 -

Signora

	Non si sa mai l’ora, poi
	Mi raccomandi tanto.
	Dicono che è sbagliato
	Ma io sogno molto.
	Già, fuori c’è il sole,
	devi essere diversa,
	c’è gente, tanta gente,
	e tu sei solo una ‘Signora’.

	Forse un capriccio, il tuo,
	qualcosa di nuovo per me
	e dolcemente crudele
	ci nascondiamo dietro un dito.

	Io ti aspetterò seduto,
	dove tu, signora, lontano
	da occhi indiscreti sarai
	la ‘mia’ signora...
	E guiderò la danza.

Come terra feconda (lei mi darà un bambino)

	Lavoro da tempo una terra fertile:
	Inondo campi come fosse il mio unico...
	Estirpo gramigne giorno per giorno
	Non lascerò rami secchi, uva persa ...

E’ la mia donna che cede

	I suoi frutti in sapiente mani.
	Crede ogni volta ai sogni ...
	Veri che le racconto.

	...E come terra feconda mi darà
	Un raccolto al ricordo di annali...
	Scriverò il suo nome con un filo di sangue
	Per sentirlo ancora un po’ più mio.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)

Pubblicata il 31-07-2012

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Commento dell'autore

Presentazione dell'editore

In una competizione sportiva
il valore dei singoli è
giudicabile con metri più o
meno univoci. Anche le
premesse per riuscire in un
campo qualsiasi sono legate
a determinate circostanze,
spesso fortune, che
difficilmente fuoriescono
dai canoni abituali.
Solo raramente, viene presa
in considerazione la novità,
il bumm del diverso, anche
se poi, nella migliore delle
delle ipotesi, i consensi di
un successo restano spesso
contrastanti.

Nel campo letterario, e più
precisamente in poesia, le
speranze di riuscire in
qualcosa di buono agli occhi
degli altri, (nessuno scrive
più solo per se stesso,
ormai...) restano legate al
classico lumicino. Non credo
che questo dipenda dal fatto
che non si apprezzi
l'eventuale bravura del poeta
preso in oggetto, ne credo
che il tutto sia dovuto alla
concorrenza spietata dal punto
di vista numerico. D'altronde
anche Majakoskij affermava che:
"I poeti non vanno, i poeti
non si leggono, i poeti non si
vendono, pubblicare poesia non
è conveniente...". 

Da parte mia sto cercando di
capire le ragioni di ciò,
anche se mi rendo conto che la
poesia nasce in ogni momento,
in ogni occasione del giorno e
della notte, nei frangenti meno
impensati, e per le ragioni più
banali.

Quale contraddizione più
evidente!

Chi non ha mai scritto una
poesia, seppure per gioco?
Tutti, prima o poi, provano
a mettere insieme dei versi;
qualcuno si ferma dopo poche
righe, altri, invece, ci
prendono gusto e proseguono
su questa strada che - sono
sicuro di non fare alcun
torto, definirei tortuosa
e accessibile solo a pochi.
Una volta, però che si è
riusciti a mettere insieme
il frutto di anni di
"lavoro", sorge l'altro
problema: quello dell'even-
tuale pubblicazione.

Ed in questo caso Santi in
paradiso non se ne trovano.
Bisogna accollarsi le spese
di stampa, se si è fortunati
(magari tramite Edizione
Propria) poiché in altre
circostanze si devono versare
nelle casse di questa o 
quella casa editrice che ti
fa il 'piacere' di prendere
in considerazione la tua opera,
altri introiti al di fuori
delle spese necessarie.
Ed ecco che i versi e
susseguenti sogni, restano
nel proverbiale cassetto.

Per me che scrivo anche in
prosa forse il discorso
generale è diverso, ma per
il momento il risultato non
cambia. 

Premessa amara, la mia, ma
la realtà non permette
considerazioni diverse.
E mi fermo qui. Per quanto
riguarda "SCARTINE", mia
seconda pubblicazione,
(la prima è stata "L'Amore
Preso sul Serio"; versi
giovanili stampati dalla 
"Albatros Editrice di Roma",
voglio dire ben poco.
La pubblicazione è tanto
per fare. Mi serve per
qualche concorso al di
fuori dell'ambito di
partecipazione della
categoria "Poesia Singola".
Concorsi che fin adesso mi
hanno solo portato in
premio COPPE, MEDAGLIE,
TARGHE, DIPLOMA D'ONORE,
TITOLI ACCADEMICI, 
ONORIFICI... ma che 
niente hanno potuto nel
campo economico, anzi...

In "SCARTINE" sono comprese
poesie scelte con una certa
logicità del mio scrivere in
dieci anni. Forse non sono
le migliori, forse valgono
poco, letterariamente 
parlando.

Ma valgono qualcosa per me,
per me che ho dato ai versi
tanti miei momenti del
periodo su citato. Non so
quanti la leggeranno, ne so
se tra i lettori ci sarà 
qualcuno che recepirà
il significato, il valore
esatto delle parole, delle
immagini, che solo rare volte
sono state ricercate.

Finora ho scritto
spontaneamente, da autodidatta
- se si escludono i miei studi
universitari in 'Lettere'.

Mi auguro che non ci siano
troppi fraintesi e preannuncio
che mi accingo a scrivere con
stile diverso da qualche... 
poesia.

Ma questo con "SCARTINE"
c'entra ben poco.