Storia e cultura

Amerigo Vespucci, “la nave più bella del mondo”

Formidabile mix di creatività e tecnologia italiane

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AMBASCIATRICE DEL “MADE IN ITALY”
La definizione di “nave più bella del mondo” compendia alla perfezione la linea, lo stile, il design, l’eleganza, oltre che la funzionalità dell’imbarcazione più conosciuta e ammirata della Marina Militare italiana: l’Amerigo Vespucci.
Il riconoscimento le venne attribuito dall’equipaggio della portaerei statunitense USSS Independence che, avendola incrociata nel Mar Mediterraneo nell’ormai lontano 1962 e rimanendone affascinato, coniò in maniera istintiva e spontanea questo apprezzamento di cui la Vespucci ancora oggi si fregia.
A considerarne la vitalità operativa e il suo portamento agile ed elegante non si direbbe che la Vespucci abbia tagliato il traguardo dei novant’anni di vita nel 2021, essendo stata varata nel Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia il 22 febbraio 1931.

Progettata come nave scuola dal generale del Genio navale Francesco Rotundi, pugliese di Foggia, unitamente alla “quasi” gemella Cristoforo Colombo (varata nello stesso Cantiere il 4 aprile 1928), può vantare il record di essere l’unità più anziana tra quelle in servizio della Marina italiana. Un primato che non pesa affatto alla Vespucci che, sia pure con periodici ammodernamenti, continua a solcare i mari della terra assolvendo al duplice compito di addestramento degli allievi ufficiali dell’Accademia navale di Livorno e di ambasciatrice del “made in Italy”.

È stata a lungo (1946-1952) l’unica nave scuola a vela della Marina militare italiana fino all’entrata in servizio dell’Ebe, un brigantino-goletta costruito nel 1921 e rimasto in attività fino al 1958. Dal 1955 la Vespucci è stata affiancata da un altro veliero, il Palinuro, destinato all’addestramento dei marinai della Scuola sottufficiali di Taranto e degli allievi della Scuola Navale Militare “Francesco Morosini” di Venezia.
L’attuale motto della Vespucci, ufficializzato nel 1978, è Non chi comincia ma quel che persevera ed esprime la sua vocazione alla formazione e all’addestramento dei futuri ufficiali della Marina Militare. I precedenti motti sono stati: Per la Patria e per il Re, fino al 1946; quindi, Saldi nella furia dei venti e degli eventi.

Enzo Tortora. Il dramma di un innocente

Il dramma senza fine della giustizia tardiva. Ricorre quest'anno l’anniversario di una delle pagine più nere della giustizia italiana.

Sono cresciuta in un ambiente culturalmente molto elevato ed i miei cari, oltre a donarmi tanto amore, mi hanno insegnato il rispetto della legalità e della giustizia e l’importanza della cultura che – come diceva sempre il nonno ricordandomi la frase storica di Seneca: “sii servo del sapere se vuoi essere veramente libero” – è la fonte primaria della nostra libertà. Affascinata dai racconti del nonno, grande avvocato penalista e convinto antifascista, sognavo di diventare un giorno un giudice per difendere con tutte le mie forze i diritti di ogni individuo e per cer-care di fare trionfare sempre la giustizia basandomi esclusivamente su indizi univoci, precisi e concor-danti, idonei ad assurgere con assoluta certezza a dignità di prova inconfutabile.

Nell’ippodromo di Costantinopoli sedata nel sangue la “rivolta di Nika”

Anno 532 d.C.: dal connubio tra sport e politica la prima grande tragedia ultras

Gli ultras: da sempre non solo passione sportiva
Con qualche forzatura la vicenda che stiamo per raccontare potrebbe essere attribuita ad un gruppo di ultras “ante litteram”, considerato che il suo avvio e, soprattutto, il tragico epilogo hanno avuto per teatro un impianto sportivo, l’ippodromo di Costantinopoli (l’odierna Istanbul) capitale dell’Impero romano d’O-riente, e come protagonisti i tifosi suoi frequentatori.

