L'infinito
L’onda va, smisurata possanza. Poi ritorna per infrangersi lassa. Nel turbinio dei moti, che la sua risonanza innalza. Luce, mare, cielo e terra coniugati in versi. Per dire amore. Amor che il cuore infiamma e vibra all’unisono col mio sentire. Mentre il guardo mesto, avendo in cuor la dismisura di tanta magnificenza, tra la mia pochezza e l’alte sfere che dinanzi a me si sciorinan tutte Nulla può esprimere la gioia dinanzi ad un creato che si mette in mostra. Per ricordar che l’uomo è creatura che si nutre e riceve questa potenza, sol che lo sguardo intenso fissi innanzi a valutar la sua pregnanza, dinanzi a un tutto che sopravanza. Volano alti dei gabbiani e una barca solca l’onde al limitare dell’orizzonte, ove il cielo sprofonda in mare e tutto pare in uno diventare. Come la vita mia che giusto l’oggi non contiene, desiderando sempre andare avanti; come fa l’uccello che scruta il mare, fissando un punto verso il sole ove le sue forze diventano risposta all’infinito. Ch’è dismisura della sua statura con il creato.
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