Mauro Montacchiesi propone un iter lirico che è allo stesso tempo un luogo in cui smarrirsi per poi ritrovarsi, un’avventura e un riparo in cui rifugiarsi e ci conduce attraverso un per-corso intimo di ingente profondità emozionale, ampliato da un’acuta sensibilità e da un’osservazione intensamente umana dell’universo, esortando a trovare consolazione negli arcani della vita e nell’estasi per la natura, a valorizzare l’ascolto e il silenzio, a riscoprire la magnificenza delle piccole cose dell’esistenza quotidiana.
La silloge, per scelta personale dell’Autore, è suddivisa in due parti in cui ogni opera è corredata già da un mio breve commento e evolve in una dimensione lirica totalizzante e vigorosa, è una celebrazione dell'animo umano, delle sue più vitali fantasie, della sua capacità inestinguibile di rinascita, similmente alla luna che, ogni notte, di novella luminosità scintilla.
La luna diviene così un leit motiv che simboleggia la vivida guida nelle tenebre dell’anima, che rischiara le strade occulte delle emozioni e il poeta pittura panorami intimi in cui la parola e il silenzio danzano in una sottile euritmia, fino a produrre un colloquio, che si palesa in versi intensi e delicati.
Risulta quindi, a un attento e accorto lettore, quanto l’azione poetica, o “Pensiero Montacchiesano”, sia un pregevole e maestoso indotto in cui confluiscono tematiche a valenza universale e movimenti letterari che hanno lasciato impronte nel tempo e, in aggiunta, punto di forza è l’evidente intreccio tra spiritualità, psicologia e filosofia.
Poesia quindi che evolve su un universo emotivo e intellettuale tri-dimensionale e non lascia scampo alla casualità né alla grammatica del “tout court”, forte di un bagaglio compositivo di sapere e conoscenza di elevato spessore.