Darwin e la sua lezione

Sarebbe impossibile qua trattare l’opera del grande scienziato: fare una critica alle sue teorie, integrarle con la genetica e le ultime costruzioni e scoperte pervenuteci.
Diremo subito che l’idea dell’evoluzione non era nuova, ma è il grande naturalista che portò indubbi apporti, vantaggi, alle scienze biologiche, riuscendo con estremo rigore scientifico a far progredire lo stesso pensiero filosofico.

Le parole della Grande Guerra

Una rivoluzione linguistica avviata nelle trincee del primo conflitto mondiale

IL CONTATTO TRA GIOVANI DI REGIONI DIVERSE
A pronunciarle o ascoltarle oggi, parole come cecchino e imboscato non suscitano alcuna mera-viglia. Difficilmente, però, riusciremmo a risalire alla loro origine, così come di tantissime altre che appartengono al corposo complesso delle parole e delle locuzioni della lingua italiana che hanno preso forma nelle trincee della Grande Guerra, nel periodo tra il 1915 e il 1918.

Un viaggio in Ciociaria tra arte, storia e cultura

Alla riscoperta di Umberto Mastroianni

Nel cuore del Lazio si trova uno dei territori più interessanti del centro Italia grazie alla presenza di illustri personaggi come Caio Mario e Cicerone, San Benedetto, Vittorio De Sica, Umberto e Marcello Mastroianni. Una valle quella della Ciociaria, da esplorare con la mente e con il cuore per leggere pagine di storia che vanno dalle civiltà più remote fino alle avanguardie contemporanee.

La storia della bellezza in Fernando Botero

Pittore e scultore colombiano, è considerato l'artista vivente più famoso del paese sudamericano

Di Fernando Botero Angulo, pittore, scultore e disegnatore, nato a Medellin il 19 aprile 1932 e recentemente scomparso a Monaco il 15 settembre del 2023, ricordiamo soprattutto l’originale concetto di bellezza intesa come dilatazione volumetrica. Se oggi la bellezza è sinonimo di magrezza e apparenza in Botero le donne “grasse” si rifacevano alle veneri preistoriche per le quali il bello era collegato all’abbondanza ed alla fecondità. Del resto in Botero la deformazione non solo dei corpi ma di tutta la realtà deriva dal desiderio di sensualità intesa non in modo erotico ma esistenziale: “Non dipingo donne grasse (…) ciò che io dipingo sono volumi. Quando dipingo una natura morta dipingo sempre un volume, se dipingo un animale lo faccio in modo volumetrico, e lo stesso vale per un paesaggio”.

I mille anni dell’abbazia di Mont Saint Michel

Importante crocevia del culto micaelico: pellegrini ma anche turisti attratti dallo straordinario fenomeno delle maree

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L’ISOLOTTO DI MONT SAINT MICHEL
Ha un interesse strettamente religioso e un fascino legato al singolare e suggestivo fenomeno delle maree che affascina e richiama turisti da tutto il mondo. Ci riferiamo all’isolotto di Mont Saint Michel, che si estende per 7 ettari e una circonferenza di 960 metri, a 92 metri sopra il livello del mare. Si trova nel Golfo di Saint-Malo, nel Nord-Ovest della Francia, dove Normandia e Bretagna s’incontrano, in prossimità della foce del fiume Couesnon.
Nel corso del tempo Mont Saint-Michel è stato anche una fortezza: è, infatti, uno dei pochi siti in Francia che ha resistito agli inglesi durante la Guerra dei Cent'anni, e, dopo la Rivoluzione francese, fino al 1863, ha assunto il ruolo di prigione.
Oggi l’isolotto costituisce il centro naturale del Comune di Le Mont Saint-Michel che fa parte del dipartimento della Manica, nella regione amministrativa della Normandia.
Tra pellegrini e turisti si calcola che il luogo venga visitato, ogni anno, da oltre tre milioni di persone, il che lo rende una delle località più frequentate della Normandia e tra le prime dell’intera Francia. Il suo interesse è dovuto, oltre che agli elementi e ai fenomeni già citati, alla presenza di manufatti che vengono singolarmente classificati come monumenti storici. Dal 1979 è inserito dall’UNESCO nell’elenco dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

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