Storia e cultura

Quando la coscienza è malata

Italo Svevo: Dopo "Una vita" e "Senilità", il suo terzo romanzo "La coscienza di Zeno" è considerato oggi uno dei capolavori della narrativa europea del Novecento

II protagonista de La coscienza di Zeno è una persona altamente suggestionabile che non sa resistere per la sua disposizione d'animo, neppure ad una sigaretta. Così, intossicato dal fumo, si rivolge alle cure di uno psicanalista e ripercorre la sua vita al presente, rievocando soprattutto i conflitti interni (alla scoperta dell’inconscio: in effetti consiste questa terapia che ltalo Svevo, pseudonimo di Ettore Schmitz, conosceva direttamente per aver letto l'opera freudiana).
Ciò che veramente è sofferto – forse in prima persona? – è il ricordare i suoi conflitti con il padre, il volerlo superare, visto che il genitore lo considerava un buono a nulla. Zeno Cosini, lo psicanalizzato, personaggio principe del romanzo, non crede in realtà alle sue potenzialità, non crede in se stesso ed è per tale motivo che ogni sua azione si rivelerà un fallimento.

Vittorio De Sica l’intramontabile leggenda

Eleganza, tenerezza e genialità. Attore brillante di commedie leggere e regista di capolavori, è stato l’immagine del cinema italiano per più di quaranta anni

La storia del cinema italiano è legata alle opere di Vittorio De Sica. Attore, regista, sceneggiatore, tra i cineasti più influenti della storia del cinema italiano del Novecento, ci ha lasciato una grande eredità artistica e una carriera coronata da quattro premi Oscar e innumerevoli altri riconoscimenti.
Dopo il debutto in teatro si è dedicato al cinema con realismo, ironia, educazione, segnando la strada ai più grandi attori e attrici del cinema italiano da lui diretti: Alberto Sordi, Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Gina Lollobrigida e persino Totò ed Eduardo De Filippo.

Il dopoguerra e gli anni del boom economico

Tra il 1958 e il 1963 il popolo italiano, che in precedenza aveva vissuto i disastri della guerra e la povertà dell’immediato dopoguerra, scopre per la prima volta il benessere e il consumismo

Il dopoguerra consegna agli italiani un paese più vivo e più consapevole dei propri diritti, anche se non ancora pronto alle profonde trasformazioni del ventennio successivo. Nonostante una maggiore capacità imprenditoriale, tutto è fermo nelle mani di una classe politica inefficiente. Operai, contadini, ceto medio, benestanti; la società è ancora divisa, segno che il benessere, che pure inizia a manifestarsi, non è equamente distribuito.
La politica ruota intorno ai due massimi partiti: la Democrazia Cristiana, ancora stabile sulla base elettorale che ne sancì la vittoria nel ’48, tenta di coniugare l’impossibile ed auspica un “progresso senza avventura” e il Partito Comunista Italiano, il più grande d’occidente, che ha difficoltà ad assumere una propria identità rispetto a quella russa.

L'origine del pensiero: Piaget e De Saussurre

Lo sviluppo intellettuale può essere spiegato solo considerando l’interazione dinamica e continua tra bambino e ambiente

Lo sviluppo del linguaggio per Piaget (1896–1980) segue un dinamismo abbastanza definito, nel senso che fino a sette/otto anni nel fanciullo si sviluppa il cosiddetto linguaggio egocentrico avente come punto di riferimento il soggetto stesso; solo successivamente si sviluppa il linguaggio cosiddetto sociocentrico, avente un potere più oggettivo.
Piaget muove da premesse biologiche; afferma che la vita è sostanzialmente una creazione di forme sempre più complesse, le quali tendono a instaurare un rapporto equilibrato con l’ambiente.
L’organismo umano, impegnato nella ricerca di adattamento equilibrato in ordine all’ambiente stesso, si aiuta con quello strumento fondamentale che è l’intelligenza.

Alessandro Geraldini: il primo vescovo delle Americhe

Ambizioso e intraprendente, fu determinante per la spedizione di Colombo alla scoperta dell’America

Un viaggio in Spagna con il fratello maggiore Antonio e lo zio Angelo che vi si reca per una missione diplomatica presso il re d’Aragona Giovanni II. È l’occasione, siamo nel 1469, da cui scaturisce la singolare vicenda del giovane Alessandro Geraldini, nato ad Amelia nel 1455 da nobile famiglia e indottrinatosi nelle scienze umanistiche frequentando la scuola del noto studioso Grifone d’Amelia. Alessandro rimane affascinato dalla Spagna e dalla vita di corte, tanto da diventare precettore delle figlie della regina Isabella e suo influente consigliere, quindi diplomatico di acclarata competenza e, infine, vescovo dalle indiscutibili doti spirituali e operative.

Le rattoppatrici di reti

Quando andare a scuola significava anche supportare lo stato di indigenza familiare

Venivamo da un periodo in cui il genere femminile veniva completamente emarginato. In particolare il fascismo aveva duramente represso ogni attività pubblica che registrasse la loro presenza. Bisogna arrivare al 1945 quando sorsero i primi movimenti femminili che lottarono per il riconoscimento del voto alle donne, ottenuto nel 1945. Anche a Fasano, mio paese di origine e attuale residenza, le donne cominciarono ad acquisire la consapevolezza che, al di là del diventare mogli e madri, potevano realizzarsi come persone.

