Tina Ferreri Tiberio

G. Vattimo: Moderno e post moderno; Nietzsche e Heidegger

(Terza parte)

Alla domanda dei ragazzi sul significato dei termini “Moderno e postmoderno”, cosa vuol dire crisi dei fondamenti e che cosa si intende per Verità, il filosofo Vattimo così introdusse l’argomento, chiarendo innanzitutto il concetto di “Modernità”: Caduto il colonialismo cade anche l’idea della Storia come unico senso fondato sulla Verità. Un tempo per Modernità si intendeva l’epoca del Razionalismo e dello Storicismo; le due cose poi si fusero nell’Illuminismo, secondo cui c’è un senso della Storia che è unitario e che ci conduce a comprendere sempre più chiaramente le Verità razionali: questa è stata anche la base dello Storicismo ottocentesco e dell’Eliocentrismo.

Il Postmoderno e il Pensiero Debole

Ovvero inconsistenza e miseria della filosofia italiana contemporanea.
Intervista a Gianni Vattimo (Seconda parte)

Il meta-racconto illuminista è l’idea della storia umana come storia del progresso, della coscienza attraverso i lumi della ragione, la rivoluzione del proletariato e le conquiste della scienza e della tecnica. Tale narrazione culmina nel Positivismo, favo-rendo l’emancipazione e la libertà dei popoli.
Il meta-racconto idealista risale ai grandi filosofi idealisti dell’800 tedesco: Fichte, Schelling e soprat-tutto Hegel per la visione della storia umana segnata dallo spiritualizzarsi della coscienza: lo Spirito asso-luto ha una conoscenza speculativa degli spiriti finiti che siamo noi.

Il Postmoderno e il Pensiero Debole

Ovvero inconsistenza e miseria della filosofia italiana contemporanea.
Intervista a Gianni Vattimo (Prima parte)

Nell’ anno scolastico 2000/2001, nell’ambito di un progetto didattico Il Novecento: l’Universo e l’Uomo svolto dagli alunni del quinto anno del Liceo Scien-tifico “A.Moro” di Margherita di Savoia (BT), furono presi in esame e sviluppati temi riguardanti i concetti di “Postmoderno” e “Pensiero debole”. La questione era capire se in una società come la nostra, in cui i valori fondamentali si vanno sempre più perdendo e, quindi, svuotando di senso, ci fosse ancora la pretesa della ragione forte, intesa come ragione metafisica “fondazionistica” o “fondamentalistica”.

L'età moderna: John Locke

Teorico del liberalismo, fu il padre dell’Empirismo e della pedagogia moderna

L’età moderna inizia con l’età del dubbio. I pensatori, animati da spirito critico, affermarono che l’uomo con la propria intelligenza poteva indagare sulla “verità”, da sé poteva esplorare il campo della scienza e di conseguenza diventare artefice e promotore di una dottrina. Due correnti caratterizzarono l’età moderna. La 1.ma corrente affermò che l’uomo può raggiungere il vero partendo dall’attività sensibile ed è la corrente dello sperimentalismo o dell’empirismo. F. Bacone è il caposcuola ed è colui che teorizzò e sostenne la teoria del metodo induttivo, fondato sull’osservazione, sull’esperienza, che è alla base del principio della tabula rasa sostenuto da J. Locke.

Søren Kierkegaard

Da "Le briciole filosofiche" e da "La Postilla non scientifica alle Briciole": qual è la Verità che salva

Søren Kierkegaard fu un filosofo, teologo e scrittore danese, visse quasi sempre a Copenaghen, ricevette una educazione molto rigida e pietista; condusse una vita molto ritirata, ebbe una grande storia d’amore con Regine Olsen, ma la vicenda è rimasta fra le più misteriose della storia della letteratura, perché sarà lo stesso Søren Kierkegaard che troncherà il fidanzamento, lasciando in lui un rimpianto per tutta la vita. Fu propugnatore di una religiosità rinnovata e intensificata in contrasto tanto con la filosofia dell’idealismo tedesco quanto col protestantesimo ufficiale dell’800. Dalla sua posizione presero avvio la filosofia esistenziale e la teologia dialettica, ossia il ramo neoriformatore della teologia protestante. Kierkegaard sosteneva che la realtà della vita non si può rinchiudere in un sistema.

Dal Naturalismo al Verismo: Verga

Nei suoi romanzi Giovanni Verga si avvicina alla dimensione cristiana che lo rende sensibile al dolore degli ultimi

Quando si parla del Verismo occorre richiamarsi ai naturalisti francesi, a Balzac, a Zola, a Flaubert, a Maupassant, dai quali i nostri scrittori avrebbero tratto i loro modelli. In realtà intorno alla metà dell’800 si manifesta in tutta Europa un rinnovato interesse per le scienze, per il concreto, per l’attenta osservazione della realtà e alle forme della scienza si volgeva la stessa letteratura, che reagiva spontaneamente ad un romanticismo ormai stanco e lacrimoso, completamente staccato dalla realtà concreta.

Nel tempo dell’assenza. Tragitti casuali d’incomunicabili silenzi

Un libro in cui l’Autore “sa cogliere” i momenti veri, significativi dell'esistenza umana e “trasformarli”, elevarli ad impressioni ed emozioni mediante quell’intima unione di suoni ritmici e armonie quale è la poesia

Nel tempo dell’assenza. Tragitti casuali d’incomu-nicabili silenzi, è l’ultimo lavoro poetico di Massimo Massa, pubblicato nel 2020, dopo Evanescenze (2013), Geometrie dall’infinito (2016) e All’ora sesta (2017). Massimo Massa attualmente vive a Bari.
L’opera è suddivisa in tre sezioni: 1) L’assoluzione; 2) In ogni battito del mondo; 3) L’essenziale. Il filo conduttore di queste tre sezioni è la ricerca incessante e spasmodica del nostro essere al mondo, il sentirsi, a volte, come in bilico e frastornati da sensazioni fuggevoli e da forti emozioni che travalicano pensieri e slanci dell’anima.

Carl Rogers: il rivoluzionario silenzioso

Noto in tutto il mondo per essere uno dei massimi esponenti della corrente umanistica, è l’ideatore di un modello psicoterapeutico definito "terapia centrata sul cliente"

Carl Rogers nacque l’8 gennaio 1902 a Oak Park nei pressi di Chicago da una famiglia protestante; ricevette un’educazione rigida e autoritaria e fu avviato agli studi seminariali. Dopo un viaggio in Cina a contatto con una concezione della vita del tutto opposta a quella della sua famiglia, al suo rientro abbandonò il vecchio seminario per entrare in un altro seminario ritenuto più liberale. Qui infatti, ottenne di poter organizzare un corso senza professori, con un programma interamente gestito dagli studenti. Fu questa la prima grezza esperienza di non-direttività della quale egli fu soddisfatto.

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