I veri doni

Molti anni fa, in una cittadina capeggiata da un grande castello, ci viveva una regina, la regina più
buona e saggia che il popolo aveva mai conosciuto. Aiutava i più bisognosi, ascoltava i problemi dei
cittadini e faceva di tutto per risolverli, era molto altruista e aveva a cuore il bene del suo popolo
molto più di se stessa.

Però, ogni volta che arrivava il giorno di Natale la regina diventava triste perché le ricordava che
i suoi genitori non c'erano più e lei era da sola. Perciò mentre tutti i cittadini lo passavano felici
nelle loro case con le rispettive famiglie, lei si chiudeva nel castello e rifiutava ogni tipo di
festeggiamento. Era vietato addobbare il castello con qualsiasi festone, nessun albero di Natale doveva
essere decorato e non si potevano nemmeno cantare canzoni natalizie in sua presenza. I servitori non
vedevano l'ora di finire le loro attività domestiche e poter tornare dalla propria famiglia per festeg-
giare il natale. La regina li invidiava molto perché avevano una famiglia con la quale passarlo insieme.
Quando era molto piccola non vedeva l'ora che arrivasse il natale. Ogni anno lo aspettava con così
trepidazione che sembrava non aspettasse altro dalla vita. Era la sua festa preferita non solo perché
riceveva un sacco di regali ma perché era il giorno in cui i suoi genitori mettevano da parte i loro
doveri e impegni per stare tutto il tempo con lei.

Il castello si addobbava con numerosissimi festoni e luci di ogni genere. Un grandissimo albero coperto
dai più stravaganti festoni dominava la sala dei ricevimenti e ogni anno si organizzava un ballo dove
la regina poteva sfoggiare i suoi abiti più belli. Non appena i suoi genitori morirono a causa di una
brutta malattia la regina fece sparire tutto questo. I servitori cercarono in tutti i modi di farle
cambiare idea ma non ci riuscirono. E così il Natale non era più una festa per gli altri ma ognuno
doveva festeggiare per conto proprio cercando di non dare troppo nell'occhio per non essere visto
dalla regina e provocarle così ulteriore dolore.

Un giorno il figlio di un servo che lavorava al castello chiese al padre il motivo di tutta questa
tristezza che travolgeva la regina e quando il padre glielo raccontò il bambino divenne triste a sua
volta e decise che doveva fare qualcosa per tirarle su il morale e ricominciare a festeggiare come
facevano una volta. "Forse potrei farle un regalo!" esclamò felice di questa sua idea ma il padre gli
disse che la regina rifiutava qualsiasi dono, non importava da chi venisse recapitato, nemmeno dai suoi
lontani parenti. E così il bambino ricominciò a pensare. "E se il regalo venisse da una persona scono-
sciuta?" disse con aria furba. "Che intendi dire?" rispose il padre. "Se io le spedissi un regalo senza
scriverle chi sono ma semplicemente dicendole che è per lei, sarà costretto ad aprirlo o almeno a leggere
il mio biglietto!" rispose tutto soddisfatto. "Puoi provarci, ma non ti assicuro che funzioni" "Io ci
proverò lo stesso!" e così il bambino fece proprio come aveva detto. Raccolse tutti i suoi risparmi, che
non erano molti ma se li fece bastare per comprare alla regina un ciondolo a forma di cuore, lo impacchettò
e le scrisse un biglietto: “Per la regina, visto che è molto triste la prego di accettare questo regalo
perché possa tirarle su il morale.”

E così quando le fu recapitato fece come tutte le altre volte, ordinò al suo servitore di metterlo nelle
sue stanze senza nemmeno aprirlo e neppure leggere il biglietto. Quando il servo lo raccontò al bambino
lui non si scoraggiò e disse "Non importa, le manderò un regalo più grande così forse si deciderà ad
aprirlo!" "Certo bambino mio, ma ti serviranno altri soldi. Visto che li hai usati per una buona causa
ti aiuterò e metterò una buona parte del mio stipendio!" rispose il padre pieno di orgoglio. "Grazie
papà vedrai che stavolta ci riusciremo!" "Lo spero figlio mio!" E così il bambino raccolti i soldi
dello stipendio di suo padre andò a comprare alla regina un diadema con tre pietre preziose incastonate
all'interno. Poi lo incartò e gli attaccò un altro biglietto “Per la regina, visto che non ha nemmeno
guardato il regalo che le ho spedito precedentemente spero con tutto il mio cuore che possa aprire
almeno questo. Con la speranza che le rallegri il cuore e la faccia tornare felice come un tempo”.

