Sulla via d'Egitto

Mendicando tra trilustri spazi
che non hanno venture
m'inoltro nell'apogeo dell'ultimo pianto
e nessuna foresta può donare voce
al sole nascente che muove l'Eufrate.
Sei così fragile che la tua forza
muore nei miei riposi.
Sei così bella
che la Luna ha perduto sera.
Sì che ci sarò davanti al tuo specchio romantico
dove cosce muovi a sorsi su are di pietra.
Graffierai la mia schiena
e ne berrai il sangue
come dono... eterno sacrificio per Kali
e di me farai solerte asservito amore
che morirà dei tuoi baci al bromuro.

Ho ceduto i miei occhi ai papiri d'Egitto
al richiamo squilibrato di Iside
amara regina dei miei turbamenti.
Sei stata ingorda e goliardica
nelle pretese sciocche di un amore infinito
adesso di Ramses vorresti le sue cruenti siccità
lo scettro regale che possa compiacerti
ma hai perduto l'occhio di Ra e piangi...
sconfitta... in un erebo glaciale.

Morderò la serpe che prosciuga il Nilo
e ne farò per noi
un’ottomana di stelle...
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Pubblicata il 26-07-2012

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