La forza dell'esperienza

(Lilic Milica)


Con l'ansia di Un amante
Ho atteso la poesia
Dal profondo di me stessa il suo tenero invito,
Nella sua nascita ho creduto.
Ma lei superba mi tradiva,
Con voce capricciosa si faceva sentire,
Invocata dalla malinconia, dalla mutevolezza.
Ora non attendo più nulla
E semplicemente prendo la poesia
Senza il tremito e il forte desiderio
Che si accompagnano all'amore.
Ora le ordino di venire semplicemente
Anche zoppicando
E lei ubbidisce.
Le piace la mia fierezza,
Diventa docile
Come una donna tenera
Davanti al suo cavaliere
Senza esitazione si arrende.
Io l'afferro senza pietà,
La presso, taglio, ritaglio
Come un chirurgo fa con un tumore.
Le abbasso le corna
Anche se il mondo è cornuto.
Essendo mia deve avere il mio volto,
Da me creata
Deve sentire le mie dita
Che come vasaio la modellano,
La girano, la lucidano.
Poiché lei è musica, ritmo,
Le impongo le mie note
Perché lei accetti, risusciti
Per chi ama la forza del suono,
Per i maestri dell'udito.
Poi io mi nascondo
E scappo nell'assurdo grigiore,
Ma lei torna da vendicatrice
Lei copia quanto aleggia sul mio volto
Mi si presenta come la mia interfaccia.