Pensiero e Linguaggio: Chomsky e Vygotsky

L’acquisizione del linguaggio non avviene per imitazione del linguaggio adulto, ma è un processo attivo che parte da un pacchetto di conoscenze innate utilizzate dalla persona per apprendere delle regole grammaticali, verificate successivamente con la pratica

Il linguaggio infantile, per il movimento trasformazionale sviluppato da N. Chomsky, linguista statunitense, filosofo e teorico della comunicazione, è un sistema strutturato in costante e rapida evoluzione. Per Chomsky il linguaggio sembra obbedire a stimoli esterni, ma di fatto è determinato da una capacità innata nell’uomo che trova la sua prima realtà nella mente.

Omaggio a Napoleone Bonaparte nel bi-centenario dalla sua scomparsa

Personaggio diventato mito dall’enigmatica grandezza ancora oggi è oggetto di valutazioni contrastanti

Ei fu. Siccome immobile,/ dato il mortal sospiro/ stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,/ così percossa, attonita/ la terra al nunzio sta.


Il notissimo “attacco” dell’ode manzoniana Il 5 maggio non ammette dubbi: in quel “Ei fu” è racchiusa tutta la drammatica definitività di un’avventura che nel tempo di circa due decenni ha stravolto l’Europa avendo per protagonista Napoleone Bonaparte cui il componimento è dedicato. Si tratta della prima di diciotto strofe e sancisce la fine di un condottiero, di un uomo politico, di uno stratega che ancora oggi fa discutere, a distanza di due secoli dalla scomparsa, avvenuta il 5 maggio 1821.

I bombardamenti su Napoli e i ricoveri

Nel 1940 la città era impreparata ad ogni evento bellico, con pochi ricoveri pubblici efficienti, tenuto conto che molti di essi erano vecchie cantine trasformate e protette da muri paraschegge

Napoli. Due o tre anni prima rispetto al dopoguerra raccontato da Curzio Malaparte nel terribile e sconvolgente “La pelle”. Siamo in pieno conflitto bellico, con i bombardamenti già iniziati a novembre del 1940 e che andranno avanti sino all’aprile del ‘43: chi li ha contati sostiene che furono circa centoventi. La città pagava per la sua posizione strategica nel Mediterraneo; il suo porto infatti, con una flotta navale di tutto rispetto, parimenti a Taranto, Livorno e La Spezia, era il capolinea per la Libia.

Essere o apparire? Il continuo conflitto dell’uomo

“Essere o apparire” non è una parafrasi del dubbio amletico, ma uno stile di vita, una maniera di interpretarla, che produce risultati assai diversi sul piano della esistenza

L’uomo moderno vive l’alienazione di una società in cui si afferma la logica dell’apparire, che promuove fenomeni come la massificazione, l’appiattimento sociale e culturale, la rinuncia all’interiorità, ai sentimenti e alle emozioni, manipolate, contraffatte, costruite. Non ci interessa la vera essenza delle cose, ma solo e soltanto l’apparire. Ci adoperiamo per costruire la nostra immagine ad ogni costo, perché tutto quello che deve emergere di noi è quello che in realtà vogliamo dimostrare di essere.

Il profugato Friulano-Veneto

Storie di grande umanità e non solo

Al nome di Caporetto è legato il ricordo di una delle più dolorose sconfitte che l’Esercito italiano ha subito nel corso della sua storia, tanto da proporsi nell’immaginario collettivo come sinonimo di disfatta.
La battaglia di Caporetto, combattutasi tra il 24 ottobre e il 27 novembre 1917, ha portato con sé anche ripercussioni di ordine sociale ingiustamente minimizzate, se non ignorate, dalle pagine dei libri di storia. Tra queste anche il cosiddetto profugato veneto-friulano animato da ben 600mila tra donne, vecchi e bambini – provenienti dall’Altopiano di Asiago e dalla Valle del Brenta, ma anche da città come Udine, Venezia e Treviso – che abbandonarono il territorio invaso o minacciato dall’esercito austriaco.

Gli studi sul linguaggio: Frege e Wittgenstein

Il linguaggio come forma di vita

La riflessione filosofica sul linguaggio diviene sistematica dall’età moderna, oggetto di riflessione in sé. A cominciare dalla seconda metà del secolo scorso, tale analisi entrò in una dimensione che fu definita da parametri logico–linguistico-matematici e che si avvalse soprattutto degli studi sulla logica.

Ludwig Josef Johann Wittgenstein
Filosofo, ingegnere e logico austriaco, autore in particolare di contributi di capitale importanza alla fondazione della logica e alla filosofia del linguaggio. È considerato, specialmente nel mondo accademico anglosassone, il massimo pensatore del XX secolo.

L’Earth Day e il Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi

Nel XI del Paradiso Dante scrisse di Francesco «Nacque al mondo un sol/ Come fa questo talvolta di Gange./ Però chi d’esso loco fa parole./ Non dica ascesi, chè direbbe corto./ Ma Oriente, se proprio dir vuole». Cercherò di spiegare questo mio breve contributo.
Spesso siamo indotti a pensare che nella poetica del Trecento il massimo poeta “ambientalista” sia il Petrarca per via delle sue visioni “bucoliche”. Non è, invece, così perché ancora una volta Dante è il Maestro e Sommo anche nell’amore rivolto alla Natura, alla terra, perché ha, a sua volta, come suo insegnante proprio il Poverello d’Assisi e il suo Cantico, che ne fa da padrone in tutte le terzine della Commedia.

