Jean-François Millet fu un pittore francese di notevole sensibilità artistica, nato da una famiglia di contadini a Gréville-Hague il 4 ottobre del 1814 e deceduto a Barbizon il 20 gennaio del 1875, diede vita a nume-rosi dipinti sotto forma di racconti quotidiani figu-rando, benanche, il lavoro nei campi, poiché si dedicò anch’egli alle dure mansioni agricole apprezzando il dono della semplicità. Considerato tra i maggiori esponenti del Realismo, portiamo in visione due opere di meravigliosa caratura concettuale, analiz-zandone la bellezza che vi è intrisa in entrambe.
Osservando il dipinto Donna che cuce alla luce della lampada sentiremo docile il pensiero della costanza che tesse gli orizzonti e nutre gli infiniti attimi sognanti. Poiché nel richiamo di questa visione, la pace estroietta una forte predominanza suggestiva ma al contempo determina la fluidità dei compiti lavorativi che, con lentezza, offrivano il beneficio quotidiano. È un capolavoro di Millet che definirei “sorgente” dove la parola ‘rallenta’ porta in grembo il senso del buon compimento, come a voler innalzare la forza della calma e della perseveranza le quali, interpretandone un intreccio divino, congiungono al faro della nostra illuminazione. La donna, con fare tranquillo, vi è seduta di fianco ad un letto dove dorme una piccola creatura e, nell’atmosfera di un fioco chiarore, cuce un caldo filato. L’immagine, nel suo complesso, effonde una piacevole sensazione benefica lasciando echeggiare nell’aria l’equilibrio interiore e le virtù della naturalezza. Sapientemente elaborata con meticolosità compositiva, si pregia di cromatismi avvolgenti e ponderati, propagando nella stesura pittorica dei toni marroni che scaldano l’elaborato con un profumo distensivo ed antico. L’olio su tela, risalente al 1870-1872, misura 100 x 82 cm e ad oggi è ubicato a New York nella Frick Collection.
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Altra opera di significativa produzione che ammiriamo con grande rispetto è titolata Piantatori di patate. Realizzata intorno al 1861 in tecnica ad olio su tela di 82,5 x 101,3 cm, è conservata al Museo delle Belle Arti di Boston. Nell’esecuzione pittorica Millet accentrò il fascino e il valore di un mestiere ‘nobile’ per l’intrisa dignitosità che permea in esso. La paesaggistica, dai toni caldi e anticati dal sussurro del passato, fotografa una coppia di contadini che piantano patate. L’uomo con una zappa scava il solco mentre la donna lascia cadere le patate al suo interno per farle prolificare. La complicità a sostegno lavorativo, variopingendo i flussi energetici in sostanza morale, intreccia l’espressione 'famiglia' nel benevolo contesto di produttività alimentare offrendo, ai medesimi personaggi, il nutrimento necessario per vivere. In lontananza un bimbo che dorme vicino ad un asino e sotto ad un albero, racchiude la loro ricchezza più grande sulla quale motivarsi ad adempiere i compiti giornalieri e, coltivando i buoni alimenti della terra, effondono alla nostra percezione non soltanto del cibo per il corpo, bensì anche del nutrimento per l’anima cospargendo di forza morale e responsabilità il significato di crescita. Perché in fondo il loro futuro sarà dato da un passato diligente e dagli insegnamenti ricevuti dall'esperienza, unendosi bensì in un unico e conclusivo credo: (la vita è una storia bellissima).