Una vita d'amore
Con te tra il basalto e il mare. Era ieri ,che aspettavo sotto le grate in quell'androne di palazzo, profumi di cucina... e trementina forte..e lacche, decoratori quasi rintanati, nelle botteghe a lavorare d'arte... legni e manufatti, gli antichi arredi di una volta,la gioventù sempre distratta aspetta l'attimo... il suo presente, quella bellezza, scendeva dalle scale di “basalto” quasi nere in ombra ormai perenne e Lei di luce evanescente, insaporiva il tempo mio e la scena c'incontrava ,dentro un bacio fresco... il suo sapore appena terso di lieve crema di sapone ed acqua,suonava una armonia di pianoforte, tra i vicoli adiacenti, suoni diretti e voci a fondersi... pezzi di jazz, provati e riprovati dalle cantine quell'esalar di estro,ci regalava il ritmo giusto e dopo un poco... il mare,scende di ripida involata il lastricato dismesso, e brilla in fili argento l'aria del meriggio il sale del mare che c'investe; si cammina fra il tepore di un settembre dolce, la Villa Comunale ormai ci abbraccia, ed ombre lunghe, a decorare di cancelli antichi i nostri passi. Io t'incontravo in ogni sguardo ,per ogni carezza il tuo sorriso mi salutava ed io felice mi districavo tra i capelli tuoi e le dita e ne scioglievo i vezzi e corde di chitarra, suonavano i nostri mille abbracci, ed oggi che ti amo ancora, so' di aver omesso, le sfumature, i pezzi persi di quei giorni. Effimera distratta la gioventù salta rimbalza d'entusiasmo non cura gli estuari ricchi, che sanno alimentare il grande fiume di un presente... irrefrenabile ,che ama sol se stesso. E solo ieri ti giuravo amore, in quelle strade antiche, e gli alberi di foglie ricchi, di umori e odore di selvatico che si fondeva con la sua bellezza... i volti intorno a colorar stupore, passanti sorridenti, quelli distratti, le critiche bigotte di puritana diffidenza ai nostri ripetuti accosti dei nostri acerbi corpi e noi felicità d'imperturbabile fierezza. "Passato" ancora fresco della sua bellezza, risfoglio icone e abecedari scritti a mano, su quaderni d'amore,e segni ancora desti della sua stella, che luccica parole adolescenti... quasi lezioni, dove gli esercizi eran, quel rotolarsi sulle battigie... intrise del suo gusto di sirena, ninfa sublime, suonavo le sue tese corde come un'arpa, sfioravo con le mani la sua pelle, ed impastavo sabbia e corpo, quel rosa labbra tra le mie, avide... asciutte e i seni chiari, come meduse ad affiorare dagli abissi.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
02-02-2014 | Redazione Oceano | Un meraviglioso quadro del colori della gioventù tra le note di musica, amore e arte, in uno scenario dal sapore antico e coinvolgente. |