Tra cielo e inferno: Charles Baudelaire il poeta maledetto

Poeta, scrittore, critico letterario, giornalista e filosofo. È considerato uno dei più importanti poeti del XIX secolo, esponente del simbolismo e grande innovatore del genere lirico, nonché precursore del decadentismo

Charles Baudelaire nasce il 9 aprile del 1821 a Parigi da Caroline Archimbaut-Dufays e da Joseph-François Baudelaire, capo degli uffici amministrativi del senato.
In seguito alla morte prematura del padre, Caroline sposa un aitante tenente colonnello il quale, intriso di perbenismo borghese, si guadagnerà l’odio del figliastro. Ed è proprio nei rapporti con la famiglia, e in particolare con la madre, in cui si gioca gran parte dell’infelicità e del disagio esistenziale che accompagnerà Baudelaire per tutta la vita.

Il dopoguerra e gli americani a Napoli

Gli Alleati entrano a Napoli dal 1° ottobre 1943: una lunga presenza, giustificata da ragioni strategico-militari legate al controllo del porto, che termina soltanto dopo la nascita della Repubblica italiana

Napoli, 1° ottobre del ’43.

Si sono concluse le “4 Giornate” e Napoli è ormai libera dai nazisti, quando entrano gli americani che sino ad allora – e chi glielo faceva fare di muoversi prima? – avevano aspetta-to a Salerno. E i napoletani, come ottantatre anni prima con Garibaldi e le sue truppe, li accolgono con fiori e applausi, raggianti di felicità.
Pensano che finalmente ’a nuttata è passata, come dirà poi Eduardo nella sua Napoli milionaria.

Omaggio a Gianni Agnelli nel centenario dalla sua nascita

Il grande ambasciatore del made in italy del ’900. Icona di stile ed eleganza, tifoso appassionato della Juventus e della Ferrari. Collezionista di opere d’arte

Soprannominato l’Avvocato, per la laurea in giurisprudenza, Gianni Agnelli è stata una figura chiave della storia economica, politica e sportiva dell’Italia del Novecento. Nato a Torino, dal 1966 subentrò al padre Edoardo alla presidenza della FIAT, guidandola per 40 anni.
Affascinante, ricco, amante dello sport e dell’arte, il re d’Italia senza corona, com’era definito, ancora oggi rappresenta uno degli uomini più ammirati per il suo stile inconfondibile e la sua innata eleganza. Un personaggio sempre al centro dell’attenzione.

25 marzo: Dantedì. L’immobilità di Dante

Il 25 marzo del 1300 iniziava il viaggio ultraterreno dell’Alighieri nell’aldilà (data concordata dagli studiosi) attraverso il capolavoro senza tempo della Commedia

Il 25 marzo 2021 è stata celebrata la 2° Giornata Nazionale dedicata a Dante, Padre della Nostra Lingua e Letteratura. La figura del Sommo Poeta, in realtà, è da molto tempo osannata in tutto il Mondo tanto che in ogni Stato spesso è stata inaugurata una statua con le sue fattezze come quella di Montevideo in Uruguay, le “gemelle” di Washington e New York negli USA, quella di Barcellona in Spagna o nei giardini del Collège de France di Parigi.

La più grande tragedia dell'emigrazione italiana di tutti i tempi

Non era valso il nome “Utopia” per la nave a vapore della compagnia inglese “Anchor Line” per evitare il naufragio nelle acque di Gibilterra, in quella fatale sera nella quale perironocirca seicento persone

La lunga e travagliata storia dell’emigrazione italiana nel mondo è ricca di avvenimenti, anche drammatici, che l’hanno caratterizzata con insistente frequenza provocando innumerevoli vittime in incidenti di diversa natura. È il prezzo che la società italiana è stata costretta a pagare alle difficili condizioni di vita che hanno portato milioni di nostri connazionali alla decisione di emigrare in altri Paesi, alla ricerca di una speranza nuova per sé e per i propri figli.

Il dialetto nell’odierno panorama sociale

Le parlate locali diventano patrimonio nazionale

D opo la fine della seconda guerra mondiale solo una minima parte della popolazione riusciva a comunicare correntemente in italiano. Oggi l’italianizzazione è generale, ma non per questo i dialetti hanno perso funzione e vitalità. Nel contesto attuale italiano e dialetti non sono in conflittualità, possono coesistere in armonia. È molto importante il modo in cui il dialetto viene percepito, non tanto dai linguisti quanto da coloro che lo parlano.

Il ruolo della memoria come elevata facoltà dell’intelletto

Partendo dal passato per progettare il futuro

Tra la fine del mese di gennaio e l’inizio di febbraio ricorrono due diverse occasioni istituite per incoraggiare la memoria, “per non dimenticare”, come universalmente si usa dire: il Giorno della memoria (27 gennaio) per commemorare le vittime dell’Olocausto e il Giorno del ricordo (10 febbraio) destinato alla tragedia delle foibe e all’esodo giuliano-dalmata.
L’attualità di queste due “giornate” ci appare utile come spunto per una breve riflessione sulla necessità della memoria e sul ruolo che questa “nobile” facoltà intellettiva può svolgere favorendo il processo di trasmissione delle conoscenze. La memoria, infatti, aiuta ad attualizzare il passato e consente di averne consapevolezza ogni qualvolta ci si propone di sottoporlo a una riflessione o ad una rielaborazione critica.

