Il cedro del Libano
Gigantesco, Sontuoso. La sua statura sovrasta il mondo intorno, la sua ombra un recesso. Nella notte, tra turbini di vento e nuvole opprimenti, quando la luna non domina più dal monte e la città dorme sotto comignoli e campanili. Quando il tempo cessa di scorrere e si fa eterno. La notte senza freno, libero il pensiero di vagare, affacciato a una finestra sul mondo. Un colpo di vento, il respiro profondo della misteriosa notte: e il gigante si scrolla di dosso la sua potenza. Si agita, si scuote, si flette. China la fronda più alta, Per piegarsi. Come un giunco, mollemente. Una canna ai bordi di una strada di periferia. Magia di un volto, gli occhi al cielo a invocare perdono.
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