La mia vita in una tazza di caffè

Una moka borbotta, ed io che ho appena preso una pastiglia per la pressione, mi rilasso,
ne ascolto il suo rumore. Seduta sul divano rosso che io e lui abbiamo scelto. Mi assalgono
i ricordi.
Il nostro primo caffè a casa, io 19 anni, e lui 27.
Il mio bel tenebroso morettino, era tutto mio, finalmente sposati. Abbiamo brindato col 
caffè, glielo avevo portato a letto
e lui mi aveva attirato a se... da allora si iniziava la giornata sempre con un caffè.
A sprazzi altri ricordi.
Un bimbo biondissimo, il nostro.
Aveva sette mesi, in braccio, impaziente, in attesa del suo latte già pronto, ma ancora
troppo caldo e noi ci si concedeva sempre e ancora il nostro caffè.
Mentre il nostro fantastico bambino
Si toglieva il ciuccio, lo imbeveva dentro la mia tazzina ,gustandosi lo zucchero con una 
rapidità.
Esagerata.
Goccia dopo goccia ,mi accorgevo che mezza tazzina era quasi esaurita. Glielo dicevo fra 
il serio e il divertito, e lui che sembrava già capirmi ,mi offriva il suo ciuccio imbevuto.
Che belli i nostri caffè a tre.
Il caffè ha sempre segnato delle svolte ,non me ne ero mai accorta...
Bello anche quel caffè al mare , mentre la casa dormiva ,io e lui svegli per primi, dal 
terrazzo si guardava i riflessi di quel mare che sembrava brillare. Con le sue mille 
striature ,lo sognavo per tutto un anno e lui lo sapeva, per questo aveva progettato 
quella casa.
Ci si godeva il silenzio interrotto dal cinguettio degli uccellini.
Poi lui spariva ,dietro casa e arrivava con una manciata di fichi scelti appena raccolti, 
li raccoglieva per la nostra secondogenita , la piccola non gradiva ancora il caffè, ma 
il suo profumo la svegliava ,la tirava giù dal suo lettino. la nostra piccola aveva tre 
anni mi sembra di vederla! Si alzava assonnata e sedeva sui gradini dell'enorme terrazzo, 
con la sua vista verso gli oleandri il mare i pini. Anche lei ammirava il mare, mentre suo 
padre le portava i fichi ancora gocciolanti di latte.
Sorrideva un po' spettinata deliziosa, già un po' abbronzata, ci guardava bere il nostro 
caffè, ma non lo assaggiava.
Adesso, pero' anche lei non potrebbe iniziare una giornata senza il suo caffè.
Un Natale le regalai una macchinetta speciale che le facesse da sveglia e le facesse un 
ottimo caffè.
Era un modo per farmi perdonare, una mancanza che non riesco nemmeno a ricordare.
O forse sì , ma non mi va di raccontare. Quel caffè sostituisce me, e chi ormai purtroppo 
più non c'é....
Per cacciare via la malinconia ,penso Al caffè bevuto con tanti amici ,con tazze colorate, 
Era il mio cinquantesimo compleanno. Festa a sorpresa, me l'avevano fatta grossa i miei 
amici quell'anno.
"Aiaiaiaiai Sono cinquanta! "
urlavano a squarcia gola davanti a casa, loro, erano in trenta invece.
Avevano una sfilza di canzoni da dedicarmi. Erano uno spettacolo quei miei amici teatranti!!
Sento ancora la mia risata mentre li saluto e chiudo la porta di casa. Sento ancora un 
odore forte di caffè. Quattro macchinette avevano impregnato la casa .quanto mi piaceva 
quel profumo!
Come mia madre , mi piaceva guardare i residui di quella festa, non era disordine,
era arte, era allegria, era gioia condivisa. Quei matti della compagnia teatrale mi
spronavano con il loro affetto ad andare avanti, a superare anche la malattia di mio 
marito.
Loro mi avevano insegnato a ritagliarmi momenti di allegria recitando.
Che traguardo quei cinquanta. Erano venuti tutti per me!
Avevo sognato  No le tazze coi fondi di caffè me lo avevano confermato.
Caffè caffè caffè! nella mia vita sempre un buon profumo di caffè...ancora un goccio
di caffè, finché vita c'è.
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