Puglia. I campi di internamento dimenticati dai manuali di storia

Pochi sanno che in Italia vennero aperti numerosi campi di internamento, di cui solo la storia locale vi rende memoria.
In Puglia i campi furono quattro: Alberobello, Gioia del Colle, le Isole Tremiti e Manfredonia.

L'arte di Berthe Morisot: La prima pittrice impressionista

Spesso nominata e ricordata come la modella di molti quadri di Manet, è stata in realtà un’importante artista francese

Berthe Morisot è stata una delle grandi interpreti al femminile dell’Impressionismo oltre ad essere un chiaro esempio di emancipazione della donna nella Parigi della seconda metà dell’Ottocento. Nacque il 14 gennaio 1841 a Bourges da una famiglia benestante, aperta agli stimoli culturali dell’epoca; la sua casa era frequentata da artisti e letterati che influirono sulla sua crescita culturale ed intellettuale.
La natura era osservata direttamente dall’atelier del suo giardino, fatto costruire appositamente per lei e le sorelle dai suoi genitori. In questo periodo conobbe pittori quali Degas e Fantin Latour; fu proprio Fantin Latour a presentarla a Manet (1868).

Coco Chanel

Ribelle e audace per natura, fu in grado di rivoluzionare la moda con abiti, profumi, gioielli e pelletteria con uno stile modellato a sua immagine

Non meno affascinante di Pierre Cardin è la parabola esistenziale e professionale di Coco Chanel (Samur, 19 agosto 1883 – Parigi 10 gennaio 1971) la cui figura ricordiamo nelle sue linee essenziali in occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa. Gabrielle Bonheur Chanel, conosciuta in tutto il mondo come Coco Chanel, nasce da una famiglia povera. Il padre, venditore ambulante, alla scomparsa prematura della madre, l’affida alle suore della Congregazione del Sacro Cuore nella cittadina di Aubazine.

Scomparso Pierre Cardin, l’inventore del prêt-à-porter

L’incredibile storia di un uomo che ha rivoluzionato la moda, un precursore che ha immaginato tutto quello che oggi amiamo

Se n’è andato allo scadere del 2020, all’età di 98 anni. Pierre Cardin, sangue italiano nelle vene – il suo nome è Pietro Costante Cardin – nasce a Sant’Andrea di Barbarana (Treviso) il 2 luglio 1922. Ultimo di otto figli di facoltosi contadini veneti, alla conclusione del primo conflitto mondiale si vedono costretti a fronteggiare una condizione economica divenuta precaria che nel 1924 li induce a emigrare in Francia.
Parlare di Pierre Cardin significa riferirsi ad un talento assoluto, a uno stilista che ha contribuito a fare la storia della moda mondiale, portando all’interno di questo affascinante pianeta una rivoluzione di idee e di stili che l’hanno imposto tra i grandissimi di sempre.

«Alla Sua Maniera»: il Divino Raffaello

BELLO, TALENTUOSO, FAMOSO amato dalle donne e stimato dagli uomini, è considerato, insieme ai grandi Leonardo e Michelangelo, uno dei più grandi artisti del Rinascimento italiano

«ILLE HIC EST RAPHAEL TIMUIT
QUO SOSPITE VINCI
RERUM MAGNA PARENS
ET MORIENTE MORI»

Tale epitaffio in latino, in cui si riassunse la grandezza artistica di Raffaello, fu scritto da Pietro Bembo per la tomba collocata ai piedi dell’edicola della Madonna del Sasso nel Pantheon, opera che lo stesso Pittore “commissionò” a un suo allievo, il Lorenzetto.

Le donne di Ravensbrück. Per non dimenticare

L’Olocausto vissuto dalla donne, molte delle quali con disabilità fisiche e mentali, internate nel lager di Ravensbrück

Il 27 gennaio – data prescelta dalla risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite perché in quel giorno del 1945 fu liberato il campo di concentramento di Auschwitz – si celebra la giornata mondiale in memoria delle vittime dell’Olocausto, una delle carneficine più brutali del XX secolo, perpetrata ai danni del popolo ebraico dalla Germania di Hitler e dai suoi alleati, che contò circa 15 milioni di vittime.
La persecuzione fu poi estesa ad altri gruppi etnici e religiosi considerati “indesiderabili” e a categorie di persone invise alla politica di elevazione del Terzo Reich della razza ariana, quali Rom, omosessuali, lesbiche, Testimoni di Geova, sacerdoti cattolici, dissidenti politici, disabili, malati di mente, per cui ad oggi si stima che le morti possano essere non ancora esattamente quantificabili e di sicuro superiore ai 17 milioni di cui 5/6 milioni solo ebrei il cui genocidio viene indicato correttamente con il termine Shoah.

