Mai (più) tuo

S'arriccia cellulosa
odorosa a spalle
che accorciano chiome
lisce a suggestione
d'occluse pagine (in)attese.

Fragile denuda inchiostri
a parto che aff(l)igge
ferme lettere insite a penna
oltre frecce-carezze d'altri occhi
bulimici d'anoressie ravvisate.

Si scolla costola d'eremita
rompendo bozze (in)spiegate
nei chiari in-cauta-mente o-scuri
di preghiere a braccio non più tuo.

Segue s'insegue
feroce aria in-chiodata
dolci onde in verbo
sbriciolando (d)io in miriadi d'io
liberi da ogni sè
nel concerto mai (più) tuo.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
14-07-2014 Redazione Oceano Agli occhi sofferti da pene sbriciolate senza odore, balla l’inchiostro colpevole. Svelato senza vergogna il non più celato sé. Mai più! Non più appartenenza, non più intimo, non più nessuno. Dolore allo strappo nelle spalle che accorciano chiome lisce, dolore invasato e inchiodato. Ora mai nel mai, più tuo! Nero buio? Chiome inchiodate? Una realtà, mai!

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Pubblicata il 10-07-2014

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