Saamia

(Monari Tiziana)


Tutto è bianco a Mogadiscio
le ombre strette delle acacie
i muri bucherellati dai proiettili
le case di polvere e ramaglie
le strade che sfumano al cielo in un travaglio lento

non c'è più il mare a Mogadiscio
la guerra l'ha portato via
insieme all'umore dell'acqua, al colore azzurro delle onde
alla sabbia baciata da un Dio crudele


tutto è decrepito a Mogadiscio, mutilato dalle bombe
il vento sfreccia di soppiatto negli angoli di una città distrutta
ed abbraccia il coprifuoco, i colpi di mortaio
le pallottole che viaggiano di notte nel porto dei miliziani

c'è un velo di tristezza e lontananza a Mogadiscio
i lampioni sono spenti,le panchine vuote
gli anni si allungano in modo scomposto,
costruendo distanze, violenze, inauditi dolori

ed io ho quindici anni e corro
corro con partenze, scatti, affondi e ripetute
corro sulla pista di tartan bucherellato
allungo i muscoli e le falcate
dribblando i soldati dagli occhi feroci come le bocche dei fucili

corro ogni giorno per strade martoriate dalla guerra
tra gomme d'auto fumanti e roghi negli slarghi
corro con l'entusiasmo della giovinezza
corro perchè un giorno sarò lontano
inseguirò una fiaba, un sogno scomposto, il mio destino

dormirò in un prato d'erba verde
col profumo dei gelsomini addosso
e ci sarò solo io, il mio respiro e solo l'ultimo spicchio di luna.

Un giorno la mia corsa avrà i chiodi nelle scarpe
un pettorale con un numero
ed un nome sconosciuto qui: libertà.