Freddie Mercury, leggenda dei Queen e icona di stile

La voce che ha fatto la storia, una storia diventata leggenda

Farrokh Bulsara (in arte Freddie Mercury) nasce il 5 settembre 1946 a Stone Town, capitale di Zanzibar in Tanzania, da genitori di etnia parsi originari del Gujarat (il padre è un diplomatico indiano). Dopo aver trascorso gran parte dell’adolescenza in India, dove studia alla St. Peter’s School di Panchgani, nel 1964 si trasferisce con la famiglia a Feltham in Inghilterra, terra di origine dei genitori.












L’INIZIO DELLA CARRIERA
Nel 1966 viene ammesso all’Ealing Art College di Londra, laureandosi in arte e design. Ben presto mette in mostra le sue straordinarie doti di pianista e grande vocalist in gruppi come “Sour Milk Sea” e “Wreckage”, con i quali comincia a sviluppare le sue capacità artistiche e sceniche. Ma è l’incontro con Brian May (chitarrista) e Roger Taylor (batterista) che gli cambia la vita. I tre fondano la band rock dei “Queen”, nome suggerito dallo stesso Freddie Mercury, che ne approfitta per cambiare anche il suo. L’esigenza di un bassista porterà poi John Deacon, poco dopo, a completare la formazione.

IL SUCCESSO CON I QUEEN
Il gruppo comincia a suonare nel circuito universitario e dei club di Londra, attirando rapidamente l’attenzione degli addetti ai lavori.
Nel 1973 esce il primo album dal titolo Queen, seguito da Queen II e Sheer Heart Attack. Sono tutti ben accolti dalla critica, ma è con A Night at the Opera (1975), contenente il brano Bohemian Rhapsody, che i Queen raggiungono il successo mondiale.
Negli anni successivi producono quindici album e concerti live rimasti nella storia, come quello di Wembley del 1986. Nella ventennale carriera (se ne conteranno oltre settecento) furono assolutamente spettacolari ed indimenticabili, grazie alle doti sceniche di Freddie Mercury.
Sul palco, come nella vita, Freddie si dimostra uno straordinario interprete capace di illuminare uno stadio con la sua presenza e catturare l’attenzione di migliaia di spettatori con un solo gesto.
Per il gruppo rock britannico, scrisse canzoni di successo come Bohemian Rhapsody, Crazy Little Thing Called Love, Don’t Stop Me Now, It’s a Hard Life, Killer Queen, Love of My Life, Bicycle Race, Play the Game, Somebody to Love e We Are the Champions.


LA VITA PRIVATA
Durante la sua vita, Freddie Mercury ha amato sia donne che uomini. Proveniente da una famiglia molto tradizionalista, inizia ad avere consapevolezza del proprio orientamento sessuale negli anni ‘70, quando comunica alla fidanzata, Mary Austin, la propria bisessualità con la quale ha convissuto per sette anni. Dopo la fine della loro storia, i due sono rimasti profondamente legati. Mercury le ha dedicato varie canzoni, tra cui Love of My Life, lasciandole in eredità metà del patrimonio e la Garden Lodge, la sua casa londinese.
A partire dalla metà degli anni ‘70, Freddie Mercury ha avuto relazioni soprattutto con uomini. Quello della sua vita è stato però il parrucchiere Jim Hutton: compagno di Freddie Mercury dal 1984, visse con lui nella Garden Lodge. Risultato anch’egli sieropositivo nel 1990, morirà poi di cancro nel 2010.



Ricordato per il suo talento vocale e per l’esuberante personalità sul palco, è considerato uno dei più celebri e influenti artisti nella storia del rock. Insieme ai Queen ha caratterizzato due decenni di musica rock, incidendo brani come Bohemian Rhapsody, We Will Rock You e We Are The Champions. Capolavori destinati ad essere ricordati anche dalle generazioni future



L’AIDS
Freddie Mercury ha iniziato ad avere problemi di salute nel 1986, ma la positività all’Hiv gli è stata riscontrata solo l’anno successivo. Poco dopo, gli è stato anche diagnosticato l’Aids, anche se soltanto il 23 novembre del 1991 (il giorno prima della sua morte per broncopolomonite aggravata da complicazioni dovute all’Aids) ha annunciato di essere malato. In questi anni, pur consapevole del suo stato terminale, non ha mai trascurato la sua carriera musicale.

In sua memoria, pochi mesi dopo, il 20 aprile 1992, Brian May e Roger Taylor organizzano a Londra il “Freddie Mercury Tribute”, un grande concerto a cui partecipano artisti da ogni parte del mondo. Parte dei proventi dell’evento sono sati utilizzati per fondare “The Mercury Phoenix Trust”, un’organizzazione impegnata nella lotta all’AIDS. Nel 2018 esce al cinema il film musicale e biografico Bohemian Rhapsody che narra la vita dei Queen ma soprattutto la leggenda di Freddie Mercury, dalla formazione della band al concerto “Live Aid” del 13 luglio 1985.



THE SHOW MUST GO ON
Nonostante il corpo fosse provato con evidenza dalla malattia, Freddie Mercury decise di nascondere la sua condizione di salute al pubblico fino al giorno prima della morte, quando con un comunicato ufficiale confermò di essere sieropositivo e di aver contratto l’Aids.
La condizione di salute di Freddie influì profondamente sulle ultime composizioni dei Queen, sia nei testi che nelle melodie. Un’amara consapevolezza che diede vita a Innuendo, ultimo album registrato con Freddie Mercury ancora vivo. Tra le tracce del disco trovano spazio brani immortali come The Show Must Go On, malinconica esortazione ad andare avanti nonostante il destino sia già scritto.

Posted

07 Nov 2021

Storia e cultura


Massimo Massa



Foto dal web





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