Un'anima in svendita

(Cagnacci Marzia)


Se ne stavano lì, immobili con il naso all'insù e gli occhi socchiusi a fessura per proteggersi dalla troppa luce di quel cielo turchino, sgombro da qualsiasi accenno di nubi e per mettere meglio a fuoco ciò che stavano guardando con interesse quasi devoto come se, all'improvviso, fosse apparsa loro la Madonna! Le gambe leggermente divaricate per avere una maggiore stabilità sul bordo del marciapiede, intente ad osservare ogni minimo particolare per capirci qualcosa! Maria sentiva i talloni vagare nel vuoto, tanto era sul limite, perciò cercava di buttare il peso del corpo sulle punte dei piedi, ma la sua posizione era molto precaria e per mantenerla si dondolava avanti e indietro come se fosse in trance. L'amica al suo fianco, Anna, si era portata le mani intorno agli occhi a mo' di cannocchiale e allungava il collo quasi volesse avvicinarsi il più possibile all'immagine che stava osservando! I passanti vedendole, d'istinto si soffermavano e giravano la testa in alto, incuriositi ma non ravvisando niente di così interessante continuavano il loro cammino scuotendo la testa. Davanti a loro le due vetrine del genere alimentari "da Beppino" facevano sfoggio di ogni ben di Dio che fosse commestibile: salami adagiati dentro una cesta di vimini, salsicce che penzolavano sospese in aria, forme di cacio intere o tagliate a scaglie, vasetti di marmellate ai vari gusti e ancora poco più in là, stecche di carrarmato aperte a ventaglio: quelle con la carta blu al fondente, come piacevano a lei e quelle con la carta rossa al latte come piacevano a suo fratello più piccolo e ancora, cioccolato sfuso a quadrettoni grandi con le nocciole incastonate come gemme! Insomma una vera delizia per gli occhi e per il palato! Dentro, Beppino e la moglie stavano servendo i clienti che entravano e uscivano dal negozio in continuazione e intanto lanciavano occhiate a quelle due sul marciapiede quasi a ridosso delle auto parcheggiate in fila indiana. La situazione iniziava ad esser preoccupante: forse da uno degli appartamenti di sopra qualcuno voleva buttarsi giù? Si conoscevano tutti nel quartiere. Maria ci era nata e vissuta fino a quel giorno; ben quindici anni! Anna di origine napoletana si era trasferita in Germania con tutta la famiglia quando era ancora piccola e sei anni addietro suo padre aveva trovato lavoro come portiere nel collegio femminile di S, Caterina. Erano rientrati in Italia trasferendosi in quella piccola cittadina toscana, tranquilla, dove non succedeva mai niente! Erano andati a vivere nell'appartamento di fronte a quello di Maria, nella strada che si allungava dietro loro proprio nel punto dove stavano adesso ed era stato inevitabile che si conoscessero e diventassero amiche. Anna aveva un anno più di Maria perciò non erano in classe insieme a scuola. Alle superiori Anna si era ritrovata come compagna di banco Monia che abitava a due passi da loro e divenne amica di entrambe! Un'amicizia a tre! D'inverno trascorrevano poche ore insieme, nel tardo pomeriggio dopo aver studiato ma con l'arrivo dell'estate fino a settembre, si vedevano al mattino, al pomeriggio e quasi sempre anche dopo cena a casa dell'una o dell'altra oppure fuori per strada, con altri coetanei del quartiere! Tutto questo fino a quel momento!
Adesso Monia stava affacciata alla terrazza di casa con i gomiti appoggiati sulla ringhiera e le mani chiuse a pugno, puntate sulle guance. I lunghi capelli biondi e lisci come spaghetti penzolavano sul vuoto e le coprivano la faccia. La ringhiera di ferro grigia sulla quale aveva addossato tutto il peso ,le sezionava il corpo, separandole le gambe ed esaltandone la perfezione. Era bella Monia! Tutti lo dicevano: uomini e donne. Soprattutto gli uomini ed i ragazzi giovani. Anche Maria e Anna lo dicevano, come di un tesoro da proteggere; gli uomini no, lo dicevano in un altro modo! Facevano venire i brividi a sentirli! Il corpo esile, perfetto in ogni sua curva, aggraziata nei gesti, sembrava che scivolasse fluida nell'aria come se non esistesse! Una bambola di porcellana, preziosa e fragile! Maria non le voleva male, affatto, però Monia si era insinuata nell'amicizia tra lei e Anna togliendole l'esclusiva e mettendole entrambe in ombra con la propria bellezza!