Ritratto di un eclettico intellettuale siciliano

Leonardo Sciascia. Letterato, saggista e giornalista, divenne una figura di spicco in Italia e in Europa. Una voce che ha toccato temi di grande attualità, dalla politica alla giustizia

Primo di tre fratelli, Leonardo Sciascia nasce l’8 gennaio del 1921 a Racalmuto, comune nella provincia di Agrigento da madre di famiglia di artigiani e padre operaio nelle miniere di zolfo della zona agrigentina, cara, com’è noto, anche a Luigi Pirandello. Non è un caso infatti, che nel corso della sua carriera, emergerà spesso il suo particolare coinvolgimento e interesse per l’opera di Pirandello, con il quale condividerà l’approccio alla vita vista come impossibile da descrivere pienamente in quanto non oggettiva.

Dio incontro all’uomo. La visione di Cristo in Dante

Generalmente quando si giunge a dicembre la nostra mente immediatamente corre alla figura del Cristo bambino al freddo di una stalla secondo l’immagine tramandataci da san Francesco d’Assisi il quale per primo realizzò il famoso Presepe di Greccio nel 1223. È Dio, che assume la “dimensione umana”, s’incarna per vivere alla maniera degli uomini, per compiere un viaggio nei nostri limiti e nelle nostre fragilità. Dante ci racconta di questo Dio di Amore nell’Empireo, Cielo di Luce (Pd. XXXIII), che «s’indova» (Pd. XXXIII, v.138), che entra nella nostra più profonda intimità, nel nostro cuore.

Il medico di famiglia tempo fa

Quando il dialetto era mezzo di comunicazione tra il dottore e il paziente

Dei medici fasanesi di epoche antecedenti tanto si è detto e scritto. Le mie riflessioni riguardano il medico di tempi contrassegnati da un basso livello d’istruzione dei cittadini. il medico di base ha sempre avuto una comunicazione interpersonale con pazienti provenienti dai più disparati strati sociali per cui, una volta, era facile che per alleggerirsi il compito e poter emettere una diagnosi interloquisse con i più sprovveduti ricorrendo al dialetto.

Tu scendi dalle stelle ispirata dai dolci paesaggi dei Monti Dauni

In pochi sanno il segreto di questa dolce melodia e delle sue origini: la canzone originale venne infatti composta e scritta in lingua napoletana

Ha il sapore del “made in Puglia” la più nota melodia natalizia, conosciuta universalmente col titolo Tu scendi dalle stelle e cantata in tutto il mondo. La “pastorale”, questo il nome tecnico della composizione, si deve a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore, che ebbe l’ispirazione per il canto diventato nel tempo la colonna sonora del Natale, durante la sua permanenza nel convento della Consolazione di Deliceto, cittadina dei Monti Dauni in provincia di Foggia.

Trilussa, er poeta de Roma

Tributo al poeta, scrittore e giornalista italiano, genio della favola, noto per le sue composizioni in dialetto romanesco, in occassione dei settant’anni dalla sua morte avvenuta il 21 dicembre 1950

Roma, 26 ottobre 1871.
Carlo Alberto Salustri nasce da una famiglia di modeste condizioni economiche, rese ancor più precarie dalla prematura morte del padre Vincenzo, cameriere al servizio della nobile famiglia dei Quintili.
A risollevarne le sorti disperate, è proprio il marchese Ermenegildo De’ Cinque Quintili, padrino di battesimo di Carlo Alberto, che accoglie i Salustri nel proprio palazzo, al numero 31 in piazza di Pietra.
Pur crescendo in ambiente aristocratico, a quindici anni abbandona gli studi per intraprendere un cammino da autodidatta.

Dalla Vita Nova alla Commedia

Dante e la dignità dell’essere Donna

Già a partire dall’incipit della Vita Nova comprendiamo che Dante, dal primo incontro avvenuto a soli nove anni, non guardò Beatrice come “donna angelo” od oggetto degli stilnovisti ma come “figliuola di Deo”. Dal secondo fortuito incontro avvenuto alle tre di pomeriggio e in cui la gentilissima donna per “ineffabile cortesia” salutò Dante, tanto da donargli la beatitudine, si generò nella mente del Poeta un nuovo modo di concepire la donna. Il saluto della fanciulla, insolito, improvviso e inaspettato, risultò essere gesto potente e scandaloso per i tempi.

Il Radesca Di Foggia

Musicista di talento e precursore del melodramma italiano. Omaggio ad Enrico Antonio, il grande musicista del ‘500 orgoglio dei foggiani

Il personaggio oggetto di questa breve ricerca non rientra fra i più noti del panorama culturale della Puglia.
Con qualche colpevole rammarico, però, perché , musicista foggiano vissuto tra il XVI e il XVII secolo, è stato un raffinato compositore promotore di un movimento musicale tra i più significativi, benché non sempre conosciuto dai non addetti ai lavori.
Le produzioni di Radesca, infatti, da un punto di vista squisitamente storico-musicologico si offrono come riferimento indifferibile nella prima fase della monodia italiana del Seicento.


Oscar Wilde: La vita come un'opera d'arte

Scrittore, poeta, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese dell’età vittoriana del XIX secolo, considerato una delle massime firme del decadentismo e dell’estetismo britannico

Il 30 novembre ricorre l’anniversario della morte di Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde (noto come Oscar Wilde), poeta, scrittore e drammaturgo. Nato a Dublino il 16 ottobre del 1854, è considerato uno dei personaggi più carismatici della letteratura irlandese ed europea dell’Ottocento.
Poche persone sono riuscite a fare della loro vita un’opera d’arte. Quella dipinta da Wilde, non un’opera su cui posare lo sguardo, ma qualcosa che si porta dietro i colpi del destino, dove le lacrime si mischiano alla gioia, l’amore diventa colpa e l’eleganza si trasforma in fango.
Nel bene e nel male, alcune tappe fondamentali della sua vita si legano fatalmente alla sorte dei suoi genitori.

