Dante, il semaforo fra Virtus e Realismo Terminale

Ogni qualvolta si propone un’idea, un modello nuovo, volente o nolente si va a toccare il totem dell’utopia, viaggiando su due binari paralleli, uno di non accettazione del reale e l’altro di ricerca del non reale. Se internet ha reso molto esigue le pareti fra il possibile e l’impossibile, sarebbe logico pensare che questa abbondanza di informazioni rendesse più facile la sperimentazione di nuovi percorsi aderenti alla contemporaneità.



Per fare questo diventava importante un’osservazione attenta dei fenomeni, dei conflitti e dei paradossi del tempo in cui si vive.

Quando nel 2010 Guido Oldani presentò il Realismo Terminale, facendo riferimento ai profondi cambiamenti di cui il terzo millennio sarebbe stato portatore (pandemie comprese), diede il via ad un modello poetico/linguistico sul filo dell’ironia, decollando sulle ali della similitudine rovesciata, che (prendendo in prestito il linguaggio della ginnastica artistica, per non venire meno alla nostra mission ironica), faceva da corpo libero, parallele, trave e cavalletto, a costruzioni poetiche che andavano dalla semplice ruota, al triplo carpiato.
Ma come per ogni cambiamento, questo porta con se resistenze prevedibili, ed è difficile pensare a qualcosa che dia più il senso di capovolgimento della similitudine rovesciata (esseri umani e natura, sempre più simili agli oggetti).
Il Realismo Terminale, inoltre, fa riferimento a Dante Alighieri, come si è detto spesso e Dante ritorna come semaforo, proprio in questo 2021 nella commemorazione dei settecento anni dalla sua morte.

Soprattutto per noi Realisti Terminali diventa importante ricordare che cosa ha rappresentato Dante per il suo tempo e cosa rappresenta oggi. Fare riferimento alla Divina Commedia, significa approfondire la conoscenza di noi stessi e della nostra storia; ma se la nostra è una storia in cui l’uomo non è più al centro di tutto ma bensì ai margini, sicuramente siamo doppiamente chiamati in causa e la similitudine rovesciata diventa protagonista di ciò.


Inoltre se la visione del mondo e dell’uomo, nella Divina Commedia, si poneva in un’Europa tra l’evo antico e l’evo moderno, la nostra si pone in scala mondiale, fra l’umano ed il post umano. Tutto questo lascia finestre di dialogo sul nostro definirci dantisti e la contemporaneità.
Il duplice aspetto della Divina Commedia ha come connotazione l’eterno e lo storico, distanziandosi così dai poemi dell’età classica. Nel classicismo greco, non esisteva la storia, esisteva la natura, il presente, dove la fragilità umana si scontrava con la sua sorte mortale, con il fato e gli dei.
Nella Divina Commedia, Dante porta fatti, date, città, eventi, personaggi e reclama il diritto umano alla felicità, l’alto desio; ricercato prima nella conoscenza filosofica, poi nell’ordine politico e infine in Dio: E io ch’al fine di tutt’i disii/ appropinquava, sì com’io dovea,/ l’ardor del desiderio in me finii (Par. XXXIII 46/48) .
In cima a tutto c’era Dio, ma sostenuto da un altro principio, insieme al valore dell’individuo e alla storicità: la libertà, come egli ricorda all’ingresso del Purgatorio: libertà va cercando, ch’è sì cara,/ come sa chi per lei vita rifiuta (P I 71-72) .

La libertà dunque, il valore dell’individuo, la storia, la ricerca della felicità e l’Eterno. Abbiamo tracciato il grande paradigma su cui ogni epoca ha fondato il suo pensiero. Questo 2021, sarà importante per il Realismo Terminale, per l’opportunità di dialogo su queste tematiche, insieme alla prevaricazione degli oggetti ed il post umano, con tutto il suo bagaglio di virtualità; ricordando, che virtuale deriva dal latino virtus, una parola che significa un sacco di cose, come energia, virtù, eccellenza, forza, facoltà: tutte qualità interiori non necessariamente espresse e visibili. A pensarci bene, l’uomo è entrato nell’artificio comunicativo all’introduzione della scrittura, cominciando così un processo virtuale attraverso l’oggetto virtuale per eccellenza: il libro.

Posted

22 Feb 2021

Realismo terminale


Taniuska - Tania di Malta



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