Storia e cultura

Il medico di famiglia tempo fa

Quando il dialetto era mezzo di comunicazione tra il dottore e il paziente

Dei medici fasanesi di epoche antecedenti tanto si è detto e scritto. Le mie riflessioni riguardano il medico di tempi contrassegnati da un basso livello d’istruzione dei cittadini. il medico di base ha sempre avuto una comunicazione interpersonale con pazienti provenienti dai più disparati strati sociali per cui, una volta, era facile che per alleggerirsi il compito e poter emettere una diagnosi interloquisse con i più sprovveduti ricorrendo al dialetto.

Tu scendi dalle stelle ispirata dai dolci paesaggi dei Monti Dauni

In pochi sanno il segreto di questa dolce melodia e delle sue origini: la canzone originale venne infatti composta e scritta in lingua napoletana

Ha il sapore del “made in Puglia” la più nota melodia natalizia, conosciuta universalmente col titolo Tu scendi dalle stelle e cantata in tutto il mondo. La “pastorale”, questo il nome tecnico della composizione, si deve a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore, che ebbe l’ispirazione per il canto diventato nel tempo la colonna sonora del Natale, durante la sua permanenza nel convento della Consolazione di Deliceto, cittadina dei Monti Dauni in provincia di Foggia.

Trilussa, er poeta de Roma

Tributo al poeta, scrittore e giornalista italiano, genio della favola, noto per le sue composizioni in dialetto romanesco, in occassione dei settant’anni dalla sua morte avvenuta il 21 dicembre 1950

Roma, 26 ottobre 1871.
Carlo Alberto Salustri nasce da una famiglia di modeste condizioni economiche, rese ancor più precarie dalla prematura morte del padre Vincenzo, cameriere al servizio della nobile famiglia dei Quintili.
A risollevarne le sorti disperate, è proprio il marchese Ermenegildo De’ Cinque Quintili, padrino di battesimo di Carlo Alberto, che accoglie i Salustri nel proprio palazzo, al numero 31 in piazza di Pietra.
Pur crescendo in ambiente aristocratico, a quindici anni abbandona gli studi per intraprendere un cammino da autodidatta.

Dalla Vita Nova alla Commedia

Dante e la dignità dell’essere Donna

Già a partire dall’incipit della Vita Nova comprendiamo che Dante, dal primo incontro avvenuto a soli nove anni, non guardò Beatrice come “donna angelo” od oggetto degli stilnovisti ma come “figliuola di Deo”. Dal secondo fortuito incontro avvenuto alle tre di pomeriggio e in cui la gentilissima donna per “ineffabile cortesia” salutò Dante, tanto da donargli la beatitudine, si generò nella mente del Poeta un nuovo modo di concepire la donna. Il saluto della fanciulla, insolito, improvviso e inaspettato, risultò essere gesto potente e scandaloso per i tempi.

Il Radesca Di Foggia

Musicista di talento e precursore del melodramma italiano. Omaggio ad Enrico Antonio, il grande musicista del ‘500 orgoglio dei foggiani

Il personaggio oggetto di questa breve ricerca non rientra fra i più noti del panorama culturale della Puglia.
Con qualche colpevole rammarico, però, perché , musicista foggiano vissuto tra il XVI e il XVII secolo, è stato un raffinato compositore promotore di un movimento musicale tra i più significativi, benché non sempre conosciuto dai non addetti ai lavori.
Le produzioni di Radesca, infatti, da un punto di vista squisitamente storico-musicologico si offrono come riferimento indifferibile nella prima fase della monodia italiana del Seicento.