Tra gli scrittori anglosassoni più apprezzati e discussi, modellò tutta la sua vita come se fosse essa stessa un’opera d’arte, anticonformista e votata all’estetismo

Il primo derby Nord-Sud: ma l'arbitro fu onesto?

Il 2 giugno del 1946 l’Italia sceglie di cambiare pagina: il racconto d’un ragazzo del ‘37. 25 milioni di cittadini (gli aventi diritto al voto erano 28 milioni) si recarono alle urne: il risultato fece emergere un’Italia divisa tra Nord e Sud

No, non parlo di calcio, anche se a quel tempo ero “fissato” per il Grande Torino che purtroppo due anni dopo fu coinvolto nella tragedia di Superga. Amavo così tanto il calcio che “fondai” una squadra Gli aquilotti partenope, con tanto di magliette, naturalmente azzurre, di tessere e foto, e della quale ero, ovviamente, presidente, allenatore, capitano e portiere.

Mi allenavo continuamente, talvolta anche fino a mezzanotte, sotto la statua dell’Immacolata a Piazza Gesù Nuovo trasformata, da noi ragazzi, in campo da calcio, con le porte segnate dai cumuletti dei nostri vestiti; ricordo ancora che giocavamo con una “palla di pezza”.
Quante sfide con quelli di Santa Chiara, di San Sebastiano, di San Domenico Maggiore che, nonostante i miei duri allenamenti notturni, mi infilavano puntualmente non meno di dieci volte a partita!

Grandi festeggiamenti per ricordare Gianni Rodari

Ricordando Gianni Rodari a 100 anni dalla sua nascita, giornalista, scrittore e poeta specializzato in letteratura per l’infanzia, unico vincitore italiano del prestigioso Premio Hans Christian Handersen nel 1970, considerato il Nobel della letteratura per l'infanzia, che gli fa raggiungere una fama internazionale

GIANNI RODARI, IL GENIO DELLA FANTASIA CHE HA INCANTATO OGNI BAMBINO

Nato a Omegna in provincia di Novara il 23 ottobre del 1920, Gianni Rodari per molti anni è stato non solo maestro di scuola elementare ma anche poeta e giornalista. Sul quotidiano L’Unità di Milano infatti, nel 1949, ha curato la rubrica intitolata “La domenica dei Piccoli”.

L'angelo ribelle

Mariateresa Di Lascia, una vita spesa per rivendicare e difendere i diritti degli ultimi

Personaggio complesso quello di Maria Teresa Di Lascia, non nell’accezione negativa del termine, bensì per l’articolazione piuttosto fitta degli elementi caratteriali e culturali e per gli interessi che hanno animato i suoi anni.


Si è spenta a Roma il 10 settembre del 1994. Il suo romanzo postumo "Passaggio in ombra" ha vinto il Premio Strega l'anno successivo alla sua morte, avvenuta a 40 anni


Lo scultore Nicola Fiore: da Troia a Milano e ritorno

La circolarità virtuosa della memoria e dell’appartenenza

Ci sono percorsi umani, più che professionali, che nascono con il crisma della circolarità: si chiudono là dove hanno avuto inizio. E quando ciò accade si scatena una temperie virtuosa di considerazioni e riflessioni che chiamano in causa il destino, il fatalismo, la memoria, le radici intese come appartenenza a una terra, a una storia.
Nicola Fiore, troiano per origini e famiglia, nato il 18 giugno 1881, ha manifestato fin dall’infanzia il suo talento per l’arte e per il bello inteso come categoria dell’anima.

Napoli, tra mito e leggenda

La storia di Napoli ha inizio, secondo la tradizione, intorno alla metà del VII sec. a. C., con la fondazione di Partenope da parte dei Cumani. Sorta sulla collina di Pizzofalcone e l’isolotto di Megaride, il suo nome le deriva dalla Sirena eponima Parthenope, che ricollega la sua fondazione al mito omerico di Ulisse

Stabilire se Napoli è più antica di Roma è un’impresa ardua. Studi recenti, tecnologie avanzate e nuovi ritrovamenti archeologici, non hanno ancora dato una risposta certa, nonostante quella manciata di anni, dal 753 al 475 a.C., pare divida il momento fondativo delle due città. Ci si affida alla leggenda: da una parte Romolo e Remo e dall’altra la sfortunata sirena Partenope che muore piangendo Ulisse e l’Uovo di Virgilio, tuttora nascosto nelle fondamenta di Castel dell’Ovo.


Il momento esatto della fondazione di Napoli è avvolto quindi da incertezze e miti. Dai recenti reperti archeologici, testimonianze storiche e dai poeti e scrittori dell’epoca greco-romana, si arriva alla conclusione che i fatti siano andati verosimilmente così.

