Testamento

Sarò carne come la terra per tutte le mani.
Ho edificato nel mare dei miei giorni 
la mia reggia perenne di colore azzurro
sotto quel salice dalle mille foglie 
con bandiere di paesi che non ho salpato.
Io ho amato il pane il vino la risata 
del dente cariato ch'empiva le mie fatiche
ma ora che l'ultima onda bagna la fronte
e chiude al suo ritiro lento
la mia palpebra sulla rena umida
portatemi su quella zolla calda
e come un centauro selvatico di bosco
amerò il trotto del fulgido stallone. 
Io laverò le vesti colorate ai bulbi dei tulipani
per la sortita del ricordo senza rimpianti 
ma voi al timido accenno di primavera 
che silenziosamente corona i campi.
date aria e corsa ai miei scritti.
Contengono le ragioni del cammino libero. 
A me non servono più.
Qui tutto è scarmigliato da un volo soave.
Vi amerò sempre.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
30-03-2013 Pierro Antonio Grazie redazione dell'Oceano per il commento espresso.Si, quello che ho scritto in questa mia poesia è un vero e proprio testamento poetico che esterna la mia anima. Grazie per il complimento relativo alla sensibilità.Una buona Pasqua a tutta la redazione
30-03-2013 Redazione Oceano Trasmettere in eredità i propri pensieri, credo sia il desiderio di oguno di noi; è un bene che va al di là di quelli materiali, si lascia una traccia indelebile delle proprie emozioni e della propria anima e potremo immaginare che una parte di noi resterà per sempre e non svanirà nel nulla. Complimenti Antonio, sempre grande sensibilità.