Stamattina
Oltre la porta, il mistero divino, animato di fresco sentore, in un amplesso di luci, penombre, di gocce sfuggite ad una pioggia insistente, di fughe improbabili su vertici di accessi proibiti. Come una montagna incantata che brilla lontana, oltre le distese di fertili plaghe, in quell’infinita distanza di vuoto, che riempie la vita di ognuno. Una promessa di pace, una certezza di un bello che appaga, una corona di stelle lucenti, in una luce che ha il sapore dell’inganno, di torbide faide. La voglia di catturare chi si attarda a guardare, per misurare la propria pochezza con il lussurioso processo divino. Osserva la grazia di quell’utero pervaso di luce, ai primi chiarori di un giorno che ancora non ha definite le ore, né di alba, né d’aurora. E’ la luce del primo mattino del mondo, il tempo in cui l’uomo scopre di esistere, al di là di quella materia insufficiente a definire.
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