Il tredicesimo scalino |
Innanzitutto entro nel buio senza il quale nessuna entrata è possibile sono arrivata finalmente in cima al campo visivo non sono ancora cosciente quanto tempo sia colato dai miei passi Tranne che non debba mai dimenticarli quanto è cambiata la meta interiore delle mie piogge e delle mie speranze dalle porte aperte e dalle pareti abbattute contemporaneamente... per un tempo duraturo...? Quanto sì è sognato e quanto si moriva per il sole che nasceva? Quante volte il mio passo si trasformava in una salita? Ho vissuto così la metà della vita in viaggio fino al tredicesimo scalino alternativamente tra la gola buia e la luce arando il fiume Mangiando il pane nero e quello bianco guardavo dall'alto rinascere tutti e tredici gli scalini in un sentiero luminoso che porta nello spazio senza notare una luce fioca mi sono sentita improvvisamente dietro di me volare lungo gli scalini e fermarmi sul fondo dal quale sono partita pentendomi di non aver inventato io invece dei capimastri gli Scalini migliori sollevo insieme la vita e la morte e sento dal buio una voce: "Ora, arrangiati" chi avrebbe mai pensato che una caduta casuale potesse diventare un Faro in cui incontrare la poesia? |