Il tredicesimo scalino

(Stojcinovic Nikolic Jovnka)


Innanzitutto entro nel buio
senza il quale nessuna entrata è possibile
sono arrivata finalmente in cima al campo visivo
non sono ancora cosciente quanto tempo
sia colato dai miei passi Tranne che
non debba mai dimenticarli
quanto è cambiata la meta interiore
delle mie piogge e delle mie speranze
dalle porte aperte e dalle pareti abbattute
contemporaneamente... per un tempo duraturo...?
Quanto sì è sognato e quanto si moriva
per il sole che nasceva?
Quante volte il mio passo si trasformava in una salita?
Ho vissuto così la metà della vita in viaggio
fino al tredicesimo scalino
alternativamente tra la gola buia e la luce
arando il fiume Mangiando
il pane nero e quello bianco
guardavo dall'alto rinascere tutti e tredici gli scalini
in un sentiero luminoso
che porta nello spazio
senza notare una luce fioca
mi sono sentita improvvisamente dietro di me
volare lungo gli scalini e fermarmi
sul fondo dal quale sono partita
pentendomi di non aver inventato io
invece dei capimastri gli Scalini migliori
sollevo insieme la vita e la morte e sento
dal buio una voce: "Ora, arrangiati"
chi avrebbe mai pensato che una caduta casuale
potesse diventare un Faro in cui
incontrare la poesia?