Naufraghi

Si ergeva altezzosa
quella nave chiamata Sconfitta
tra il mare degli uomini.
Navigava a vele spiegate
fin quando non trovava
il momento giusto
per rivoltarsi.

Ed ecco l’onda,
l’attimo cruciale:
era quello il momento esatto.
E l’onda travolgeva
tutti quei poveri uomini 
che fino in fondo
avevano lottato
a bordo di quella nave;
erano naufraghi,
naufraghi della Sconfitta.

Tutti noi siamo a bordo di quella nave
e lottiamo, colmi di speranza,
cercando di arrivare a riva.
Ma quando arriva l’onda
ci lasciamo travolgere,
pensando forse che la vita finisca così.

E ad un tratto,
se un pizzico di speranza è rimasto,
ci ritroviamo in un paradiso terrestre,
dove tutto è luce,
dove tutto è pace.
E possiamo vedere le tombe
di coloro che non hanno più sperato,
credendo che tutto fosse finito.

La storia di un naufragio
è la nostra vita;
non si muore naufraghi
se la speranza è infinita.
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10-05-2015 Redazione Oceano Nella tua lirica s’erge la vita, quella che disumana non ha tratti di perdono nel recidere il percorso e i palpiti tesi in speranza.
Susseguono intensi i tuoi versi, aggrappando le mani aperte all’approdo e i sogni spenti, tranciati dall’onda del silenzio, dove tutto è ormai illusione arrestata dal limite finito della luce.
Immersi nelle tue parole non possiamo che chinarci al pianto disatteso di un’esistenza afferrata in senso inverso, nel sapore di una lotta vana.

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Pubblicata il 05-05-2015

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