Oscar Wilde: La vita come un'opera d'arte

Scrittore, poeta, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese dell’età vittoriana del XIX secolo, considerato una delle massime firme del decadentismo e dell’estetismo britannico

Il 30 novembre ricorre l’anniversario della morte di Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde (noto come Oscar Wilde), poeta, scrittore e drammaturgo. Nato a Dublino il 16 ottobre del 1854, è considerato uno dei personaggi più carismatici della letteratura irlandese ed europea dell’Ottocento.
Poche persone sono riuscite a fare della loro vita un’opera d’arte. Quella dipinta da Wilde, non un’opera su cui posare lo sguardo, ma qualcosa che si porta dietro i colpi del destino, dove le lacrime si mischiano alla gioia, l’amore diventa colpa e l’eleganza si trasforma in fango.
Nel bene e nel male, alcune tappe fondamentali della sua vita si legano fatalmente alla sorte dei suoi genitori.

Tra gli scrittori anglosassoni più apprezzati e discussi, modellò tutta la sua vita come se fosse essa stessa un’opera d’arte, anticonformista e votata all’estetismo

Il primo derby Nord-Sud: ma l'arbitro fu onesto?

Il 2 giugno del 1946 l’Italia sceglie di cambiare pagina: il racconto d’un ragazzo del ‘37. 25 milioni di cittadini (gli aventi diritto al voto erano 28 milioni) si recarono alle urne: il risultato fece emergere un’Italia divisa tra Nord e Sud

No, non parlo di calcio, anche se a quel tempo ero “fissato” per il Grande Torino che purtroppo due anni dopo fu coinvolto nella tragedia di Superga. Amavo così tanto il calcio che “fondai” una squadra Gli aquilotti partenope, con tanto di magliette, naturalmente azzurre, di tessere e foto, e della quale ero, ovviamente, presidente, allenatore, capitano e portiere.

Mi allenavo continuamente, talvolta anche fino a mezzanotte, sotto la statua dell’Immacolata a Piazza Gesù Nuovo trasformata, da noi ragazzi, in campo da calcio, con le porte segnate dai cumuletti dei nostri vestiti; ricordo ancora che giocavamo con una “palla di pezza”.
Quante sfide con quelli di Santa Chiara, di San Sebastiano, di San Domenico Maggiore che, nonostante i miei duri allenamenti notturni, mi infilavano puntualmente non meno di dieci volte a partita!

Grandi festeggiamenti per ricordare Gianni Rodari

Ricordando Gianni Rodari a 100 anni dalla sua nascita, giornalista, scrittore e poeta specializzato in letteratura per l’infanzia, unico vincitore italiano del prestigioso Premio Hans Christian Handersen nel 1970, considerato il Nobel della letteratura per l'infanzia, che gli fa raggiungere una fama internazionale

GIANNI RODARI, IL GENIO DELLA FANTASIA CHE HA INCANTATO OGNI BAMBINO

Nato a Omegna in provincia di Novara il 23 ottobre del 1920, Gianni Rodari per molti anni è stato non solo maestro di scuola elementare ma anche poeta e giornalista. Sul quotidiano L’Unità di Milano infatti, nel 1949, ha curato la rubrica intitolata “La domenica dei Piccoli”.

L'angelo ribelle

Mariateresa Di Lascia, una vita spesa per rivendicare e difendere i diritti degli ultimi

Personaggio complesso quello di Maria Teresa Di Lascia, non nell’accezione negativa del termine, bensì per l’articolazione piuttosto fitta degli elementi caratteriali e culturali e per gli interessi che hanno animato i suoi anni.


Si è spenta a Roma il 10 settembre del 1994. Il suo romanzo postumo "Passaggio in ombra" ha vinto il Premio Strega l'anno successivo alla sua morte, avvenuta a 40 anni


Lo scultore Nicola Fiore: da Troia a Milano e ritorno

La circolarità virtuosa della memoria e dell’appartenenza

Ci sono percorsi umani, più che professionali, che nascono con il crisma della circolarità: si chiudono là dove hanno avuto inizio. E quando ciò accade si scatena una temperie virtuosa di considerazioni e riflessioni che chiamano in causa il destino, il fatalismo, la memoria, le radici intese come appartenenza a una terra, a una storia.
Nicola Fiore, troiano per origini e famiglia, nato il 18 giugno 1881, ha manifestato fin dall’infanzia il suo talento per l’arte e per il bello inteso come categoria dell’anima.

