Lago e forme. Canto onirico

Scoria di anapesti
ritmi e sambuche giacenti
ilarità di egre consonanze
pletorici vocalismi e sciancati

tutto si raccapriccia a questo sole
che ha sulla fronte
freddo chiasmo di notte incipiente
che ha mani lorde di terra
da battigie raccolta di isole australi

soppalco di ipotiposi e ruggiti
d'ispidi florilegi, arricci
di luride verminaie

s'intreccia, la poltiglia, con ali di farfalla ossidate
con barche dai nodi troppo distratti
naufraganti lontano dai moli celibi
verso il centro di un'acqua liscia di piombo

fuga di salvezza, escamotage
attendono
le sibille che più non sanno
cos'è silenzio, il canto cos'è

vapore, ruvida coltre
si accalca in riva al lago
si raffredda, tutto, a raggi di stella nana
che ha esploso espulso
miliardi di anni
ventagli d'idrogeno, metani mefitici

ora è tutto un piano
vuoto, silente
oblio disteso, azoto muto.
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