Non lasciatemi solo
Non le parole dove attingere l'essenza della vita né la mente ,pronta a costruire ostacoli per ogni visuale sconosciuta ; ma il volto riconoscibile lasciato nell'indifferenza a guardia di un'anima udibile ad ogni richiamo . Adesso nella bocca rimane appena il sapore amaro di un sigaro bruciato mentre il vento solleva portandole altrove le aspettative , che senza una direzione giusta si perdono nel risucchio di un mulinello improvviso . Tu di questo giorno non conosci la direzione; mentre la polvere ricopre l'orma quasi vinto ti lasci andare ad un'insopportabile gemito; e ancora la tua voce disgiunta dal presente rinnova l'appello : - Non lasciatemi... non lasciatemi solo !
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22-03-2015 | Redazione Oceano |
Al lettore implicito, l’umana sofferenza di un narratore che racconta di sé tra morfemi che sommati, giunge a pensieri chiusi in timori e paure. Al lettore reale cogliere il gemito finale di un’invocazione che è anacenosi implorante, epifonema dal pathos struggente in un topos che del pensiero soddisfa anfratti riconosciuti nei propri insondabili divenire. |