Filosofia e Scienza nel Rinascimento

La rivoluzione scientifica e la nascita della scienza moderna

Unitamente al naturalismo filosofico rinascimentale i cui maggiori rappresentanti furono i tre meridionalisti Bernardino Telesio, Giordano Bruno e Tommaso Campanella, anche la scienza si basò su leggi matematiche e in campo filosofico si avvertì l’esigenza di una nuova interpretazione del problema della conoscenza e della realtà. Si ebbe praticamente una svolta nel campo della ricerca e della conoscenza denominata “rivoluzione scientifica”.


Le teorie di Copernico, di Galilei, Keplero e Newton contribuirono notevolmente allo sviluppo di questa nuova scienza. Copernico (1474-1543), astronomo polacco, fu l’ideatore del sistema eliocentrico, teoria che si contrapponeva al sistema geocentrico di Tolomeo che poneva, invece, la Terra al centro del sistema solare. Tale teoria segnò l’inizio della rivoluzione scientifica, ma non fu favorevolmente accolta specialmente dalla Chiesa.
Keplero (1571-1630), astronomo tedesco, scoprì le leggi che regolano i moti di rivoluzione dei pianeti intorno al sole descrivendone anche la forma dell’orbita, le velocità e le distanze dal sole.
Newton (1642-1727), scienziato inglese, è la figura dominante della rivoluzione scientifica per il suo notevole contributo. Sin da giovane mostrò grande interesse per la matematica; scoprì che la luce bianca è una fusione di differenti tipi di raggi; scoprì anche le leggi che regolano i moti celesti e i moti dei corpi della Terra. Affermava l’esistenza di un artefice divino che ha originato e mantiene l’ordine cosmico. Le personalità che più filosoficamente affrontarono i problemi della scienza furono Galileo Galilei, Francesco Bacone.

GALILEO GALILEI

Galileo Galilei (1564-1642) fisico, matematico e astronomo ebbe rapporti con i maggiori intellettuali del suo tempo, fra di essi Keplero; costruì numerosi strumenti matematici e fisici: il più importante fu il cannocchiale; scoprì anche i quattro satelliti maggiori di Giove, le montagne e i crateri della luna e le macchie solari. Aveva una concezione matematica dell’universo e della materia, per cui distingueva le qualità oggettive da quelle soggettive. Le qualità oggettive, dette primarie, riconducibili ai rapporti matematici e misurabili oggettivamente, come l’altezza, la larghezza, la profondità; le qualità soggettive, dette secondarie, dipendono dalla percezione dell’uomo ed esistono solo in relazione ai suoi sensi: sapori, colori, odori.



Sostenitore del sistema eliocentrico copernicano, criticava il principio di autorità; alla cosiddetta autorità costituita, che in questo caso era la Chiesa cattolica, contrapponeva la ragione. Il suo metodo sperimentale consisteva nell’unire esperienza sensibile e ragione. Sosteneva che la scienza si basa sull’esperienza, mentre la Fede sull’autorità delle Scritture. La Bibbia, pur essendo d’ispirazione divina è scritta da uomini; il “gran libro della natura” è scritto invece direttamente da Dio; “La natura – asseriva – è un libro scritto in caratteri matematici”. Per i suoi studi e i risultati ottenuti è ritenuto uno dei maggiori protagonisti della rivoluzione scientifica.

Entrato in conflitto con la Chiesa, che sosteneva le teorie geocentriche, nel 1633 fu accusato di eresia; durante il processo abiurò: “Io, Galileo, […] credo e con l’aiuto divino crederò per l’avvenire tutto ciò che accoglie, predica e insegna la Chiesa cattolica e apostolica. […]”. Si dice che al termine della sua abiura, uscendo dal tribunale, avrebbe pronunciato la frase “Eppur si muove” riferendosi alla Terra.
Condannato alla prigione a vita, la pena gli fu tramutata in quella dell’isolamento. Lo scienziato continuò i suoi studi fino alla morte avvenuta l’8 gennaio 1642. Dopo tanti secoli, Papa Wojtyla, in un memorabile discorso, condannò tale processo dichiarando che Galileo Galilei “ebbe molto a soffrire – non possiamo nasconderlo – da parte di uomini e organismi della Chiesa”.

Posted

01 Apr 2021

Storia e Filosofia


Pasquale Panella



Foto dal web





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