Angelina

Avevi il sorriso dei tuoi nove anni
Quando giocavi con una  piccola 
Bambola di ricchi stracci;
tesoro d’infanzia, tesoro d’innocenza.
Avevi la gioia dei tuoi nove anni
Quando correvi tra la  polvere
ed osservavi rapita il mare
ed i racconti senza tempo
sussurrati dai vicoli di Castellamare
Poi un giorno come tanti altri
Un giorno senza inizio 
Un giorno così maledetto
Un giorno dimenticato
Nelle memorie ipocrite 
Di un paese senza memoria, 
dove si cantano gesta di re
di eroi e di vacua retorica.
Ma tu eri innocente Angiolina
come un fiore appena sbocciato
tra le povere argille di Trinachia;
ma eri la figlia di villani;
ma eri  stirpe di siciliani;
colpevole del tuo  pianto di bambina
di un grido di dolore
quando l’assurdo della guerra
portò via  la tua  nonna
con il fuoco di un generale senza onore.
Avevi la semplicità dei tuoi nove anni
Quando ritta ad un muro
Non giocavi con i tuoi cugini
Ma giocavi con la morte
Ammantata dal  il sigillo di un  monarca.
Per l’ atroce  legge di un regno per te 
Sconosciuto e straniero,
il tuo pianto era un complice reato;
Angelina; brigantessa, rea, criminale
Tre gennaio 1862; i  tuoi nove anni 
Fermati  in un giorno di pallido sole
all’ombra del disonore
delle piume di un plotone di esecuzione. 
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Pubblicata il 03-06-2015

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