Napoli, tra mito e leggenda

La storia di Napoli ha inizio, secondo la tradizione, intorno alla metà del VII sec. a. C., con la fondazione di Partenope da parte dei Cumani. Sorta sulla collina di Pizzofalcone e l’isolotto di Megaride, il suo nome le deriva dalla Sirena eponima Parthenope, che ricollega la sua fondazione al mito omerico di Ulisse

Stabilire se Napoli è più antica di Roma è un’impresa ardua. Studi recenti, tecnologie avanzate e nuovi ritrovamenti archeologici, non hanno ancora dato una risposta certa, nonostante quella manciata di anni, dal 753 al 475 a.C., pare divida il momento fondativo delle due città. Ci si affida alla leggenda: da una parte Romolo e Remo e dall’altra la sfortunata sirena Partenope che muore piangendo Ulisse e l’Uovo di Virgilio, tuttora nascosto nelle fondamenta di Castel dell’Ovo.


Il momento esatto della fondazione di Napoli è avvolto quindi da incertezze e miti. Dai recenti reperti archeologici, testimonianze storiche e dai poeti e scrittori dell’epoca greco-romana, si arriva alla conclusione che i fatti siano andati verosimilmente così.

Minuziano, precursore degli editori/stampatori italiani

Da San Severo alla dimensione più elevata della cultura

L'editoria tra XV e XVI secolo
Quando Gutemberg nel 1455 stampa e pubblica la Bibbia, prima opera della storia a non avvalersi della tecnica del manoscritto, Alessandro Minuziano è ancora un bimbo di appena cinque anni. La grande rivoluzione tecnologica che avrebbe dato un impulso decisivo alla diffusione dei libri ha appena mosso i primi passi e il piccolo Alessandro è testimone inconsapevole dell'avvio di un processo straordinario che di lì a qualche anno egli stesso avrebbe contribuito a incentivare con la sua passione, la sua scienza e la creatività di cui è dotato.

A piazza Venezia, 80 anni fa. L'italia entra in guerra

10 giugno 1940. È l’inizio della catastrofe. Mussolini porta l’Italia in guerra contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, con un discorso che cambiò la storia d’Italia


Il Duce dichiara guerra a Francia e Inghilterra, un popolo intero lo applaude ignaro del tragico futuro

A quell’epoca, prima dello scoppio della II Guerra Mondiale, i mezzi di comunicazione erano i giornali, la radio ed i manifesti murali. Gli italiani, allora come oggi, avevano il difetto di leggere poco. Al massimo “La domenica del Corriere”, con la prima pagina, una vera opera d’arte, disegnata da Achille Beltrame e i due giornali sportivi, la “Gazzetta dello Sport” e il “Corriere dello Sport”. I bambini, invece, ridevano alle “avventure del Signor Bonaventura”, pubblicate sul “Corriere dei Piccoli”. Per il resto, se andava bene, come oggi un settimanale di pettegolezzi e cronaca rosa alla “grande fratello”.
Più seguita era, invece, la radio, presente in pratica in tutte le case degli italiani. Ad essa si alternavano Natalino Otto e Alberto Rabagliati, il Trio Lescano ed Ernesto Bonino nonché, con insistenza, la propaganda a favore del regime fascista e del suo Duce.
Allora, come oggi, i manifesti murali invitavano gli italiani che se lo potevano permettere, a bere “Campari soda”, ad andare in “Balilla” o in “500”, a spendere alla “Rinascente”, a comprare, perché non si poteva scaricare da Internet “se potessi avere mille lire al mese”, e ad andare al cinema a vedere Amedeo Nazzari che, insieme a Clara Calamai, furoreggiava nelle sale di tutta Italia.
Era un’Italia appiattita come la superficie limacciosa di un lago senza vento, intorpidita da anni di fascismo che l’avevano mano a mano resa sempre meno vitale e reattiva. Più di oggi divisa in classi, non soffriva però più di tanto la distinzione tra ricchi e poveri, né si entusiasmava alle conquiste militari in Africa ed Albania o a quelle sportive nei Campionati del Mondo di calcio del ’34 e del ’38. Più che Schiavio e Silvio Piola, affascinava Wanda Osiris, stella della rivista e, alla radio, Rabagliati quando cantava “vado, vinco, torno e sposo”, una canzone certamente voluta da Mussolini per attenuare l’abulia in cui erano caduti gli italiani.
Era, in pratica, un’Italia che viveva alla giornata, con un dissenso riservato ad una minoranza, adagiata nel sogno fallace dell’autarchia, propagandato ed imposto dal Fascismo, incurante di ciò che stava già avvenendo nel resto d’Europa.
Il risveglio, pertanto, fu più crudo e tragico. E furono Hitler e Mussolini che non trovarono di meglio, prima l’uno e poi l’altro, per dar sfogo alla loro sete di potere, che trascinare il mondo nella tragedia di una guerra che loro assicuravano circoscritta e breve ma che invece divenne mondiale e durò, dallo scoppio alla fine, più di cinque lunghissimi anni.

