Dove passano i soli ardenti |
Una preghiera lenta si alza verso il cielo invocando il Dio di tutti che pare non sentire. Qui sulla terra dove tu cammini tra gli equinozi che non ti fan capire in quali stagioni stai vivendo, mentre gli alberi si spogliano e la luce si fa tenue. Cammini sulla terra rossa senza scarpe tra i sassi e lamiere di un sentiero minato, e la paura divampa la tua anima. Quando l’ultima luce del giorno lascerà l’ultimo chiarore per incontrare quello della luna e delle stelle, nessuna campana suonerà per te gli ultimi rintocchi. Corri lontano dalle grida anche se il vento ti rincorre sibilando lamenti di uomini straziati in un cielo scolorito. Sotto il tuo manto di porpora tra i soli ardenti nel silenzio di un deserto la corda stretta al collo, la falce gioca il poco tempo che ti resta, sibili una preghiera come una nenia e confondi lo sguardo tra le ombre della solitudine. Con le tue ali di Icaro cerchi l’ombra prima di addormentarti per sempre. Ora tutto si è compiuto. Si è alzato forte il vento portando via tra la tempesta di sabbia le urla e il dolore. Più lontano il silenzio flagella l’anima di una madre che più non può aspettarti neanche un sasso sul quale scrivere il tuo nome e sul quale raccogliere le lacrime. Si spegne la lampada senza più olio e calano le tenebre su quella terra rossa dove passano i soli ardenti dove un alito di vita più non conta e si perde tra la sabbia portata via dal vento in un cielo dove la luce non ha più colore ma il Dio di tutti raccoglierà per te l’ultimo tuo respiro. (dedicata ai condannati in Syria) |