Le ottuse geometrie del tuo ingegno...

Le ottuse geometrie del tuo ingegno

Negligenza della mia pelle 
quando mi tocchi, 
che divora i sospiri 
delle tue dita, 
sfiorando il muschio 
del veleno, 
che lascia le ceneri 
della tua bocca.

Cielo, 
nel nord del silenzio 
impanato di carezze, 
nei gomiti 
delle mie ingegnerie, 
scoprendo che si può troppo, 
quando imbratti 
le tue sottili ciglia, 
con le ottuse geometrie 
del tuo ingegno.

Ammuffita di tristezza 
una lucertola si annida vicino 
al fuoco respirando la sordità 
della notte.

Si disidrata il mio sangue 
coagula di nostalgia ...

E nella scienza che attraversa 
il sapore della memoria, 
non riesce neanche ad essere bolla, 
di un bacio che comincia, 
che appena sopporta un volo ...
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