Le città delle cicogne |
Sulle città d’ocra dai verdi orizzonti di palme e selve di parabole bianche si posano le cicogne, seguendo rotte d’assolati cuori migratori dalle stagioni impresse lungo sentieri di vento e stelle Sono adorne di modernità bramate ma dall’anima antica le città che dall’alto di ruvidi minareti scrutano le cicogne, mentre devoto il mattino si leva dalla rugiada di genuflesse preghiere sussurrate a un dio smarrito nei cieli Sono pesanti dei rumori del giorno le città delle cicogne pur se il tempo ha passi leggeri tra i dedali arcani di polvere e fango, dove gli occhi dei bambini fioriscono in sorrisi e le donne si vestono dei colori dei tappeti che splendono al sole di carovanieri pensieri Hanno il sapore delle spezie e il profumo dei mandarini le città delle cicogne fresche d'acqua di rose e fronde di giardini, calde di fragranze di pane e musiche di mercati fra miasmi d'asfalto e fiumi da rifiuti inariditi che rincorrono sogni d'oceaniche maree Spiegano alte le ali le cicogne in volo su tramonti di depredati palmeti al disperdersi dell'eco delle voci dei muezzìn verso i silenzi innevati delle montagne, quando le piazze s'accendono di malìe e cantastorie e nei vecchi café già si sonnecchia dinnanzi al rituale solenne del tè Sempre ritornano al nido le cicogne, fedeli custodi della prima luna e dell'ultima malinconica poesia delle città d'Africa. |