Angelina ( dedicata ad Angela Romano 1853-1862 vittima della legge Pica) |
Avevi il sorriso dei tuoi nove anni Quando giocavi con una piccola Bambola di ricchi stracci; tesoro d’infanzia, tesoro d’innocenza. Avevi la gioia dei tuoi nove anni Quando correvi tra la polvere ed osservavi rapita il mare ed i racconti senza tempo sussurrati dai vicoli di Castellamare Poi un giorno come tanti altri Un giorno senza inizio Un giorno così maledetto Un giorno dimenticato Nelle memorie ipocrite Di un paese senza memoria, dove si cantano gesta di re di eroi e di vacua retorica. Ma tu eri innocente Angiolina come un fiore appena sbocciato tra le povere argille di Trinachia; ma eri la figlia di villani; ma eri stirpe di siciliani; colpevole del tuo pianto di bambina di un grido di dolore quando l’assurdo della guerra portò via la tua nonna con il fuoco di un generale senza onore. Avevi la semplicità dei tuoi nove anni Quando ritta ad un muro Non giocavi con i tuoi cugini Ma giocavi con la morte Ammantata dal il sigillo di un monarca. Per l’ atroce legge di un regno per te Sconosciuto e straniero, il tuo pianto era un complice reato; Angelina; brigantessa, rea, criminale Tre gennaio 1862; i tuoi nove anni Fermati in un giorno di pallido sole all’ombra del disonore delle piume di un plotone di esecuzione. |