E così anche questo regalo fu recapitato alla regina ma lei fece esattamente la stessa cosa come con il
primo regalo e ordinò al servo di metterlo nelle sue stanze senza nemmeno degnarli di uno sguardo.
Quando anche stavolta il bambino lo venne a sapere non si diede per vinto anzi era più determinato di
prima e così esclamò “Non importa, le troverò qualcosa di ancora più grande che le faccia cambiare idea!”
"Ma figlio mio dove troverai i soldi? Io ti ho dato tutto quello che avevo..." esclamò il padre preoc-
cupato "Non preoccuparti papà, andrò a chiedere in città, ci sarà qualcuno che vorrà aiutarmi per il
bene della regina!" rispose il bambino tutto contento. "E va bene" si convinse il padre. "Ma non fare
troppo tardi, perché quando finisco di lavorare ceneremo insieme e festeggeremo il giorno di Natale"
"Ma certo papà, vedrai se tutto andrà bene lo festeggeremo con la regina tutti insieme!" rispose il
bambino. Il padre incontrò lo sguardo del figlio per qualche attimo e vide che i suoi occhi brillavano
di una luce intensa; la luce della speranza che da molto tempo avevano perso tutti quanti. E così, inte-
nerito da quello sguardo, acconsentì e lasciò che il bambino si avventurasse fuori di casa al freddo.

"Copriti bene, mi raccomando che fa molto freddo oggi!" "Certo papà non preoccuparti!" disse il bambino
e si incamminò verso la città. Dopo un bel po' di cammino il bambino bussò alla prima casa e gli aprì
una vecchietta tutta imbacuccata per il freddo. "Mi scusi dolce vecchietta, sono in cerca di qualche
spicciolo per comprare un bel regalo alla regina per farle tornare il buonumore e far rivivere la magia
del Natale nel regno!" la vecchietta fu talmente impressionata dalle sue parole che subito andò a
cercare il suo portamonete per lasciargli qualcosa e contribuire alla spesa. "Ecco ragazzino, è quasi
tutto quello che ho. Tutti nel regno vogliamo il bene della regina, lei è così buona e non desideriamo
altro che far rivivere lo spirito del Natale tra di noi. Ti auguro di riuscire nella tua impresa!"
E detto questo il bambino la salutò e si incamminò alla ricerca di altri spiccioli. Dopo un po' si alzò
una forte tempesta di neve, il bambino cominciava a sentire freddo e i suoi passi si fecero lenti e
pesanti a causa del freddo che gli ghiacciava i piedi. Ma era determinato ad andare avanti e cercò di
resistere. Arrivò in una seconda casa dove ad accoglierlo fu una ragazzina con un cagnolino in braccio.

Dopo averle spiegato il motivo della sua visita la ragazzina si precipitò dai genitori che gli diedero
buona parte di denaro e gli augurarono buona fortuna. Quando ormai la tempesta era troppo forte il
bambino si vide costretto a rifugiarsi da qualche parte. Si era alzata la nebbia e non vedeva neppure
dove andava. Forse si era perso ma lui continuava a camminare senza fermarsi. Dopo un po' scorse una
stalla abbandonata e decise di rifugiarsi fino a che la tempesta non si sarebbe calmata. Era quasi
mezzanotte avrebbe dovuto tornare a casa da un pezzo. Chissà cosa avrebbe detto suo padre, sarà stato
preoccupatissimo. L'ultima cosa che voleva era farlo preoccupare, lo aveva lasciato uscire e lui gli
stava disobbedendo. Per di più non aveva risolto nulla, aveva raccolto qualche spicciolo e ora era
bloccato dalla tempesta e non avrebbe potuto comprare il regalo per la regina. Poi preso dalla dispera-
zione e dalla delusione si mise a piangere.

Nel frattempo il padre stava impazzendo dalla preoccupazione. Anche la madre era disperata e così
andarono a chiedere aiuto alla regina che, venuta a sapere del gesto del bambino si impietosì e mandò
subito delle guardie a cercarlo. "Perché stai piangendo?" gli domandò qualcuno ma il bambino non
riusciva a vedere chi fosse a causa della nebbia. "Perché sono solo, ho freddo, sono bloccato dalla
nebbia e non posso tornare a casa. I miei genitori saranno preoccupati e tutto perché ho avuto l'inco-
scienza di andarmene in giro con questo tempo in cerca di qualcosa che non servirà a niente!"

