Panorama da San Miniato

Si stende in riva d’Arno la gran villa,
fin dove l’occhio  arrivar conviene;
cupo il monte nero,
ne definisce il contorno con infinito amore.

Il silenzio di un attimo è senza fine,
se il cuore apprende ciò che la mente esprime.
La grandiosità di un uomo sente in sé i confini
di una nullità che lo sopravanza
e prova la gratuità di un amore che lo contiene.
Quando la bellezza si definisce come spontaneo dono.
Quando s’assopora della fine delle cose il dolce aroma.
La sete di infinito che definisce l’uomo
si comprime in un afflato di armonioso assioma.
Nulla è pari alla bontà di un quanto,
quando definisce chi lo rapprende,
in una sintassi di frasi eufoniche
e in sillogi complete
che definiscono l’intensità di un essere
dotato di limitati fini.

Spazia l’occhio da una guglia a un campanile,
finché del Brunellesco la gran mole in sé li tiene.
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Pubblicata il 06-11-2012

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Commento dell'autore

Una mattina,
difronte al panorama
di Firenze