Anna, iniziò a gesticolare urlandole di tirarsi un po' indietro.
-" Stai attenta, se ti sporgi troppo rischi di cadere giù!"
Monia restò immobile.
" Dai scendi che ti aspettiamo!" Anna continuava a urlare affannata!
Monia scosse la testa in modo quasi impercettibile!
Maria sentì una goccia d'acqua bagnarle la faccia! Eppure era tutto sereno! Lo disse ad Anna che rispose quasi infastidita:
-" Macché pioggia! Sarà stata una lacrima! Sta piangendo!"
-" Piangendo? Per cosa? Da qui come fai a vedere che sta piangendo!" Replicò Maria restando un momento in silenzio. Portava gli occhiali fin da piccola per vederci meglio e invece a vederci di più era l'amica che non li aveva mai messi!
Anna urlò di nuovo:
-" Apri, saliamo noi da te!"
Monia scosse violentemente la testa e sparì dentro casa!
Le due ragazze si guardarono e subito si diressero verso il portone del palazzo. Udirono l'apri-porta gracchiare: Monia ci aveva ripensato, forse aveva voglia di vederle! Salirono la prima rampa di scale e chiamarono l'ascensore ma, troppo irrequiete non attesero e corsero su per le scale a piedi fino al quinto piano in un batter d'occhio! Giunte sul pianerottolo trovarono la porta dell'appartamento dove abitava Monia socchiusa. Si fermarono e tesero l'orecchio: silenzio assoluto! Suonarono il campanello; niente nessun rumore proveniva dall'interno! Maria si fece coraggio e piano piano spalancò tutta la porta varcando la soglia ed entrando nell'ingresso. Da lì vedeva le porte di tutte le stanze aperte ma le finestre erano chiuse quasi del tutto e solo una luce fioca entrava dentro! In cucina dalla quale si accedeva alla terrazza che dava sulla strada, la finestra era più aperta! Anna entrò accostandosi a Maria che girandosi indietro chiuse la porta d'entrata. Videro Monia appoggiata alla parete! Aveva gli occhi gonfi e rossi! Ma quanto aveva pianto? Perché? Indossava un paio di pantaloncini corti e le scarpette da ginnastica; sopra si era infilata un maglione di lana pesante, troppo grande e con le maniche troppo lunghe che le penzolava addosso facendola sembrare uno spaventapasseri! Pure i capelli sempre lucenti e morbidi sembravano spenti e privi di vita! Le due amiche la guardarono sconvolte! Ma cosa le era successo? Monia restava in silenzio, senza muoversi, sembrava che nemmeno respirasse! Maria, guardandola dritto negli occhi che pareva non vedessero niente, si diresse verso il tavolino dove stava appoggiato il telefono e disse:
-" Chiamo l'ambulanza!"
Monia reagì di scatto!:
_" No, per l'amor di Dio no! Andate via! Non potete stare qui! Il mio babbo mi ha proibito di uscire oggi e di parlare con chiunque, soprattutto con voi! Se torna e vi trova qui...."
-" Se torna e ci trova qui, io non ho paura" replicò Maria con durezza! Poi continuò:
-" Non è il mio babbo e io non ho paura!"
Maria voleva rassicurare l'amica che invece iniziò ad agitarsi ancora di più!
Intervenne Anna. Con tono pacato le chiese:
-" Perché non sei venuta a scuola stamani! Mi hai telefonato per avvertirmi prima che uscissi di casa senza spiegarmi niente ! E' tutto il giorno che sono preoccupata!"
Monia abbassò lo sguardo. Era stanca, voleva dormire un po' ma con quel peso sul cuore non ce l'avrebbe mai fatta! In fondo loro due erano le persone di cui si fidava di più. A loro poteva dirlo! Poi se ne sarebbero andate e lei finalmente avrebbe potuto dormire!
