È difficile essere sereni nel nostro tempo se si seguono le vicissitudini di questo terzo millennio. Identifico così questo mio dire:
L’essere umano è dentro alla sua caverna, scura forse con qualche incisione rupestre sulle pareti per darsi un certo tono. Un antro insomma primordiale, con acceso, il fuoco per scaldarsi un po’ per stemperare il freddo che lo circonda.
Il suo sguardo volge verso l’uscita. All’esterno un ambiente inospitale al primo sguardo, misterioso, sconosciuto, pauroso anche, da scoprire e da affrontare. Deve uscire per necessità di sopravvivenza ma, la paura, il timore di ciò che non conosce lo percepisce in tutto il corpo.
Un viaggio interiore tra natura, pensiero e consapevolezza alla scoperta di sé stessi
Nel mezzo del cammin di nostra vita...
Ho “rubato” questa frase solamente per citare... l’im-portanza del camminare...
Perché il sentiero non è più, poi, così lungo ancora da percorrere...
Camminare è l’esercizio fisico più semplice che l’essere umano può esercitare.
Camminare e pensare/meditare è un binomio che aiuta molto. Si sta “riscoprendo” il camminare lento e il pensare mentre si cammina.
Allorquando si raggiungesse con la consapevolezza e quindi con l’uso della ragione in modo profondo e intelligente e non con chiacchiere, che vivere in con-cordia e armonia possa essere l’unica via per vivere in pace, allora e solo allora faremmo per davvero un grande passo per l’intera umanità.