Il mio aquilone
Sulle rampe dell’Adige dove l’erba cresceva come le mie speranze e i miei sogni io ebbi corse di libertà nella fanciullezza. Si alzava l’aquilone su cieli tersi di primavera e tra le grida festose di noi bimbi aveva giochi per immagini d’infinito tra le braccia del vento. Ricordo quei tempi ricordo l’aquilone il suo volare pazzo la sua voglia di liberarsi dal filo che io tenevo stretto nella mano ed io ridevo gridavo correvo tenendolo prigioniero del mio gioco. Ma nella corsa al domani mi sono accorgo che anch’io sono un aquilone che si dibatte tra le braccia del destino ma il filo non so chi lo tenga nella mano.
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05-03-2017 | Redazione Oceano | Siamo tutti aquiloni, desiderosi di libertà, di poter volare senza alcun legame con la terra, ma il destino, o chissà chi, tiene stretti i fili che ci legano alla realtà. E forse non è un male. |