Con voce neutra, come se raccontasse un film che l'aveva annoiata a morte, Monia iniziò:
-" Ieri sera sapevate già che non sarei potuta uscire dopo cena perché i miei avevano invitato degli amici e non stava bene, secondo loro, che io mi assentassi! Alle venti è arrivato un loro amico; uno solo che io non avevo mai visto. Mia mamma si è data da fare tutto il pomeriggio per cucinare, ci teneva a fare bella figura e tutta la serata si è prodigata per compiacerlo in tutto e per tutto! Con il mio babbo ha parlato tutto il tempo come se si conoscessero da sempre. A me, a malapena ha rivolto un saluto quando è arrivato; sembrava infastidito dalla mia presenza! Sono stata sempre in silenzio, non ho mangiato niente, ho solo bevuto un po' d'acqua, mi sentivo lo stomaco chiuso e non vedevo l'ora che tutto finisse e questo se ne andasse! Pensavo a voi, sarei voluta correre fuori, ma non potevo! Prima di servire il dolce mia mamma improvvisamente, mi ha ordinato di andare in bagno a farmi la doccia e lavarmi i capelli! Sono rimasta stupita per questa richiesta così assurda! Ho risposto che mi ero lavata prima di mettermi ha tavola! Il mio babbo mi ha guardato con uno sguardo che non ammetteva repliche. Allora mi sono alzata e mentre mi dirigevo verso il bagno mia mamma ha detto:
-" Non chiudere la porta a chiave che poi ti raggiungo!"
Mi sono fatta una doccia veloce, rivestendomi subito e ho iniziato ad asciugarmi i capelli con il phon.
Maria e Anna si scambiarono uno sguardo stupefatte! Quel racconto sembrava inventato se non fosse che Monia stava male sul serio!
Anna disse:
-" Ma non potevi chiuderti a chiave e far finta di lavarti! Tanto se lo avevi già fatto prima di cena mica ne avevi bisogno!"
Monia fece un sospiro e continuando a tenere lo sguardo abbassato continuò:
-" Avevo quasi finito di asciugarmi i capelli quando la porta del bagno ha iniziato ad aprirsi lentamente: l'amico di mio padre si è affacciato e sorridendomi mentre entrava ha detto:
_"I tuoi genitori sono dovuti uscire all'improvviso ma mi hanno detto di dirti di stare tranquilla che tornano presto!"
Maria si sentì sopraffare dalla rabbia senza capire perché! In fin dei conti fino a quel momento per quanto la situazione sembrasse inverosimile non era successo niente di grave!
-" Perché non gli hai dato una bella ginocchiata in mezzo alle gambe e lo hai buttato fuori!"Sibilò a denti stretti!
-"Potevi dargli una spinta, e uscire da casa e correre giù! Sapevi che noi c'eravamo!" Rincarò la dose Anna!
Monia, iniziò a piangere! Singhiozzi convulsi che le strozzavano il respiro in gola! Anna l'abbracciò facendola calmare e lei continuò:
-"Si è avvicinato a me! Da indifferente che era stata tutto il tempo della cena era diventato gentile e premuroso! Non so perché l'ho lasciato fare! Ma dovete credermi! Io non volevo! Non volevo, ma non avevo la forza di muovermi, di fare niente! Mi sentivo stordita! Non so perché!
Maria iniziò a piangere senza lacrime quasi non volesse che Monia se ne accorgesse! Anna restò paralizzata senza più sapere che fare, che dire! Monia ormai sembrava un fiume in piena:
- "Quando ha finito se ne è andato senza dire niente. Ho sentito l'ha porta chiudersi e ho capito che non c'era più. Non sapevo che fare! Volevo buttarmi di sotto! Sono andata in cucina, ho visto la tavola ancora apparecchiata e allora ho iniziato a sparecchiare. Poco dopo sono tornati i miei!
