Il poeta e critico letterario romano Gian Piero Stefanoni ha raccolto in un agile e interessante volumetto dalla copertina a fondo rosso (una delle tinte che definiscono la bandiera nazionale maltese) una serie di scritti di varia natura e prodotti in tempi diversi, tutti dedicati a Oliver Friggieri (1947-2020), insigne letterato maltese.
La conoscenza del poeta, scrittore e docente lette-rario maltese, partita dalla lettura di un suo libro di racconti, ha dato vita a un’amicizia e a una colla-borazione tra i due, contrassegnata – e qui riproposta – da un fruttifero carteggio.
Questi contenuti paraletterari testimoniano un percorso di stima reciproca e di condivisione delle proprie opere (Friggieri invia poesie che Stefanoni farà pubblicare su alcune riviste, unitamente a testi critici e, da parte sua, Stefanoni invia suoi testi poetici che Friggieri traduce in maltese).
Lettere da Malta è un testo utile perché consente, per chi non ne abbia avuto ancora modo o l’occasione giusta, di venire a contatto con l’esperienza letteraria – così ricca e rivolta a più generi – di quello che è da considerarsi come uno dei maggiori poeti e critici maltesi dell’età contemporanea.
Il carteggio, che si compone di diciassette pezzi, copre un tempo che va dal dicembre 1994 e giunge al gennaio 2004. La gran parte delle lettere di Friggieri sono precedute da un’intestazione del Dipartimento della Facoltà di Arte dell’Università di Malta dove lo stesso insegnava. Nei testi di Stefanoni si nota come, pur partendo da un approccio formale e di deferenza (l’utilizzo del “lei” e l’apertura con formule di cortesia come “Gentile professor Friggieri”) si giunga in ben poco tempo a una grande spontaneità data dal “tu” e un tono di amicizia e spiccata apertura (“Caro Oliver”), ovviamente da entrambe le parti.
Nella prima lettera di Friggieri a Stefanoni qui contenuta, scritta il giorno della Vigilia di Natale del 1994, lo studioso confida: “Per quasi vent’anni mi sono dedicato alla ricostruzione della storia maltese”. E in effetti dando uno sguardo alla sua intera produzione bibliografica notiamo vari testi degni di interesse e frutto del suo grande lavoro volto ad approfondire e a valorizzare la cultura nazionale (Storia della letteratura maltese: la poesia, dalle origini al primo Novecento, Spes, 1986) e i rapporti e le influenze tra letteratura maltese e italiana (La cultura italiana a Malta nell’800 e nel primo ‘900, Il veltro, 1977).
Stefanoni ha deciso di raccogliere in questo volumetto, che potremmo definire quasi un pamphlet, anche l’intervista che rivolse al poeta di Floriana. Il testo apparve sulla rivista «L’Ortica» diretta da Davide Argnani nel 1997. Sono qui contenuti anche una recensione a Storie per una sera. Racconti maltesi (1994) e un suo ampio commento critico dedicato, invece, alla sua opera poetica dal titolo “L’universale insularità”.
Nella ricca intervista Stefanoni sottopone al letterato maltese una serie di questioni relative tanto alla sua carriera personale quanto alla situazione culturale ed editoriale maltese, utili per comprendere tanto le vicissitudini di Friggieri quanto le sue considerazioni sulla letteratura e il suo alto grado di coinvolgimento con la cultura del suo piccolo – in termini di superficie – paese. Friggieri riconosce come la dominazione inglese sull’isola (indipendenza ottenuta solo nel 1964) sia stata determinante sulla cultura locale tenendo presente che quest’ultima, assieme al maltese, è lingua ufficiale e quella maggiormente parlata sull’isola.
Parla dell’avvicinamento al contesto in qualche modo innovativo derivato dal trauma del conflitto mondiale che in letteratura ebbe sfogo nel modernismo e di una più allargata ispirazione di carattere continentale che attraversò i letterati maltesi. Conseguentemente affronta l’argomento del maltese come lingua letteraria anche grazie all’opera del celebre Gian Antonio Vassallo (1817-1968).
L’intervista a Friggieri è datata 1997 ovvero prima che Malta entrasse nell’Unione Europea (2004) e dunque va letta e concepita tenendo conto di questo cambio storico che nel frattempo è intervenuto.
Stefanoni parla del “carattere ulissico dell’uomo” riscontrato nella natura di Friggieri uomo e fine umanista, letterato e grande teorico anche di una visione solidale e allargata di Mediterraneo non in funzione euro-centrica ma globale nel contesto di liminarità tra il mondo europeo e africano, quale baluardo di multiple convivenza e di ideale ponte culturale.
Temi preponderanti e ricorrenti in Friggieri risultano la solitudine e l’isolamento, il senso di smarrimento, la tensione spirituale, la necessità di confronto e l’importanza del linguaggio, ma anche la centralità del dubbio e l’indomita ricerca di conoscenza. Il racconto della società e della cultura maltese e la loro difesa orgogliosa.
Tra classicità e modernità, amante dei vari generi nei quali ha dato ampia manifestazione di capacità scrittoria e di versatilità, si è occupato anche di storia e cultura locale, giungendo anche a forme non tipiche della cultura di riferimento quali la poesia orientale haiku. L’insularità di Friggieri, sorella al sentimento di sicilitudine, si ravvisa in un riconoscimento autentico di una diversa relazione con la spazialità, tanto nel mondo fisico che astratto, creato e ipotizzabile, ma assurge non a un particolarismo difettante, quanto all’ambizione veridica di un tratto di universalità.
Friggieri ha scritto la gran parte delle sue opere nell’oriundo maltese. Numerose le edizioni delle sue opere tradotte in varie lingue tra cui l’inglese, l’italiano, il francese, il greco e varie altre. Il fenomeno della traduzione fu di particolare interesse dello scrittore considerando che il maltese, e la relativa letteratura considerata come “periferica” nel consesso delle più note e floride famiglie delle letterature europee, poteva costituire un limite non di poco conto e di ciò ne era ben consapevole. Questa apprensione è ben rivelata in una lettera diretta a Stefanoni dove leggiamo: “Anche se la mia “fortuna” letteraria in campo internazionale dipende dalla traduzione, debbo confessare che ho grande paura. Spesso la traduzione tradisce”.
Il maltese ha una base araba, è una lingua particolarissima che ha derivazione dal ceppo delle lingue semitiche, pertanto non è, a differenza della gran parte delle lingue del Mediterraneo, una lingua neolatina. Malta ha questo particolare primato in tutta Europa: di avere come lingua ufficiale più parlata una lingua semitica. Dagli ultimi censimenti risulta che il 98% della popolazione di Malta conosce il maltese, il 76% l’inglese, mentre l’italiano è conosciuto dal 36%. La stragrande maggioranza della popolazione usa il maltese quotidianamente, tanto in un contesto privato e familiare, quanto in un contesto pubblico e ufficiale.
Il libello di Stefanoni, dotato di un apparato bio-bibliografico nella posizione finale, fornisce la preziosa occasione di andare a leggere qualche libro di questo influente letterato maltese e della letteratura mediterranea tutta.