Minuziano, precursore degli editori/stampatori italiani

Da San Severo alla dimensione più elevata della cultura

L'editoria tra XV e XVI secolo
Quando Gutemberg nel 1455 stampa e pubblica la Bibbia, prima opera della storia a non avvalersi della tecnica del manoscritto, Alessandro Minuziano è ancora un bimbo di appena cinque anni. La grande rivoluzione tecnologica che avrebbe dato un impulso decisivo alla diffusione dei libri ha appena mosso i primi passi e il piccolo Alessandro è testimone inconsapevole dell'avvio di un processo straordinario che di lì a qualche anno egli stesso avrebbe contribuito a incentivare con la sua passione, la sua scienza e la creatività di cui è dotato.

A piazza Venezia, 80 anni fa. L'italia entra in guerra

10 giugno 1940. È l’inizio della catastrofe. Mussolini porta l’Italia in guerra contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, con un discorso che cambiò la storia d’Italia


Il Duce dichiara guerra a Francia e Inghilterra, un popolo intero lo applaude ignaro del tragico futuro

A quell’epoca, prima dello scoppio della II Guerra Mondiale, i mezzi di comunicazione erano i giornali, la radio ed i manifesti murali. Gli italiani, allora come oggi, avevano il difetto di leggere poco. Al massimo “La domenica del Corriere”, con la prima pagina, una vera opera d’arte, disegnata da Achille Beltrame e i due giornali sportivi, la “Gazzetta dello Sport” e il “Corriere dello Sport”. I bambini, invece, ridevano alle “avventure del Signor Bonaventura”, pubblicate sul “Corriere dei Piccoli”. Per il resto, se andava bene, come oggi un settimanale di pettegolezzi e cronaca rosa alla “grande fratello”.
Più seguita era, invece, la radio, presente in pratica in tutte le case degli italiani. Ad essa si alternavano Natalino Otto e Alberto Rabagliati, il Trio Lescano ed Ernesto Bonino nonché, con insistenza, la propaganda a favore del regime fascista e del suo Duce.
Allora, come oggi, i manifesti murali invitavano gli italiani che se lo potevano permettere, a bere “Campari soda”, ad andare in “Balilla” o in “500”, a spendere alla “Rinascente”, a comprare, perché non si poteva scaricare da Internet “se potessi avere mille lire al mese”, e ad andare al cinema a vedere Amedeo Nazzari che, insieme a Clara Calamai, furoreggiava nelle sale di tutta Italia.
Era un’Italia appiattita come la superficie limacciosa di un lago senza vento, intorpidita da anni di fascismo che l’avevano mano a mano resa sempre meno vitale e reattiva. Più di oggi divisa in classi, non soffriva però più di tanto la distinzione tra ricchi e poveri, né si entusiasmava alle conquiste militari in Africa ed Albania o a quelle sportive nei Campionati del Mondo di calcio del ’34 e del ’38. Più che Schiavio e Silvio Piola, affascinava Wanda Osiris, stella della rivista e, alla radio, Rabagliati quando cantava “vado, vinco, torno e sposo”, una canzone certamente voluta da Mussolini per attenuare l’abulia in cui erano caduti gli italiani.
Era, in pratica, un’Italia che viveva alla giornata, con un dissenso riservato ad una minoranza, adagiata nel sogno fallace dell’autarchia, propagandato ed imposto dal Fascismo, incurante di ciò che stava già avvenendo nel resto d’Europa.
Il risveglio, pertanto, fu più crudo e tragico. E furono Hitler e Mussolini che non trovarono di meglio, prima l’uno e poi l’altro, per dar sfogo alla loro sete di potere, che trascinare il mondo nella tragedia di una guerra che loro assicuravano circoscritta e breve ma che invece divenne mondiale e durò, dallo scoppio alla fine, più di cinque lunghissimi anni.

Giuseppe Telfener, imprenditore geniale

Nato a Foggia, si affermò in tutto il mondo come precursore degli imprenditori globali

È stato definito uno dei più grandi imprenditori del mondo della seconda metà dell’Ottocento, certamente uno dei più intraprendenti e, per certi versi, anche geniali. Si tratta del foggiano Giuseppe Telfener, il cui cognome tradisce origini tirolesi in quanto appartenente a una famiglia di commercianti trasferitasi nel capoluogo daunio da almeno due generazioni.

Nato a Foggia nel 1836, abita con la famiglia nell’antico Palazzo Marzano Tafuri Telfener, tra via Arpi e piazza Mercato e, dopo aver studiato all’Università di Napoli, dispiega tutta la sua inventiva e l’eccellenza della sua preparazione tecnica in giro per l’Italia e per il mondo. La sua passione sono le ferrovie ed infatti lega nome e fama alla progettazione di nuove linee ferroviarie in Italia e nel resto del pianeta, con realizzazioni anche molto ardite e innovative entrate a pieno diritto nella storia del progresso dell’umanità.

La Basilica di San Nicola si lega al mito di Re Artù

C’è chi sostiene che in una cripta nascosta della Basilica sia custodito il Santo Graal, il calice dell’Ultima Cena, nel quale sarebbe stato raccolto, da Giuseppe D’Arimatea, il sangue di Gesù crocifisso

DALLA TERRA DI BARI
Tra storia e leggenda


San Nicola, vescovo di origine bizantina nacque intorno al 260 d.C. a Patara († 343 d.C.), importante città della Licia situata sulla costa meridionale dell’Anatolia. La storia del patrono della città di Bari, compatrono assieme a San Sabino, narra di trentacinque marinai, ventisette cavalieri e due monaci benedettini, che hanno intrapreso un viaggio verso l’Asia Minore, oggi Turchia, con tre caravelle per traslare le spoglie del Santo dalla città di Myra, l’odierna Kale, a Bari, e sottrarle ai musulmani che in quel periodo avevano conquistato la città durante la Prima Crociata. Correva l’anno del Signore 1087, 9 aprile.

