Caterina Silvia Fiore

Posted by 26 luglio 2016

Caterina Silvia Fiore nasce a Milano, dove vive e lavora presso una grande azienda di servizi durante il giorno. I suoi scritti sono il frutto delle notti nebbiose tipiche della Val Padana.

Numerosi i riconoscimenti in ambito letterario. Nel 2013 vince il concorso nazionale di letteratura italiana LCE – Laura Capone Editore e il concorso Scrivendo racconto indetto da Historica Edizioni. Nel 2015 riceve la menzione d’onore al premio internazionale di video poesia La voce dei poeti e nel 2016 la menzione di merito al concorso nazionale Memorial Miriam Sermoneta . Recentemente si aggiudica il primo posto al premio nazionale di letteratura e poesia Una perla per l’Oceano con la poesia intitola “Afghanistan” e la menzione della giura al Premio Piemonte letteratura



  Pensi sia necessario un percorso interiore per approdare a una maggiore consapevolezza dell’Io?
  Indubbiamente, un percorso che a volte dura una vita e non approda ad una consapevolezza dell’Io è comunque un tentativo di ricerca, di studio di sé stessi, per un maggiore rispetto anche delle cose e della persone che circondano l’essere umano.
 
Caterina traspari energica e combattiva, un carattere che nella nostra società serve per affrontare percorsi ma anche contraddizioni e falsità: cosa non accetti in modo intransigente nei rapporti umani?
  Il tradimento, in tutto, nei rapporti di amicizia, in quelli di coppia, il tradimento dei propri ideali. Quando un amico/a mi tradisce, ed è capitato, è come un lutto, per me e l’elaborazione non è per nulla facile, a volte.
 
Meravigliosi i tuoi versi quando scorrono l’amore intagliandolo come pietra preziosa che può svanire nel nulla; “Granitico Amore” afferra l’evanescenza di ogni nostro passo verso l’emozione. Cosa pensi di questo sentimento universale.
  Penso che sia il sale della vita, anche quando ci fa soffrire. In “Granitico Amore” racconto proprio la nascita e la fine di un sentimento d’amore, utilizzando delle metafore.
 
E’ un rapporto conflittuale quello madre figlia, affrontato in modo magistrale nel “Sugo”, racconto Vincitore del Concorso Nazionale LCE. L’inchiostro che da vita al tuo racconto spinge avidamente a leggere sino in fondo: cosa ha mosso la tua penna?
  Diciamo che qualcosa di autobiografico c’è, ovviamente è un racconto noir e quindi portato all’esasperazione.
 
Nel tuo modo di scrivere urla la spontaneità, sia pure ricercata, che abbraccia emozioni, inevitabilmente traslate sul lettore: cosa pensi del mondo della poesia oggi?
  Penso che con l’alibi che la poesia “è soggettiva” e quindi può piacere o meno, siano nati tantissimi poeti, o meglio, “pseudo poeti”, convinti che ci si possa alzare una mattina e diventare dei Montale o Quasimodo senza minimamente conoscere le basi che servono per scrivere qualcosa che almeno si avvicini un poco alla poesia. Quindi mi ritrovo a leggere componimenti privi di musicalità, banali, scontati, sfoghi intimi che vengono fatti passare come poesia. Contemporaneamente scopro dei veri talenti sconosciuti ai più, che mi fanno emozionare sino alle lacrime con la loro scrittura.
 
Il Movimento artistico culturale “ Seguendo il filo d’Arianna” è una mostra itinerante, un appello per lottare contro la violenza sulle donne: pensi che è possibile arginare l’isolamento determinato dai soprusi con azioni corali?
  Penso che “anche” le azioni corali siano utili per sensibilizzare il cittadino nei confronti di una tematica così forte, ma ci vogliono anche, anzi, soprattutto, leggi diverse. Il cambiamento deve partire da noi stessi e questo può avvenire in primo luogo andando nelle scuole a parlare con i ragazzi, fruitori primari del movimento di cui faccio parte.
 
Ci vorresti dire del perché scrivi? Insomma la solita domanda banale ma che con te sicuramente avrà risposta interessante!
  Non lo so! Me lo sono chiesta molte volte anch’io, non lo so. Non ho mai avuto, almeno sino ai 30 anni, il fuoco sacro della scrittura, ho iniziato dietro consiglio del mio compagno di allora, un artista oggi conosciuto nel suo campo, il quale, per risolvere alcuni problemi nati dalla morte dei miei genitori, mi ha consigliato di provare a scrivere. E così ho iniziato, ma ancora oggi non so dire se per me sia un bisogno o una liberazione o cos’altro. Scrivo e basta
 
Con ciò che si scrive nasce un rapporto simbiotico, dovuto al venire al mondo di un pensiero che prende corpo in poesia o racconto: perché pensi che molti tendono a “prendere spunto” da scritti altrui? Quanto può appagare un tale incastro di parole “copia/incolla”.
  Tutti prendiamo spunto dagli altri, tutti, sta poi alle nostre capacità riuscire a trasformare le idee che cogliamo in qualcosa di nostro, con un nostro stile, altrimenti sarebbe plagio.
 
I tuoi luoghi quotidiani e la tua vita hanno un legame forte ancora adesso o è solo un caso averli vissuti ed eventualmente amati?
  Sono un cancerino, le mie radici sono me, sono molto legata al mio passato, purtroppo, dico purtroppo perché a volte questo mi impedisce di guardare oltre.
 
Quali sono i tuoi prossimi sogni e/o impegni artistici da dedicarti e da dedicare?
  Sono ad un bivio, vorrei ritornare a scrivere narrativa, come ho già fatto in passato pubblicando due libri, ma sento di essere meno “ingabbiata” attraverso la poesia, mi rendo però anche conto delle difficoltà enormi che la poesia ha nell’essere proposta poi nelle librerie e in genere quando la si vuole presentare.
 
L’oceano nell’anima” cos’è per te? Hai qualche suggerimento o consiglio per migliorarlo?
  L’oceano nell’anima per me è stata fonte di una grande gioia e sorpresa, mai avrei immaginato di vincere un concorso arrivando prima con una mia poesia, anche se ho vinto diversi premi internazionali e ricevuto menzioni, ogni volta che partecipo ad un concorso sono sempre sfiduciata, penso che la mia poesia non arriverà mai nemmeno in finale.
 
  Non posso non ringraziare in questo momento mio marito, colpito da infarto ma per fortuna fuori pericolo, il quale mi ha sempre supportato in questa mia passione e Oceano nell’anima, per avermi regalato questa intervista attraverso Voi.