L'anima dei ricordi

Attraverso il vetro del finestrino i nostri sguardi si incrociano, i tuoi occhi mi provocano un fremito,
un'emozione; il volto angelico, la pelle di grana fine e vellutata, l'iride di un azzurro intenso, le labbra
sottili e rosate senza la traccia di un sorriso. I piccoli palmi, appoggiati sul cristallo, lanciano una
richiesta d'aiuto, nella loro lucentezza le pupille mostrano la solitudine del tuo esistere. Indossi un
grembiule candido, il fiocco blu annodato con scrupolosa simmetria, i capelli lisci e sottili, simili nel
colore al grano maturo, trattenuti da un semicerchio di velluto blu.
Sono trascorsi tre, quattro minuti, sufficienti per sentire che ci apparteniamo.
Il semaforo è verde, ti perdo di vista, l'auto scompare nel traffico caotico di questo pallido mattino di
ottobre. Questa notte ti ho sognata.
"Sei distesa sul prato, circondata da miriadi di fiori di camomilla mescolati ai papaveri, guardi il cielo,
incredibilmente terso, stormi di uccelli migranti lo attraversano con una rapidità sorprendente e inattesa.
Apri le braccia gridando: Voglio volare!"
Perché gli uccelli volano ed io no?
"Ci teniamo per mano, senza avere paura, nulla da reprimere o manifestare. Insieme ai nostri pensieri, alle
nostre ossa, ai nostri muscoli, c'è un'altra dimensione: infinita..."

Sei un'immagine reale o un'anima prigioniera del suo passato? Sei perfetta, per sottrarmi alla fatica di
costruire un presente diverso; un giorno sarò libera e potrò sentirmi sopravvissuta ad un mondo che rifiuto
così com'è. Adesso su due rive opposte, domani percorreremo lo stesso sentiero. Leggo il disagio nei tuoi occhi
incredibilmente grandi, alla fine di questo viaggio sarò finalmente felice, perché ci ritroveremo nello stesso
luogo, nello stesso istante.
Mi costringi a percorrere territori inesplorati, il turbamento del nostro incontro lascia emergere il mio
passato, che in questo istante ha un odore così forte, colori così vividi che mi procurano un senso di
vertigine. Ci saranno mille altri modi possibili? Perché devo percorrere, ostinatamente, contro ogni
ragionevole apparenza, sempre e solo la stessa direzione? 

Fine del viaggio.

Nelle tappe di questo brevissimo itinerario a ritroso trovo il balsamo nel sogno, nell'illusione di godere di
sensazioni ed atmosfere che mi allontanano dal reale. Un ripensamento interiore, strettamente personale,
impastato di miopie e sordità, costellato da astri fissi che cerco con cosciente consapevolezza di
addolcire, dove non è più necessario descrivere avvenimenti che, come materia duttile, fanno divenire il
ricordo qualcosa di denso e sottile, che quasi sempre si confonde con la suggestione. Il ricordo mi arriva,
con la rapidità di una meteora e come tale si disperde dopo avermi servito come un addetto ad un cerimoniale.
Mi accorgo che la realtà, rivissuta attraverso il passato si degrada, per divenire una sfida senza senso.
Passato nutrito di fantasia, rivelato appena a me stessa, impregnato di pudicizia, e tra il fatto vero e il
sogno c'è aria, tra l'immaginario e il reale c'è un impasto disordinato di immagini e suoni, verità prive dei
colori originali, senza calore. La mia non è una pausa alla creatività, la motivazione è diversa; le
esitazioni, i pudori a svelarmi si contrappongono repentini ed imprevedibili alla logica degli intendimenti.

Quella mattina che incontrai il tuo sguardo compresi che le nostre anime si erano incrociate, e m'accorgo
adesso che la tua anima fa ancora troppa ombra alla mia. Ho deciso di non aggiungere altro, decisa a
condividere senza mostrarmi, consapevole dell'asciuttezza della vita, matura abbastanza per aspettare nuovi
suoni, rimbombi dal sottosuolo cavernoso della mia coscienza.
L'urgenza di raccontarmi diviene un desiderio nato quasi per gioco, un esordio il cui filo conduttore si rivela
una richiesta d'aiuto, i timori riverenziali verso ciò che appartiene solo a me stessa assumono un ruolo
fondamentale nel vano teatro delle apparenze e giro intorno alla verità senza, volutamente, cogliere la
sostanza della mia umanità. Non è una resa, ma una convinta sperimentazione di piacere e dolore, una necessità
che si rivela come fallimento. Non voglio attingere dalla nudità dei sentimenti, cercare dei sotterfugi per
equilibrare lo scarto tra i limiti e le aspirazioni, e mi rendo conto che nel mio intreccio esistenziale è
quanto mai ridicolo riuscire a trovare spiragli che possano regalarmi giustizia. Azzerare il conto con il
passato è da folli, inutile ingraziare i ricordi con parole pacate e lievi, infiocchettando o sminuendo la
difficoltà di averlo vissuto. L'esistenza è una crudezza mescolata di poesia, non mostra scorciatoie e senza
smancerie e convenevoli, scarta, butta via, ricompone, cancella, ridisegna. E cosa se non la fantasia, che con
originalità e irriverenza, ribattezza e si riappropria della mia vita dandomi manciate di respiro,
allontanandomi con modalità nuove dall'ovvietà.
Segreto e privatissimo è il rapporto con il mio passato. Quando gli odori diventano immagini nitide che mi
fanno capire quello che ero e quello che sono diventata, riesco a perdonare alla vita gli scontrosi pudori che
mi regalano, ancora oggi, notti bianche senza concedermi il beneficio del dubbio.
Ricordi quella mattina di ottobre? Oggi ti ho rivista, ci siamo guardate, ci siamo riconosciute, ma nei tuoi
occhi ho recepito solo il riflesso delle mie segrete nostalgie. Mi hai sorriso, e nella tua espressione ho
rivisto il mio percorso, dall'alto, un inutile volo sui luoghi dell'infanzia, alla ricerca dell'anima dei
ricordi.
Non ti sogno più.
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