Il mio aquilone

Sulle rampe dell’Adige
dove l’erba cresceva
come le mie speranze e i miei sogni
io ebbi corse di libertà
nella fanciullezza.
Si alzava l’aquilone
su cieli tersi di primavera
e
tra le grida festose di noi bimbi
aveva giochi
per immagini d’infinito
tra le braccia del vento.
Ricordo quei tempi
ricordo l’aquilone
il suo volare pazzo
la sua voglia di liberarsi
dal filo che io tenevo
stretto nella mano
ed io ridevo
gridavo
correvo
tenendolo prigioniero del mio gioco.

Ma nella corsa al domani
mi sono accorgo che anch’io
sono un aquilone che si dibatte 
tra le braccia del destino
ma il filo non so
chi lo tenga nella mano.
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05-03-2017 Redazione Oceano Siamo tutti aquiloni, desiderosi di libertà, di poter volare senza alcun legame con la terra, ma il destino, o chissà chi, tiene stretti i fili che ci legano alla realtà. E forse non è un male.

Pubblicata il 27-02-2017

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Commento dell'autore

L'aquilone e l'uomo sono
molto simili.
L'aquilone nel suo gioco,
si dibatte lassù
nell'azzurro del cielo,
l'uomo nel gioco della
vita si dibatte tra le
braccia del destino