Quante volte

Quante volte
sgomenta suono inesplicabile
così morto di vita nella vivente
presunzione d'isolamento.

Quante volte
scordato s'accorda ad
ans(i)a di coste corporee
dolcil-mente infinite di spirito.

Quante volte
in-determinata-mente
muove denso sentire
al di là di noi
colmo di salvezza ignara.

Quante volte
dissipati s'assiepano
nel verde ventre di un ritmo
di labbra a ciglia
innalzati a vibratili accordi.
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01-10-2014 Vieni Rita Quante volte ciò che non si può spiegare causa parole, all’indizio indiziato in morte apparente, all’eufenismo, all’ossimoro, al presunto stato isolato.
All’anafora, nei versi capovolti, rotta la sintassi, in omoteleuto e in assonanze in libertà, si constata docile l’arbitrio cognitivo.
Ciò che appaga è la non consapevolezza in sé, al soffio ignaro e vago nel vibrare armonioso in connubio, dire e vedere, al sospiro interno di membra che fiatano in note intonate del verde ventre.
L’autrice ha la consapevolezza e l’autorità del verso, i colori e i toni, il ritmo musicale che si aggira tra
il metaplasmo , la sinestesia, il purismo particolare che timbra uno stile personale.
30-09-2014 Redazione Oceano Quante volte … i suoni dispersi s’aggrappano cercando il senso. E capita, a volte, che in quel remoto sentire si ritrovano sintonie per diventare intese smarrite da tempo.
Nel mentre sopito giunge anche quel suono che sembra l’approdo agognato mentre il ritmo affonda in suoni sul dolce sentire che schiude il suo incanto in “… labbra e ciglia … “ emozionando l’ immenso.