La voce della pace

Chiedo un istante solo per me. Ascolta!
Sono una dolce cantilena, butto giù muri e frontiere.
Senti le note lievi del mio fiato?
Scivolano dalle labbra e sanano ferite.
PACE! Sibila il vento.
Sillabe in sospensione pendono dal cielo come frutti maturi,
Cadono nella gelata solitudine del mio palmo
e l’eterno presente dell’amore, aspetta, paziente,
per straripare come torrente che si riversa e si espande.
Da quassù vedo!
Teneri boccioli reclinano il capo su fragili steli,
ventri gonfi sfidano l’invincibile oblio.
Fiumi umani  si tengono stretti, ammucchiati,
come foglie secche fiancheggiano la paura.
Laggiù! Una mano soffoca il pianto di una madre
lo spegne in un lamento che d’amoroso diviene disperato.
Crude mattanze di soldatini di stagno
sotterrano anime da preda,  
scarne sirene giacciono negli acquitrini di felicità segregate.
No, tu non puoi vedere!
C’è una creatura, accoccolata, nuda,
incuriosita dal respiro della terra,
stana e cattura piccoli insetti, masticati, digeriti,
alla conquista di un lampo di vita.
Più in là, in fondo, occhi di pece nascosti da manti
sentono a malapena la carezza del sole.
Insetti danzanti oliano ingranaggi
ronzano tra caviglie ossute
impigliate in listelli corti di perché a mille voci.
PACE! Sibila il vento.
Sillabe in sospensione  pendono dal cielo come frutti maturi,
cadono nella gelata solitudine del mio palmo
e l’eterno presente dell’amore aspetta, paziente,
per straripare come  torrente che si riversa e si espande.
Cosa fai? Piangi? Credi senza vedere?Allora c’è  speranza!
Fa’ presto!  Altrimenti, sarà inutile chiamarmi!
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Pubblicata il 02-12-2012

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Commento dell'autore

Poesia declamata in occasione 
del Convegno
"IL REGIME DI PROTEZIONE
INTERNAZIONALE DEI BENI CULTURALI"
IN CASO DI CONFLITTO
nella Chiesa di Sant'Aniello a CapoNapoli. 
30 novembre 2012

Ho dato alla Pace un'identità
fisica che apre
un dialogo con l'uomo. 
Pace, che da parola astratta
diviene una voce, cosciente
della propria essenza, non più
un concetto filosofico ma un
progetto tangibile che l'uomo
con intelligenza e volontà di
azione può e deve, quanto prima,
concretizzare.

Meditando sulla pace Sant'Agostino
dice: "Da due pericoli bisogna
guardarsi: dalla disperazione
senza scampo e dalla speranza
senza fondamento.