Improvvisamente il bambino aveva perso tutto il suo ottimismo e la speranza che aveva all'inizio della
sua impresa. "Posso chiederti cosa stai cercando?" chiese la voce. "Un regalo per la regina che le
faccia cambiare idea sul Natale e sull'importanza di festeggiarlo insieme. Volevo che fosse felice
perché mi sembra giusto che a Natale tutti devono essere felici, ma ho fallito." "No, tu non hai fal-
lito!" rispose la voce "Hai dimostrato alla regina che tu e il popolo le volete bene e che le siete
vicini anche nel momento in cui si sente triste. Lei imparerà che non è sola ma può contare sulle 
persone che le vogliono bene." "Ma come fai ad essere sicuro che lo sa. Non sa che io sono andato a
cercarle il regalo e non sa nemmeno degli altri che gli ho fatto perché non li ha nemmeno guardati."

"Non preoccuparti, la regina sta mandando qualcuno a cercarti, vedrai che tu con il tuo gesto le hai
aperto gli occhi!" E così il bambino incuriosito le chiese "Posso sapere chi sei?" "Sono lo spirito
del Natale, per anni anch'io mi sono perso. La gente mi ha dimenticato ma grazie a te finalmente sono
libero di tornare nel cuore degli uomini. E ricorda quando trovi la strada della speranza continua a
seguirla. Se trovi un ostacolo fermati un attimo per riposare poi però trova la forza per continuare.

Se la strada è quella giusta e la segui con la bontà nel cuore nessuno potrà fermarti. Prima o poi
arriverai in cima, non importa quando, non importa come, l'importante è che tu ci creda fino in fondo!"
"Grazie spirito per queste belle parole!" disse il bambino ma non appena terminò la frase sentì dei
passi e delle voci in lontananza che chiamavano il suo nome. Sollevato uscì fuori dalla stalla e
chiamò le persone che lo stavano cercando. C'erano anche i suoi genitori che subito gli corsero
incontro ad abbracciarlo. "Mamma, papà scusatemi tanto se non sono tornato presto ma mi sono perso
nella nebbia! Non volevo farvi preoccupare!" "Oh, figliolo. L'importante è che sei sano e salvo!"

Dalla nebbia spuntò una figura che il bambino all'inizio non riconobbe, poi quando gli venne più
vicino vide che era la regina, avvolta in un mantello bianco e sorridente gli disse "Mio caro bambino,
sei stato molto imprudente e hai fatto stare in pensiero i tuoi genitori! Ma mi hai dato una lezione
importante; ho capito che anche se i miei genitori non ci sono più io non sono sola perché ho il
vostro sostegno e il vostro rispetto che è una cosa molto importante. Ma ho anche un'altra cosa molto
importante; l'affetto del mio popolo che mi ha sostenuta quando hai chiesto in giro aiuto per un dono
molto grande che sono contenta di aver ricevuto!" "Ma io non sono riuscito a farvi ricevere quel dono,
mia regina!" rispose il bambino che stava quasi per mettersi a piangere. "Certo che l'ho ricevuto"
rispose con affetto la regina. "Ho ricevuto il gesto più bello che potessero mai farmi. Tu oggi mi hai
donato un po' del tuo amore e mi hai dimostrato con la tua determinazione che io sto sbagliando a non
festeggiare con voi questo magico giorno. Perciò farò allestire la sala dei ricevimenti e addobberò
tutto il castello con tutti i festoni possibili e tutti voi siete invitati al ballo che si terrà questa
sera al mio castello!" Il bambino cominciò a piangere ma questa volta non per la tristezza bensì per
la felicità. Da quel giorno il Natale si festeggiò sempre con tanta allegria e lo spirito natalizio
tornò nel cuore di tutte le persone. La regina scartò tutti i regali che aveva ricevuto in tutti questi
anni, quelli più preziosi ricevuti dai parenti li donò ai più poveri e ai bisognosi, mentre quelli del
bambino e dei suoi sudditi li fece appendere nel suo grandissimo albero di Natale che fece mettere in
piazza in modo che fosse visto da tutti e illuminasse la strada ai forestieri che si rifugiavano in
città per un pasto caldo o semplicemente cercavano un posto in cui ripararsi dal freddo.
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Pubblicata il 03-01-2013

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