Anna dai capelli rossi

Anna, rimase sola nella stanza. Guardava la pistola fra le sue mani, se la puntò al petto,
poi alla tempia; poi la afferrò con entrambe le mani, poggiandola sulle gambe e cominciò
quasi a cullarla, mentre, forse per la prima volta, iniziò a pensare. Ripensò a quanto
era ancora una bambina e si disse: “Io sono stata figlia!”. E iniziò a domandarsi: 
“Ma io avrei il coraggio di uccidere mia figlia?!
E se ora sparo toglierò la vita a una madre che sta per dare una vita, che potrebbe dare
altre vite!
E se sparo ucciderò anche il figlio che porto in grembo impedendogli di vivere la sua di
vita.
Ho il diritto di farlo?!
E quell'uomo che non riconosco più troverà un’ altra donna a cui far patire le mie soffe-
renze. Posso permettere che continui a fare altro male?”.
Mentre pensava a tutto questo ricordò l'anziano nonno che gli diceva sempre: "Le parole 
possono far male più dei pugnali, le parole vincono ogni paura, ogni ingiustizia!”.
Quasi meccanicamente le mani cercarono nel fazzoletto in cui, pochi giorni prima, aveva 
nascosto un bigliettino di un amica che aveva intuito il suo malessere senza bisogno che
lei parlasse. Lo guardò fisso, poi ripose la pistola nella sua custodia, un ultimo sguardo
all'ormai sconosciuto e sbronzo che dormiva in quel letto e chiamò, prima i suoi, poi il 
numero sul bigliettino: 1522 TELEFONO ROSA!
Si sentiva un’altra donna ora; si incamminò per strada parlando col figlio che portava in
grembo quasi a volerlo rassicurare. I suoi la raggiunsero in un attimo nel luogo 
dell’appuntamento, e quasi in contemporanea giunsero due operatrici del telefono rosa,
che l'abbracciarono consapevoli del suo stato d’animo, solidali, e la condussero verso 
una nuova vita!
Mise al mondo il figlio dai capelli rossi e dagli occhi verdi ma non gli parlò mai di 
quel mostro che aveva rischiato di non farlo nascere, ma solo di speranza giustizia e 
libertà!
Oggi Anna ha fondato un associazione in difesa delle donne, si chiama CAPELLI ROSSI!

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14-09-2016 Mortimer Escluso grazie di cuore Redazione :-)
14-09-2016 Redazione Oceano Gli abissi catturano voci e ombre a rubate ai respiri. Nello spazio interrotto della vita, dove siede il gelo della fine, non muore la forza ma divampa per rincorrere la luce: speranza tesa a narrare la possibilità d'essere ancora il suo principio. Si slega, così, nella tue parole il silenzio e l' immenso di una donna, legame inscindibile di un' andare per fendere la lama del dolore.

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Pubblicata il 12-09-2016

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Contro la violenza
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