Mi mancava la puzza, la puzza di Palermo

In ricordo di Letizia Battaglia, la fotografa che ha segnato il ‘900 italiano. Per decenni ha raccontato Palermo, sua città natale

Aveva lasciato Milano, lei, la città che le avrebbe garantito una carriera sicura ed una stabilità economica per la propria famiglia. La città dove agli inizi degli anni ‘70 una donna non doveva sgomitare più di tanto per imporsi in un mondo maschile e dove la sua femminilità e professionalità le avrebbero permesso di farsi strada senza troppi rischi o compromessi. Aveva deciso di ritornare nella sua Palermo, senza dubbi o esitazioni. C’era qualcosa che le mancava, più di ogni altra. Non riusciva proprio a vivere senza la puzza, la puzza della sua città.

Letizia Battaglia, la più grande e unica fotoreporter donna, anticonformista e indicata dal New York Times tra le undici donne più interessanti al mondo, era nata a Palermo nel 1935. Prima donna tra colleghi uomini, inizierà a trentaquattro anni a collaborare con il giornale palermitano L’Ora gestendo contemporaneamente una famiglia e svicolando tra un padre ed un marito padroni della sua vita. Ad un anno dalla sua morte, avvenuta il 13 aprile del 2022, la sua figura delinea ancora un percorso rivoluzionario in una società, quella italiana e siciliana in particolare, dominata ancora da modelli e preconcetti patriarcali mentre il talento di questa geniale artista emergeva tra gli scatti di una Palermo dilaniata da attentati e omicidi. Sono gli anni di piombo, quelli degli omicidi di Piersanti Mattarella, della guerra di mafia per l’egemonia del clan dei corleonesi e degli scatti all’hotel Zagarella degli esattori Salvo insieme a Giulio Andreotti. Una guerra civile, una vera e propria mattanza, durante il conflitto che in Sicilia ha opposto lo Stato italiano a Cosa Nostra, che Letizia ritrae con tenacia e coraggio al punto da venire riconosciuta come una tra le più grandi fotografe del mondo.

Trasversale, libera, cocciuta, militante e molto generosa, riusciva a riportare i drammi della cronaca nera e il degrado di Palermo con enorme umanità trasfigurando l’orrore della povertà e della morte attraverso la magia della sua arte. La fotografia rappresentava la sua via di fuga, di salvezza e di emancipazione da un padre e da un marito che la volevano diversa. I suoi scatti erano però soprattutto denuncia, riflesso di un impegno civile e politico che fecero di Letizia una vera e propria Militante, oltre che una grande artista che amava ritrarre la sua città.
Palermo, luogo non facile da percorrere munita di una macchina fotografica. Strade cariche di vita silenziosa e di sospetto da far brillare attraverso l’obiettivo. Palermo, città teatro di una guerra subdola al punto da apparire senza speranza e senza futuro, esplodendo in faccia a chi la osservava con l’occhio critico di un teleobiettivo. Letizia Battaglia non è stata solo una delle più grandi donne al mondo, in grado di conseguire premi e riconoscimenti come mai nessuna prima di lei.

Lei è stata la prima donna europea a ricevere nel 1985, ex aequo con l’americana Donna Ferrato, il Premio Eugene Smith, a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life. Un altro premio, il Mother Johnson Achievement for Life, le è stato tributato nel 1999.

Ha esposto in Italia, nei Paesi dell’Est Europa, Francia (Centre Pompidou, Parigi), Gran Bretagna, America, Brasile, Svizzera, Canada. Ha vissuto a Milano e, dal 2003 al 2005, a Parigi. A differenza, però, di altri artisti e personalità espatriati all’estero è sempre ritornata sui passi vacillanti delle vie della sua Palermo. Le sue foto, famose e riconosciute ovunque per il suo valore, ci fanno vivere la città attraverso il suo sguardo e ci riconosciamo protagonisti di un ambiente che ci appartiene e ci è familiare. Ecco allora che le foto di Palermo prendono forma, nella sua miseria e nel suo splendore, con i suoi morti di mafia ma anche con le sue tradizioni, tra sguardi di bambini e donne e vita quotidiana in quartieri fatiscenti. Le strade, le feste, i lutti di una città dalle mille contraddizioni stimolano il pensiero e l’azione attraverso il silenzio delle immagini. Era proprio questo l’intento di Letizia in fondo: la fotografia come una rivoluzione, una sorta di atto sovversivo.

Eccola qui, dunque, Letizia. Grande artista palermitana, una dea in grado di sfidare gli dei. Una maga delle immagini così avanti con i tempi da far tremare. Minacciata, viene esortata da Falcone a mettersi da parte. Ma lei dice di no e anzi raccomanda a Falcone che anche lui deve proteggersi. Testarda e sfrontata decide di andare avanti per lasciare un segno e fare la differenza. A un anno di distanza dalla sua morte, la sua Palermo scorre ancora in un flusso di contrasti inarrestabili, tra luci ed ombre, sapori ed odori che aleggiano per i suoi angoli più nascosti. Mentre ricordiamo colei che può considerarsi come un’artista unica, a tratti riusciamo a vedere e a sentire anche noi quella sottile, impalpabile puzza di città di cui lei, Letizia, proprio non riusciva a fare a meno.

Posted

04 May 2023

Pensieri e riflessioni


Lucia Lo Bianco



Foto dal web





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