Giuseppe Telfener, imprenditore geniale

Nato a Foggia, si affermò in tutto il mondo come precursore degli imprenditori globali

È stato definito uno dei più grandi imprenditori del mondo della seconda metà dell’Ottocento, certamente uno dei più intraprendenti e, per certi versi, anche geniali. Si tratta del foggiano Giuseppe Telfener, il cui cognome tradisce origini tirolesi in quanto appartenente a una famiglia di commercianti trasferitasi nel capoluogo daunio da almeno due generazioni.

Nato a Foggia nel 1836, abita con la famiglia nell’antico Palazzo Marzano Tafuri Telfener, tra via Arpi e piazza Mercato e, dopo aver studiato all’Università di Napoli, dispiega tutta la sua inventiva e l’eccellenza della sua preparazione tecnica in giro per l’Italia e per il mondo. La sua passione sono le ferrovie ed infatti lega nome e fama alla progettazione di nuove linee ferroviarie in Italia e nel resto del pianeta, con realizzazioni anche molto ardite e innovative entrate a pieno diritto nella storia del progresso dell’umanità.

La Basilica di San Nicola si lega al mito di Re Artù

C’è chi sostiene che in una cripta nascosta della Basilica sia custodito il Santo Graal, il calice dell’Ultima Cena, nel quale sarebbe stato raccolto, da Giuseppe D’Arimatea, il sangue di Gesù crocifisso

DALLA TERRA DI BARI
Tra storia e leggenda


San Nicola, vescovo di origine bizantina nacque intorno al 260 d.C. a Patara († 343 d.C.), importante città della Licia situata sulla costa meridionale dell’Anatolia. La storia del patrono della città di Bari, compatrono assieme a San Sabino, narra di trentacinque marinai, ventisette cavalieri e due monaci benedettini, che hanno intrapreso un viaggio verso l’Asia Minore, oggi Turchia, con tre caravelle per traslare le spoglie del Santo dalla città di Myra, l’odierna Kale, a Bari, e sottrarle ai musulmani che in quel periodo avevano conquistato la città durante la Prima Crociata. Correva l’anno del Signore 1087, 9 aprile.

Scomparso Joseph Tusiani, italo-americano di Puglia

Era tra i maggiori poeti neolatini contemporanei

Quando si parla di emigrazione italiana – verso qualunque parte del pianeta, ma soprattutto verso gli Stati Uniti – le vicende umane delle persone non sono mai disgiunte dai percorsi professionali. A testimoniarlo, le avventure esistenziali di milioni di individui che dalla fine dell’Ottocento e fino agli anni Cinquanta del Novecento, hanno attraversato l’oceano con alterna fortuna ma sempre legando alla storia individuale gli aspetti umani e quelli professionali e lavorativi. Spesso raggiungendo traguardi e affermazioni che hanno dato lustro alla persona e al Paese d’origine.

