Roberto Rossi

Cammino nella bellezza dell’autunno per non cadere

Cammino tra alberi manifestanti la bellezza dell'autunno. Stagione da me sempre amata anche oltre i suoi vivi colori, quando esprime il grigio della nebbia, le giornate della pioggia, del resto è il suo carattere. Pazientando arriva l'inverno e anch'esso ha i suoi colori "rigidi". Poi la dolce e sensuale primavera.
Autunno. Stagione dai colori caldi, gialli di varie tonalità, chiari, intensi, dorati, rossi fuoco, rossi mattone. Colori della Maestra d'Arte, Madre Natura.
Cammino ed ammiro il circostante come una vera e reale emozione che mi penetra per diffondersi in tutto me, percependo una sorta di intensa vibrazione di bellezza. L'amico Sole, con il suo ultimo tepore rav-viva i colori dell'autunno da sembrare delle preziose gemme. Vere emozioni, appunto.

Sulle tue orme. I miei passi… i tuoi passi

3/3/2025 Mattino.
Cammino sull’erto sentiero coperto di neve ghiacciata per raggiungere una cima a 1650 metri.
Il giorno è illuminato, fin dal primo mattino, da un deciso sole primaverile che mi costringe ad avanzare a testa bassa, osservando le mie impronte e ascol-tando lo scricchiolio sotto i passi.
All’improvviso, le guardo con occhi diversi: un pen-siero inatteso mi attraversa.
Un ricordo lontano prende forma.
La mente visualizza altre impronte, e quell’immagine familiare riempie il mio pensiero: mio padre che calpestava neve gelata nell’inferno della Campagna di Russia.

Le risorgive dentro noi. Una speranza

A volte accade di percepire la necessità di trovare un posto, un luogo, un ambiente, per pulire la mente. Una necessità che, dal profondo della psiche, cerca di emergere o riemergere. Una necessità per allontanarci dalla cacofonia quotidiana. Isolare la mente dalla cacofonia e aprirla dentro ad un “ambiente” dove l’essenza del Circostante sappia elevarci.

La tua voce “sussurrata” o il tuo “urlo”

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Passavo di lì, un giorno, mentre tranquillo, t’osservavo passare tranquilla, quasi silenziosa, mostrando un senso di pace. Qualche giorno dopo, ancora passavo di lì, abitudine era osservarti, eri un po’ arrabbiata, mostrando a tutti, un particolare caratterino, molto vispo. Nel pomeriggio, avevi alzato la tua voce, quasi urlavi, mentre ricordavo, con nostalgia, il giorno tuo placido. Forse avevi le tue ragioni, ne ero certo, ad essere così, irritata.

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