Olocausto

Il fumo disegna destini
che brillano come fuochi lontani
riverbero di un canto
ancora tiepido di vita.
Tra effluvi di escrementi
dal puzzo di bruciato
germoglia la paura.
Il vizio della fantasia
allontana vascelli in bottiglia
verso arenili internati nel cuore
di verità perdute
nell'oblio di un attimo dopo.
Ceneri, polvere sulle cose,
impalpabili riflessi
al passaggio di pensieri felici.
Spinto nella terra della colpa
il silenzio di dentro si dilata
tragico
inaspettato
l'oscurità sfugge al dominio dell'amore
e si incammina, sempre di schiena,
senza mostrare il volto.
Il delirio di onnipotenza
firma atti di morte sbavati di rosso
di occhi spariti nella testa.
In ginocchio,
scheletri colti da estasi improvvise,
oscillano tra disperazione e speranza,
ripiegati su se stessi
leccano acque limacciose,
nutrimento di palati crepati
dove ogni goccia conta.
Larve ingombranti di fiumi dolenti
aspettano fino allo stremo,
ma finanche il tempo
stenta a trovarle.
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