La bussola

M’insegnò a leggere ancora prima che potessero farlo le maestre, ma a leggere in tutti i sensi, 
voglio dire, non solo a decifrare i caratteri, ma anche ad amare la letteratura, ed a considerare 
i libri come oggetti quasi sacri, da rispettare e di cui prendersi cura.
Quando avevo sette anni mi regalò il mio primo libro, Cuore, di De Amicis, e quando lo ebbi finito, 
mi fece scrivere sulla prima pagina, a matita e con la mia calligrafia disordinata e vacillante: 
“Oggi, 22 maggio 1966, e avendo 7 anni di età, ho finito di leggere questo bellissimo libro, che 
è stato il primo che ho letto”. Ovviamente, Cuore ha un posto preferenziale nella mia biblioteca.
In seguito mi fece conoscere Mark Twain, Dickens, Salgari, Emile Zola, Ray Bradbury. Poi io seguii 
la mia strada letteraria da sola, forse discostandomi dalla sua, ma i primi passi, si sa, sono 
indimenticabili.

Il mio primo ricordo di lui è la sua immagine seduto a tavola, a ora di cena, mentre mangiava e 
leggeva il suo libro appoggiato alla bottiglia di acqua gasata, che a quei tempi era robusta e di 
vetro. Non avevamo ancora un televisore, e lui viaggiava con i suoi libri.
Ogni volta che veniva a trovarmi in Italia si portava dietro la sua bussola. Per lui era importante 
sapere sempre e ovunque dov’era il Nord.
Il suo Nord, invece, quello interiore, era ben definito. Non aveva bisogno di cercarlo con la bussola. 
Il suo Nord era segnato dai suoi principi, dai valori. E lo seguiva anche nelle cose più banali. 
Come quella volta, quando avevo circa otto o nove anni, che mi regalò un libro al posto del album di 
figurine che volevo, perché le figurine erano solo uno stimolo a consumare, senza alcun risvolto 
educativo. Ma questo io lo capii molto tempo dopo.
Amava la musica, appassionatamente. Lui mi fece amare Bach, Beethoven, Debussy, Tchaikovsky, Piazzolla 
e tanti altri. I Beatles no, quelli li ho amati da sola, lui non li poteva soffrire.
Quando era giovane aveva un suo complesso musicale, come prima lo aveva avuto suo padre, e girava per 
i paesi suonando nelle feste e nei balli.
Era severo e rigoroso. Timido e silenzioso. Un po’ cocciuto e troppo categorico.
Era mio padre.
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25-02-2016 Vena Patricia Grazie alla Redazione per il commento, che coglie in profondità gli aspetti più intimi di questo mio ricordo :-)
16-02-2016 Redazione Oceano La bussola del tempo, come pagina di un libro circoscritto e da sfogliare, è un regalo intessuto nella vita. In te lui, tuo padre, che con occhi avvolti al mondo, adesso, scorgi nel suo Nord e nei suoi perché costellati intimamente nel tuo cielo!