La lacrima
Quante albe hanno baciato il mio risveglio specchiandosi nei miei occhi stanchi velati dal silenzio di lacrime mute immobil come cristalli lucenti di tutti i miei desideri ormai spenti. La notte si ammanta del suo nero più oscuro non si accendono le stelle la luna mi nasconde il suo candore io resto strozzata in un gemito di dolore tutti i miei perché si scontrano con il cuore vogliono sapere se andare o restare galleggiare sulla superfice della mia coscienza o annegare nella più profonda dimenticanza. Le mie inquietudini mi fanno compagnia nello scandire delle ore nel silenzio assoluto odo solo il rumore del loro perenne danzare volteggiano sulla mia anima con passi lievi e furtivi lasciano impronte pesanti calpestano i miei sentimenti più vivi. Intanto il buio si allenta premo sul tuo corpo le mie mani resti immobile e incosciente dentro lo stesso letto siamo lontani io annaspo nei miei deliri tu accanto a me non sai di essere assente. Una nuova alba scivola dolcemente sulle ore non più piccole del giorno si fissa nelle mie pupille quell'ansia opprimente svanisce il tuo sbadiglio mi dice che tra un istante vedrai la luce del nuovo giorno che ti è venuto a salutare pensi che nella quiete della notte ho dormito abbracciata ai miei sogni ma una lacrima scivola timida e si posa sul cuscino forse è la speranza di un sogno... ... l'ultimo... di averti vicino.
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12-04-2014 | Cagnacci Marzia | Grazie cara Ritanna, si è proprio come hai percepito tu! |