Lealtà e generosità

Pensiero del giorno      (30 luglio 2012)

La lealtà e la generosità sono due, tra le maggiori qualità che un essere umano possa racchiudere in sé
e dico “qualità” e non “virtù” per non dare adito, ai soliti malpensanti, che potrebbero incorrere nel
luogo comune, assai restrittivo, di religiosa memoria. Parlare di qualità, a parer mio, significa che
ogni individuo, indipendentemente dall’ambiente in cui nasce e cresce, nonché dal ceto sociale a cui
appartiene, in condizioni normali, ossia “sano” da ogni punto di vista, può, attraverso le proprie scelte
esistenziali ed eventuali percorsi spirituali, perseguire e quindi possedere queste due autentiche perle
che potranno illuminargli tutta la vita, assicurandogli addirittura, se sarà costante, quella pace e quella
serenità a cui ognuno aspira. 

La lealtà, intesa come la capacità di essere sempre sincero, sia in quello che si fa che in quello che si
dice e si pensa, è una dote, a parer mio, che viene insegnata dai genitori e comunque dalla famiglia di
origine. Il bambino, si sa, appena nasce è “vuoto di tutto”, è una tabula rasa, in cui gli adulti a cui è
affidato possono tracciare i primi indelebili solchi di quella che sarà la sua personalità, certamente
uniti alle predisposizioni personali, già possedute in chiave virtuale. Il neonato assorbe come una spugna
tutto quello che gli viene dato, senza capacità alcuna di poter fare una sua scelta. Una volta maturo nella
capacità di ragionare, potrà assumere atteggiamenti diversi, anche in aperta contraddizione con quello che
gli è stato inculcato. Comunque, resteranno sempre le tracce dei solchi primari. La madre, che dice al bambino
piccolo: “Dimmi la verità, non mentirmi mai! Io saprò sempre capirti, aiutarti a risolvere i tuoi problemi. 

Ti prego, non tacermeli mai.” Se il figlio troverà corrispondenza piena nelle parole della madre e la sua
effettiva volontà e capacità di essere liberato dai suoi problemi, piccoli e grandi che siano, instaurerà con
la stessa, un rapporto di grande stima e fiducia, che potrà durare per sempre. Inoltre, ancora, il fanciullo
una volta cresciuto, sarà tendenzialmente sincero nei suoi rapporti affettivi, di lavoro e di collaborazione
sociale, perché avrà imparato a disprezzare l’ipocrisia da cui si terrà lontano. Una persona leale, inoltre,
è sempre amante della giustizia, della pace, propria e altrui, e tenderà sempre a porgere aiuto a chi ha
bisogno od a chi gliene faccia richiesta; quindi, dalla lealtà dipende anche la nostra “generosità”, che altro
non è se non la capacità effettiva di amarci e di amare gli altri, donando quello che ci avanza, ma anche quello
che non ci basta, a chi è in effettive condizioni di miseria e di sventura. Una volta che, un giovane è in
possesso di questi due valori, a cui sempre confronterà se stesso e le proprie azioni, sarà difficile che lo
stesso si converta, qualunque incontro dovesse fare, ad una maniera ossessiva ed estremamente materialistica
di concepire la vita. Come vedete, sempre a mio parere, tutto quello che sembra irreparabile, potrebbe, invece,
essere riportato alla purezza originaria, semplicemente con una lettura profonda e seria di noi stessi, cercando
di recuperare, veramente, quello che siamo, al di là della semplice materia. Ci accorgeremmo che siamo “pensiero
ed anima” oltre che corpo, ed allora riusciremmo a distaccarci da cose di breve durata, che pure sembrano
appagarci, ma che dentro ci fanno sentire sempre più vuoti. Tutto questo, aggiunto alla capacità individuale di
recuperare se stessi come “forza autonoma di giudizio”, ci farebbe vedere i limiti della nostra vita vissuta in
un branco, dove le cose si fanno soltanto per sentirsi tutti uguali: ciò è la morte sicura dell’individuo, che
non esiste più come essere originario ma, al cui posto c’è una collettività, spesso irragionevole, e che
impedisce l’altrui libertà. Tutto ciò che è più comodo non sempre è la cosa migliore per noi, sono le nostre
azioni autonome che caratterizzano la nostra vita e non le azioni di un branco che, spesso svuotato di valori,
segue soltanto il soddisfacimento dei piaceri immediati, senza neanche rendersi conto di essere pilotato dal
potere politico-economico, che li riduce in stupide ed inerti pedine. 

Tornando alla lealtà e alla generosità , che tutti possiamo avere, se a queste aggiungiamo, sempre per scelta
personale, una costante preghiera, questa ci indurrà all’amore verso tutti come prerogativa essenziale della
nostra vita. E qui non si tratta di seguire questa o quella confessione religiosa o di essere atei: ognuno di
noi non è nato per regredire allo stato animale ma per produrre progresso umano e sociale. 
Scusatemi la sincerità ma è così che la vedo.
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Pubblicata il 30-07-2012

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