Uomini di colore tra campi di pomodori
Forse vai in chiesa a Pasqua e a Natale, o uomo bianco, malvagio caporale, e al tuo Santo chiedi perdono, forse a San Pio, per i tuoi peccati. Ma intanto compri e vendi carne umana per tre euro all’ora! Io, uomo di colore, medico nella mia terra di bambini affamati e morenti, ora qui a rompermi la schiena sotto il sole tra rossi pomodori. Io, uomo di colore in cerca di futuro in una terra di poeti, di santi, di eroi, di navigatori, di pensatori, di scienziati di trasmigratori e di artisti, ora per fame schiavo di un rozzo caporale con la terza elementare che fa di me una bestia da sfruttare. Io, uomo di colore, ogni notte qui sogno la mia Africa. Vorrei tornare a casa dai figli, dalla famiglia, dai miei amici, mentre muoio tra i campi dalle cinque del mattino al tramontar del sole. Si avvicina il Santo Natale e nelle terre di Puglia coi vostri pastori porteremo a Gesù le nostre preghiere e i doni del sudore lasceremo ai piedi del Redentore. Laggiù in Africa i nostri figli devoti di Cristo sul presepe metteranno insieme ai bianchi Nikunda e Lumumba e Kimbangu e Kabìla come tanti fratelli dell’unica terra!
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22-01-2016 | Redazione Oceano | La povertà è la lama sottile che recide il battito ma la ricchezza è la zavorra di chi viaggia senza avere un senso. I versi sono il riflesso della gente del nulla, quella che nelle sue mani stringerà l’ultimo respiro colmo di amarezza, per non aver compreso il tempo e il suo vero andare. |