Conforto |
Guardo questa ferita breccia su ciò che la pelle dovrebbe celare e vedo te assistere alla sua nascita. Gli occhi cadono su particolari che stringono la morsa strappando brandelli alla rinfusa. Mi perdo nel vuoto che lascio affondare nel centro di quello che ero. Boccheggio con gli occhi puntati al cielo Respingo le scorciatoie dello stordimento Assisto all’inadeguatezza che m’imbavaglia E all’assenza che torna costante negli anni del dolore come l’unica certezza di morte Tutto ciò che è scaduto nella forma del passato lo cerco nelle notti agitate dalle febbri della privazione E lo ritrovo nel mattino dalle porte chiuse in faccia. Poi con gli stessi occhi affilati dei ricordi ti vedo ridere, camminare, amare. Ed il mio unico conforto è sapere che vivi.  |