Maria avrebbe voluto farle mille domande:
-" E dove erano stati? Cosa gli era capitato di così urgente da dover uscire e lasciarti sola con quello? E tu che hai detto? Glielo hai raccontato cosa ti ha fatto quel bastardo per colpa loro! E bastardi pure loro due!. Ma restò in silenzio! Ormai qualsiasi parola sembrava inutile!
Anna diede un fazzoletto a Monia che si asciugò le lacrime e accennò un sorriso confortata dalla solidarietà delle amiche! Le credevano! Non pensavano che fosse colpa sua! Si sentì alleggerita!
_" Spero solo che il mio babbo non si accorga di niente, sennò mi butta fuori di casa! Con tutte le volte che mi ha raccomandato di stare attenta! Di non azzardarmi a farlo con il primo che mi capitava senza che lui sapesse chi fosse! Adesso dovete andare! I miei possono rientrare da un momento all'altro! Non fatevi trovare qui sennò se la prendono con me!
Maria e Anna salutarono l'amica abbracciandola. Adesso sembrava più tranquilla e lo erano anche loro:
-" Domani però torna a scuola" disse Anna!
-" Dai ti aspetto anche io! Faremo un po' di strada insieme!" Aggiunse Maria!
-" Ok, a domani, le salutò Monia e richiuse la porta dietro di loro senza far rumore.
Scesero le scale entrambe di corsa come se volessero scappare via prima possibile da quell'aria pesante, quasi allucinante che avevano respirato in casa di Monia.
Maria fu la prima a uscire fuori e come appoggiò i piedi sul marciapiede si rigirò indietro per controllare che Anna ci fosse. Vide Rina, la signora del negozio di abbigliamento a fianco al genere alimentari che stava cambiando d'abito i manichini della vetrina. Aveva tolto il cartello "SVENDITA DI FINE STAGIONE" e stava mettendo in mostra gli abiti estivi. Maria notò con quanta cura si dedicasse a quel compito: aggiustava i colli delle camicette, rovesciava i polsini, lisciava le gonne, controllava le pieghe dei pantaloni, con tale delicatezza come se si trattasse di persone in carne ed ossa! Le tornò in mente l'immagine di Monia appoggiata alla parete in casa sua; lei era una persona ed era stata trattata come un manichino senz'anima, anzi, gliel'avevano svenduta l'anima!
Come di tacito accordo, le due ragazze si sedettero sullo scalino di una delle due vetrine di Beppino:
- "Sarà meglio non parlarne con nessuno, la gente potrebbe giudicare male!." disse Anna.
- "Io lo voglio raccontare a mia mamma!" rispose Maria
-" No, no, poi se lo riferisce alla mia mi vieterà di sicuro di vedere ancora Monia!"
-" Come fa a vietartelo se siete in classe insieme e poi mica è colpa sua quello che è successo!"
-"Ma io voglio vederla anche al di fuori della scuola, come facciamo adesso!"
Maria fece un cenno di assenso con la testa ma non era d'accordo.
La moglie di Beppino depose la pesante mortadella sul banco e stava per mettersi a pulire l'affettatrice quando vide le due amiche sedute lì fuori. Quelle due avevano deciso di trascorrere il pomeriggio davanti alle sue vetrine! In fondo non facevano niente di male ed erano ragazzine perbene ed educate! Meno male che Monia era divenuta amica loro! Con la brutta reputazione che aveva il padre ,Dio sa se aveva bisogno di avere qualcuno che le fosse da esempio e da sostegno! Le due amiche erano sedute vicine con le teste appoggiate insieme; i loro capelli si confondevano: quelli biondo oro di Maria e quelli nerissimi di Anna! Chissà cosa si stavano confidando! Sicuramente parlavano dell'ultimo ragazzino di cui si erano innamorate! Avrebbe avuto una gran voglia di sedersi accanto a loro e tornare indietro negli anni! Beata innocenza! Invece aveva ancora tante cose da fare e chiuso il negozio doveva occuparsi della famiglia e della casa!
Intanto era meglio che facesse attenzione mentre puliva l'affettatrice! La lama era molto tagliente e poteva farsi male sul serio! Quello si che sarebbe stato un bel problema, altro che le pene d'amore di due ragazzine adolescenti!