Sant’Agostino, vita, opere e pensiero del vescovo romano

Filosofo e teologo è considerato il fondatore del pensiero occidentale per aver analizzato il concetto di trinità fondando le basi della sua dottrina sull’illuminazione divina

Sant’Agostino nacque in una città dell’Africa romana, Tagaste, nel 354 da padre pagano e madre cristiana, Monica, che esercitò su di lui una profonda influenza. Da giovane condusse una vita dissipata in amicizie e amori torbidi.
Inizialmente aderì al manicheismo, religione fondata dal persiano Mani (216-277).




Questa religione affermava la coesistenza nel mondo di due principi antitetici che si combattono perpetuamente: il Bene e il Male, la Luce e le Tenebre. A Tagaste Agostino aprì una scuola di grammatica.

La madre, perché manicheo irriducibile, lo cacciò di casa ed andò a vivere ospite di un amico. Studioso di retorica, insegnò questa disciplina prima a Cartagine e poi a Roma e a Milano. Quando di trasferì a Roma la madre decise di seguirlo, ma lui, con uno stratagemma, la lasciò a Cartagine. Lo raggiunse in seguito a Milano imbarcandosi per Roma nel 385 dopo la morte del marito. Durante il soggiorno milanese si convertì al cristianesimo, grazie anche all’influenza del vescovo di Milano, Sant’Ambrogio e alle preghiere di sua madre.

Lasciato l’insegnamento della retorica, ritornò in patria e nel 391 fu ordinato sacerdote; nel 395 ebbe la nomina a vescovo di Ippona, dove rimase fino alla morte avvenuta nel 430. Dopo il suo ritorno definitivo in Africa, si dedicò allo studio e alla stesura di opere destinate a combattere le eresie e alla difesa della fede e della chiesa cattolica.
Tra i suoi scritti principali ricordiamo Contro gli accademici (critica del pen-siero scettico), Del libero arbitrio (dove affronta il tema del male); infine Le confessioni, la straordinaria autobiografia in cui racconta la propria vicenda inte-riore e la sua tormentata ricerca di Dio.







Il pensiero
Il cardine del pensiero di Sant’Agostino è Dio e l’Uomo; egli dice, appunto, che desidera conoscere soltanto l’anima e Dio. Poiché la vita spirituale non è altro che aspirazione all’Eterno, a Dio che è la suprema verità, alla filosofia che è a sua volta anch’essa ricerca della verità, tra filosofia e religione, ragione e fede, non può esserci contrasto. Esse si fondono e si compenetrano. Secondo Sant’Agostino il loro rapporto è espresso dalle due massime crede ut intelligas (credo per comprendere) e intellige ut credas (comprendi per credere).
Come filosofo, trattando il tema dell’interiorità, affermava che la verità abita in ognuno di noi; l’anima umana è il luogo ove risiede la verità. La sua massima era: “Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas”. (Non uscire da te stesso, rientra in te: nell’intimo dell’uomo risiede la verità).
Con Sant’Agostino si ha un cambiamento profondo, un capovolgimento rispetto al pensiero precedente. Platone, per esempio, per ricercare il “vero” al di là delle apparenze, si rifaceva al mondo delle idee; Sant’Agostino, invece, afferma che l’uomo trova la verità in se stesso. Sant’Agostino prende in esame anche il tema della Creazione e il Tempo e il problema del Male.

La Creazione e il Tempo
L’idea della creazione pone il problema del tempo: l’atto creativo si è compiuto nel tempo? Se l’universo ha cominciato ad esistere in un certo istante, che cosa c’era prima? Che cosa faceva Dio “prima” che creasse il mondo? Agostino risponde che Dio ha creato il mondo con il tempo e non nel tempo. Il tempo non è qualcosa come un contenitore che esisteva prima della creazione; non ha una realtà per se stante e quindi anche la vita di Dio scorre nel tempo; esso è creato insieme al mondo. Il tempo non esiste senza la vita soggettiva di una creatura; esso perciò non può precedere la creazione: l’eternità di Dio è fuori dal tempo. Secondo Agostino, dunque, Dio non crea le cose nel tempo e con la creazione delle cose Dio crea anche il tempo.

Il problema del Male
Un altro grande problema che scaturisce dalla concezione cristiana di Dio è quello dell’esistenza del male. Come può un Ente onnipotente ed infinitamente buono permettere il male? Dio, sommo bene, può aver creato un mondo in cui c’è il male? Dobbiamo accettare la teoria dei manichei, secondo la quale esiste una realtà in cui c’è il principio del male che si oppone a Dio, principio del bene? Sant’Agostino prima della conversione, per rispondere a questi quesiti aderì a questa dottrina. Con la conversione nega tutto questo ed afferma che tutto ciò che è, è bene; nega la “sostanzialità” del male. Il male in sé non esiste ma è solo “assenza di bene”, così come la tenebra è assenza di luce. Per quanto riguarda l’uomo, l’origine del male risiederebbe nella sua libertà. Dio ha dato all’uomo la possibilità di esercitare il proprio “libero arbitrio”, decidendo autonomamente di realizzare il bene, oppure scegliere la via del peccato.

Posted

14 Mar 2020

Storia e Filosofia


Pasquale Panella



Foto dal web





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