Evemero Nardella e i classici napoletani

Foggiano, musicò testi di Ernesto Murolo, E. A. Mario e Libero Bovio

«Fu un compositore limpido e cristallino, ed assai rigoroso, come gli avevano insegnato i suoi maestri De Nardis, Martucci e Serrao».« Con queste parole Raffaele Cossentino tratteggia la figura e la personalità di Evemero Nardella nella sua opera La canzone napoletana dalle origini ai giorni nostri. Storia e personaggi (Rogiosi Editore, 2013).

Evemero Nardella è un nome che dice poco, al di là della cerchia degli addetti ai lavori e degli appassionati della canzone napoletana.

Fiorello La Guardia sindaco di New York

Figlio di un emigrato di Foggia, qui si era formato come pilota. È stato il più grande sindaco di New York di sempre

Potremmo definirla storia di normale emigrazione, quella che stiamo per raccontare, se non fosse che da un'emigrazione apparentemente “normale” è scaturito un personaggio di eccezionale rilievo politico e sociale e di caratura internazionale. Non è, tuttavia, un caso raro, se si pensa alle personalità che si sono affermate nel continente americano, partite direttamente dalla Puglia o appartenenti alle generazioni successive.
Il personaggio di cui ci occupiamo in questo numero continua a godere, anche dopo la scomparsa, di un appeal del tutto particolare, in aggiunta alla fama che l'ha accompagnato in vita e che l'ha inserito di diritto nell'immaginario generale dell'intero pianeta. Il riferimento è a Fiorello la Guardia, noto come sindaco di New York – in molti ritengono che sia stato il più amato sindaco della metropoli statunitense di sempre – che nel cognome tradisce chiaramente origini italiane. Più esattamente pugliesi.

Francesco De Robertis, pioniere del Neorealismo

Regista cinematografico e ufficiale della Marina, originario di San Marco in Lamis, in provincia di Foggia

È davvero sorprendente scoprire quanti personaggi la Puglia abbia espresso, a livello nazionale e internazionale, nei più svariati campi delle professioni e delle attività umane. Ed è altrettanto mortificante constatare che molti di essi siano rimasti nell’anonimato più assoluto o, quanto meno, in una zona d’ombra che gli ha negato la meritata ribalta e l’apprezzamento da parte del grande pubblico.
Tra questi è da annoverare certamente Francesco De Robertis (San Marco in Lamis, 16 ottobre 1902 – Roma, 3 febbraio 1959) che, pur avendo frequentato l’Accademia navale intraprendendo la carriera militare come ufficiale della Marina Italiana, ha tuttavia espresso tutto il suo talento in campo cinematografico, forte di una solida preparazione tecnica e potendo contare su un’innata predisposizione alla creatività e alla gestione dell’immagine.

Rotundi, il foggiano che ha progettato la Vespucci

Foggiano di nascita, è stato Tenente Generale del Genio Navale

La nave più bella del mondo. Una definizione che non ammette repliche, assoluta, vigorosa e definitiva come una sentenza inappellabile. È riferita all’Amerigo Vespucci, nave scuola della Marina Militare Italiana, conosciuta e ammirata in tutto il pianeta proprio con questo appellativo. Ambasciatrice non soltanto della tradizione marinara del nostro Paese ma anche modello di stile, eleganza e design universalmente apprezzato.


Menichella, economista di fama mondiale

Dalla ricostruzione post bellica al boom economico

Il Paese squassato dagli esiti di un conflitto disastroso che ha prodotto centinaia di migliaia di vittime e lascia in eredità la prospettiva di un’immane ricostruzione materiale e contrapposizioni ideologiche laceranti. Un conflitto dal quale l’Italia emerge sconfitta, indebolita nella sua autostima, nella credibilità internazionale, relegata in uno stato di soggezione politica all’interno di tutti i consessi internazionali in cui si discuta o si ridiscuta dell’assetto geopolitico europeo post bellico. Tanto da far affermare al Presidente del Consiglio

dei ministri Alcide De Gasperi, in sede di Conferenza di pace di Parigi del 10 agosto 1946: "Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me"

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