Scomparso Joseph Tusiani, italo-americano di Puglia

Era tra i maggiori poeti neolatini contemporanei

Quando si parla di emigrazione italiana – verso qualunque parte del pianeta, ma soprattutto verso gli Stati Uniti – le vicende umane delle persone non sono mai disgiunte dai percorsi professionali. A testimoniarlo, le avventure esistenziali di milioni di individui che dalla fine dell’Ottocento e fino agli anni Cinquanta del Novecento, hanno attraversato l’oceano con alterna fortuna ma sempre legando alla storia individuale gli aspetti umani e quelli professionali e lavorativi. Spesso raggiungendo traguardi e affermazioni che hanno dato lustro alla persona e al Paese d’origine.

Evemero Nardella e i classici napoletani

Foggiano, musicò testi di Ernesto Murolo, E. A. Mario e Libero Bovio

«Fu un compositore limpido e cristallino, ed assai rigoroso, come gli avevano insegnato i suoi maestri De Nardis, Martucci e Serrao».« Con queste parole Raffaele Cossentino tratteggia la figura e la personalità di Evemero Nardella nella sua opera La canzone napoletana dalle origini ai giorni nostri. Storia e personaggi (Rogiosi Editore, 2013).

Evemero Nardella è un nome che dice poco, al di là della cerchia degli addetti ai lavori e degli appassionati della canzone napoletana.

Fiorello La Guardia sindaco di New York

Figlio di un emigrato di Foggia, qui si era formato come pilota. È stato il più grande sindaco di New York di sempre

Potremmo definirla storia di normale emigrazione, quella che stiamo per raccontare, se non fosse che da un'emigrazione apparentemente “normale” è scaturito un personaggio di eccezionale rilievo politico e sociale e di caratura internazionale. Non è, tuttavia, un caso raro, se si pensa alle personalità che si sono affermate nel continente americano, partite direttamente dalla Puglia o appartenenti alle generazioni successive.
Il personaggio di cui ci occupiamo in questo numero continua a godere, anche dopo la scomparsa, di un appeal del tutto particolare, in aggiunta alla fama che l'ha accompagnato in vita e che l'ha inserito di diritto nell'immaginario generale dell'intero pianeta. Il riferimento è a Fiorello la Guardia, noto come sindaco di New York – in molti ritengono che sia stato il più amato sindaco della metropoli statunitense di sempre – che nel cognome tradisce chiaramente origini italiane. Più esattamente pugliesi.

Francesco De Robertis, pioniere del Neorealismo

Regista cinematografico e ufficiale della Marina, originario di San Marco in Lamis, in provincia di Foggia

È davvero sorprendente scoprire quanti personaggi la Puglia abbia espresso, a livello nazionale e internazionale, nei più svariati campi delle professioni e delle attività umane. Ed è altrettanto mortificante constatare che molti di essi siano rimasti nell’anonimato più assoluto o, quanto meno, in una zona d’ombra che gli ha negato la meritata ribalta e l’apprezzamento da parte del grande pubblico.
Tra questi è da annoverare certamente Francesco De Robertis (San Marco in Lamis, 16 ottobre 1902 – Roma, 3 febbraio 1959) che, pur avendo frequentato l’Accademia navale intraprendendo la carriera militare come ufficiale della Marina Italiana, ha tuttavia espresso tutto il suo talento in campo cinematografico, forte di una solida preparazione tecnica e potendo contare su un’innata predisposizione alla creatività e alla gestione dell’immagine.

Rotundi, il foggiano che ha progettato la Vespucci

Foggiano di nascita, è stato Tenente Generale del Genio Navale

La nave più bella del mondo. Una definizione che non ammette repliche, assoluta, vigorosa e definitiva come una sentenza inappellabile. È riferita all’Amerigo Vespucci, nave scuola della Marina Militare Italiana, conosciuta e ammirata in tutto il pianeta proprio con questo appellativo. Ambasciatrice non soltanto della tradizione marinara del nostro Paese ma anche modello di stile, eleganza e design universalmente apprezzato.


Menichella, economista di fama mondiale

Dalla ricostruzione post bellica al boom economico

Il Paese squassato dagli esiti di un conflitto disastroso che ha prodotto centinaia di migliaia di vittime e lascia in eredità la prospettiva di un’immane ricostruzione materiale e contrapposizioni ideologiche laceranti. Un conflitto dal quale l’Italia emerge sconfitta, indebolita nella sua autostima, nella credibilità internazionale, relegata in uno stato di soggezione politica all’interno di tutti i consessi internazionali in cui si discuta o si ridiscuta dell’assetto geopolitico europeo post bellico. Tanto da far affermare al Presidente del Consiglio

dei ministri Alcide De Gasperi, in sede di Conferenza di pace di Parigi del 10 agosto 1946: "Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me"

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