Il treno che unisce
Si era quasi chinato respiro a mendace tramonto nutrito chiodo a chiodo nella voce fitta di parallelinfiniti a sapore di bacche fra rossi binari spesi oltre velocità di rondine. Si era appannata fiancata accovacciata esponendo fianco a lurido vetro immacolato divorando luce in gettiti di pelle fra pelli di sedili-odorosi come transiti senza tregua. Si era assopita accarezzando vena di frattaglie (dis)orientate a (s)tagli d'oriente timidamente d'io nello squarcio solare d'addio mentre treno che unisce viaggia nei lembi di sintonie.
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23-10-2014 | Redazione Oceano |
Negli spazi in ogni dove il percorso diventa indifferente se curva su linee pronte a ricongiungere. In tal modo il treno unisce ancora e, se nelle immagini frugate in istanti, perse tra mani allontanate, irrompe lo smarrimento del distacco senza scampo, le rotaie conducono là dove lo spazio ha limiti. Il treno accompagna abbracciando silenzi e partenze nell’ammasso di freddi vagoni e dell’odore saturo di sedili a raccontare storie mentre segue senza tregua traiettorie in viaggi persi all’orizzonte. |